La rete
venerdì 29 Settembre, 2023
di Leonardo Omezzolli
Sul finire del 2022 il tabellone che segna i passaggi delle biciclette lungo uno dei tratti ciclopedonali della città della quercia misurava 300 mila passaggi. Un numero che mette in luce le potenzialità e le ambizioni cicloturistiche e di mobilità sostenibile del territorio roveretano, settore che la stessa Apt Rovereto Vallagarina Monte Baldo sta sviluppando sempre più. Eppure Rovereto sembra un unicum fuori dal tempo, che, messa a confronto con i cugini dell’Alto Garda e di Trento appare ferma ad un abbozzo di viabilità alternativa a quella veicolare che non ha mai preso piede e che, dove sviluppata, si è arenata nell’incompiutezza di tratte frammentate, male segnalate, con pavimentazioni dissestate e segnaletiche orizzontali cancellate.
Una «rete» che non fa rete
Lungo i tratti ciclopedonabili cittadini ci si imbatte in alcuni cartelli informativi che illustrano la rete ciclabile roveretana, soprattutto le quattro tratte volute e segnalate dall’allora amministrazione Miorandi. Chiunque vi può prendere visione attraverso l’hyperlink generato dal Qr code. O almeno così dovrebbe essere perché quel sito risulta irraggiungibile. Muovendosi per Rovereto, inoltre ci si imbatte in una serie di ciclopedonabili e tratti ciclabili che non sono collegati tra loro e che formano un puzzle di tratte sconnesse e male segnalate che difficilmente possono essere seguite dai turisti e, ancor meno, dai cittadini che devono fare i conti con l’assenza di intermodalità, pochissimi servizi accessori (rastrelliere, colonnine per le riparazioni, parcheggi custoditi) e con la continua interferenza del tracciato stradale (per auto), con quello ciclopedonale (promiscuo tra cicli e pedoni) e quelli prettamente ciclabili o pedonabili. Una vera giungla che porta il ciclista, sia esso turista o cittadino a preferire altri mezzi per vivere la città, o addirittura a non considerare Rovereto una meta così accogliente.
La mappatura di Fatturini
Amante della mobilità sostenibile, nonché ciclista, Germano Fatturini, candidato alle Provinciali con Onda, ha redatto una sua mappatura in grado di mettere in luce le criticità roveretane e come la città «sia ferma a 30 anni fa – commenta Fatturini -. In questi anni ho raccolto tutte le criticità sul fronte ciclabili a Rovereto e la situazione non è rosea, ma anzi, ci pone in una situazione di arretratezza. All’estero, ma anche in altre zone d’Italia le ciclabili sono un tema importante, vengono progettate in un’ottica di sistema con la mobilità territoriale, lavorando sull’interscambio, accompagnando la rete ciclabile con una serie di servizi che permettono la fruibilità della mobilità sostenibile. Penso a tutte quelle iniziative di conciliazione della mobilità nei settori del lavoro o studio e quindi anche in ottica di turismo».
Frammentazione e confusione
Chi oggi percorre una ciclabile o ciclopedonale a Rovereto deve interpretare i segnali e fare attenzione allo stato di fatto del tracciato. Delle originarie tratte di epoca Miorandi, oggi resta ben poco. Sparuti chilometri disseminati qua e là e non connessi tra loro con rischiosi attraversamenti su strade ad alta percorrenza viabilistica e una cartellonistica «datata» che cozza con la realtà dei fatti, mal posta e spesso non comprensibile se non ai residenti del quartiere. Ciclabile e ciclopedonali devono rispecchiare delle norme ben precise. A Rovereto molte di queste tratte sono realizzate sopra i marciapiedi sui quali è stata tracciata una linea divisoria per pedoni da un lato e cicli dall’altro, ma che non rispetta le dimensioni di legge. Spesso ci si trova piloni della luce nel mezzo del tracciato, o panchine e fioriere, o ancora plateatici, senza contare che le bici devono prestare attenzione ai mezzi pubblici in carico e scarico (quando le due cose dovrebbero essere separate). E ancora, larghezze estremamente ristrette non adatte nemmeno al passaggio di una bici, o tratte segnate come ciclabili, ma che sono semplici strade con stalli auto su ambo i lati, o tratte che passano all’interno di parcheggi ad alta frequentazione con numerose macchine in manovra.
Ridurre le auto in centro
L’agenda 2030 indirizza verso la transizione ambientale e uno dei capisaldi del cambiamento è la mobilità sostenibile che necessita di infrastrutture. Tra queste le reti ciclabili che hanno il compito di allontanare dal centro città il carico veicolare, abbattendo così le emissioni di gas serra, per recuperare spazi urbani e qualità di vita. Alcuni studi hanno messo in mostra che a Rovereto l’80% del traffico è dato, come in numerose città, da chi vi accede la mattina per lavoro, studio e commercio, e che poi a sera rincasa. Una rete ciclabile che unisca i quartieri, le zone industriali e artigianali, i centri commerciali in piena sicurezza permetterebbe di allontanare le auto dal centro cittadino mettendo in sicurezza la città, permettendo a studenti, lavoratori, cittadini e turisti di muoversi liberamente.
L'inchiesta
di Tommaso Di Giannantonio
L'incidente a San Martino di Castrozza, il padovano di 7 anni è ancora ricoverato all’ospedale Santa Chiara di Trento. Il piccolo era sul mezzo in uso alla Polizia insieme all’amico del papà