Il progetto
sabato 28 Dicembre, 2024
di Robert Tosin
Nella redazione del progetto esecutivo, si sono fatti i conti di quanto verrà a costare il tomo in Valdiriva per scongiurare futuri allagamenti. E si è scoperto che costerà quasi il doppio di quanto era stato previsto in origine. La Provincia infatti è stata costretta ad aggiungere oltre 4 milioni di euro rispetto ai 5,5 già accantonati per realizzare l’opera di “mitigazione della pericolosità idraulica”. La spesa, così enormemente aumentata, è stata motivo, tra gli altri, delle osservazioni presentate dai proprietari sulle cui campagne dovrebbe venire realizzato l’innalzamento dell’argine. Se a metà novembre è stato presentato loro il progetto esecutivo – approvato in questi giorni dal dirigente provinciale – verso metà dicembre sono arrivate puntuali anche le osservazioni dei proprietari coinvolti loro malgrado. I quali hanno espresso nuovamente la loro contrarietà e tra i motivi presentati c’è ovviamente anche quello del costo.
Evidentemente le critiche presentate sono state superate, visto che in un colpo solo la provincia ha approvato il progetto esecutivo e anche il nuovo piano finanzario che porta a 9,5 milioni il costo del nuovo tomo che correrà lungo Valdiriva, a valle del ponte di Villa per proseguire poi verso sud.
È un tratto, quello interessato, che regolarmente finisce sotto acqua quando l’Adige si ingrossa e che vede anche una serie di abitazioni a rischio allagamento. Il tema non è certamente nuovo, ma dal 2019 la realizzazione di un argime rinforzato è entrata nel piano degli interventi dei Bacini montani, considerando che nella zona di Valdiriva non esiste alcuna struttura di riparo da eventuali inondazioni. Lì, appunto, l’Adige non ha freni e spesso va oltre il suo tradizionale letto: alle volte si “accontenta” di allargarsi nelle cantine e nei garage, ma non sempre va così. Nel 2023 ci sono state giornate, tanto per ricordare le ultime, in cui la paura tra i residenti è stata davvero tanta. Vero è, però, che imbrigliare un fiume come l’Adige servono strutture “importanti e ingombranti, tanto che la prima proposta della Provincia aveva incontrato tante resistenze e non solo tra i proprietari delle campagne che avrebbero dovuto cedere le aree. Nella prima ipotesi, infatti, il tomo arginale, che nella sua sommità avrebbe dovuto ospitare anche la pista ciclabile, andava a lambire le finestre dei primi piani delle case, con un impatto visivo davvero pesante. Si sono susseguiti diversi incontri, sopralluoghi, proteste, mediazioni fino ad arrivare ad un aggiustamento del progetto che però non è mai stato in discussione: la sicurezza è sempre stato il primo obiettivo da perseguire e quindi la realizzazione del tomo non è mai stata messa in discussione. Sulle caratteristiche si sono invece smussati gli angoli, anche se in verità c’è ben poco da inventare sulla conformazione di un argine del fiume. La complessità dell’opera è anche certificata dal suo costo: i 5,5 milioni di euro messi sul tavolo in un primo momento non si sono rivelati sufficienti, anzi alla fine consentiranno di realizzare metà del lavoro previsto dal progetto esecutivo che ha ricevuto il via libera dagli organi preposti a secondo delle loro specifiche funzioni.
Ora c’è tutto, dunque, e manca soltanto il via ai lavori che, stando alla tabella del finanziamento dovrebbero concentrarsi tra quest’anno e l’anno prossimo per chiudersi, se non ci saranno intoppi, nel corso del 2026: quest’anno sono a disposizione 3,7 milioni, l’anno prossimo 3, per chiudere poi a 2,5 milioni.
Resta l’incognita delle proteste: se la presentazione delle osservazioni ha ricevuto come risposta il via libera al progetto, probabile che i proprietari delle campagne cancellate abbiano qualche cosa da dire anche in futuro, ma se la priorità è la sicurezza delle abitazioni di Valdiriva, il progetto seguirà il suo corso fino alla realizzazione.