Politica
sabato 9 Dicembre, 2023
di Denise Rocca
L’assemblea del Partito democratico roveretano ha deciso: è Giulia Robol la candidata che i dem proporranno alla coalizione per le prossime elezioni comunali. La scorsa sera erano una quarantina i tesserati all’incontro organizzato dai vertici del partito: si è discusso dei risultati delle provinciali, ma soprattutto si è guardato al futuro prossimo e all’appuntamento con le urne tutto roveretano che si svolgerà con tutta probabilità in occasione delle elezioni europee.
Non era scontato il nome di Giulia Robol: nonostante sia la sindaca reggente, nonostante non abbia mai fatto mistero, in maniera molto trasparente, di aspirare a guidare la coalizione. Nessuno fino ad oggi aveva ufficializzato la convergenza del Pd sul suo nome. La scorsa sera è arrivata l’investitura.
«Il Pd – spiega il segretario della sezione roveretana Carlo Fait – ha compattamente scelto Giulia Robol, convenendo che è necessario attrezzarsi bene per le comunali, partire per tempo a dialogare con la coalizione cercando di allargarla. Si è concordi sulla linea politica e la figura di Giulia Robol. Questa è la nostra proposta, l’alleanza poi, come si configurerà, deciderà. Per noi è stato naturale che la sindaca reggente, espressione del nostro partito fosse la candidata ideale da portare sul tavolo. C’erano grande entusiasmo e compattezza in assemblea, siamo molto fiduciosi». Proprio Fait ha appena concluso una serie di incontri bilaterali con le altre liste di “Idea”, la coalizione che ha sostenuto cinque anni fa il sindaco Francesco Valduga, e viene da chiedersi se già il nome di Robol abbia raccolto il consenso degli alleati in questi incontri così a ridosso dell’investitura in casa dem.
«Abbiamo parlato solo di programmi negli incontri fino ad oggi – spiega Fait – e dell’importanza di raccogliere i sentimenti, i temi, i sogni, le aspirazioni e le necessità dei cittadini con una grande operazione ascolto che ci aiuti a costruire un programma condiviso. Attorno a questo programma costruiremo la coalizione con l’obiettivo di partire con la campagna elettorale nella seconda metà di gennaio».
Questo è quanto accade nel Pd, intanto però le cose nella coalizione di governo sono lontane dall’essere definite: c’è già stato un incontro di «Idea» e qualche pezzo si è perso per strada. Le Stelle alpine si sono di fatto chiamate fuori per coerenza con il corso intrapreso nelle provinciali che le vede nel centrodestra. La situazione nel mondo dei popolari, invece, è confusa: il gruppo si è spaccato quando una parte del direttivo ha aderito a Campobase nel sostegno a Valduga alle provinciali. Gli altri, a cominciare dal portavoce Roberto Chemotti, si sono chiamati fuori dalla nuova creatura politica e stanno lavorando ad un progetto “di centro” impegnato a riunire le realtà civiche che non si riconoscono in Campobase.
Un bacino di voti che si allontana da un’alleanza con il Pd per spostarsi invece verso quell’universo civico di destra al quale sta lavorando il fedelissimo fugattiano Achille Spinelli per ricondurre la città della Quercia sotto l’ala di un Carroccio che aspira a sfilare all’alleanza di centrosinistra della città almeno una parte di quella forte spinta di matrice civica, un po’ allergica ai simboli di partito, che caratterizza Rovereto ed è l’eredità valdughiana. Farebbero comodo i civici a Spinelli, per rendere sempre meno indispensabili nel conto dei voti e nell’alleanza gli alleati scomodi di Fratelli d’Italia che tanto hanno fatto penare nella formazione del governo provinciale.