il fatto
giovedì 12 Ottobre, 2023
di Francesca Dalrì
Percorrere mezzora a piedi tra andata e ritorno, utilizzando di fatto metà della propria pausa pranzo per il solo tragitto oppure arrendersi a un panino portato da casa e consumato da qualche parte per strada o nell’atrio della scuola (visto che in zona San Marco non ci sono né panchine né tanto meno aree verdi). Queste le uniche due opzioni per gli studenti della sede principale del liceo delle arti Depero in via delle Fosse, privi di una mensa nelle vicinanze a cui appoggiarsi (il problema non sussiste invece per la succursale in via Balista), e costretti ad appoggiarsi alla mensa dell’Arcivescovile in corso Bettini, a 1,2 chilometri di distanza (solo per l’andata). Sia chiaro, il problema non è nuovo, ma quest’anno è particolarmente sentito perché, avendo tolto il sabato, sono aumentati i rientri pomeridiani e quindi la necessità di rimanere fuori casa per la pausa pranzo. Il problema riguarda «solo» un paio di classi al giorno (circa 60 ragazzi, soprattutto delle classi terza, quarta e quinta), ma di fatto rende i ragazzi del Depero studenti di serie B rispetto agli altri istituti cittadini. Ed è proprio per questo che quest’anno la dirigente Daniela Simoncelli è determinata a trovare una soluzione definitiva per il suo istituto. «Vorrei trovare una soluzione che permetta ai ragazzi e alle ragazze del liceo Depero di usufruire di un servizio mensa vicino e comodo come per tutti i loro coetanei roveretani – spiega –. Anche perché oggi, considerata la difficoltà di effettuare il percorso tramite mezzi pubblici, molti studenti di fatto preferiscono rinunciare a un servizio che sarebbe un loro diritto». La scuola sta ragionando con la Comunità di valle, che ha in capo la competenza sul servizio mense scolastiche di tutta la Vallagarina, e con il Comune di Rovereto. Proprio oggi è previsto un incontro tra la dirigente e il presidente della Comunità di valle Stefano Bisoffi. Tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di appoggiarsi alla mensa della Rsa Vannetti, già oggi usata da alcuni studenti e in grado di ospitarne un numero maggiore. «La mensa della Rsa ha una parte riservata agli studenti – spiega il presidente della Comunità di valle Stefano Bisoffi – e stiamo ragionando con la scuola e il Comune circa la possibilità di accogliere anche quelli del Depero, che è oggi la scuola geograficamente più svantaggiata per quanto riguarda il servizio mensa».
In prospettiva, però, l’unica vera soluzione definitiva, e non solo per il Depero, rimane quella del magazzino ex Peterlini, l’immobile abbandonato ormai da 15 anni che Comune, Provincia e Comunità di valle hanno deciso di trasformare in una grande mensa in grado di soddisfare le richieste di tutte le scuole oggi sprovviste di un servizio interno: il Fontana, il liceo Filzi, il liceo Rosmini, il Cfp Veronesi, il Don Milani e, appunto, il Depero. Per l’immobile tra via Savioli, via Manzoni e via Prati, ceduto ad agosto 2022 dalla Provincia al Comune, sono già stati stanziati 3,3 milioni di euro anche grazie al contributo della Comunità di valle. «Ad oggi sono 12 mila gli studenti che usufruiscono del servizio mensa tra elementari, medie e superiori – spiega ancora Bisoffi –. Parliamo di oltre un milione di pasti all’anno. Ecco perché l’ex Peterlini potrà diventare un polo del diritto allo studio». I tempi però non saranno brevissimi. Nel frattempo, una valvola di sfogo sarà la nuova mensa delle scuole medie Damiano Chiesa: 1,8 milioni di progetto finanziato per oltre un milione di euro dal Pnrr e i cui lavori sono ormai a buon punto. La nuova struttura permetterà di sgravare la mensa della Risto3 in via Prati, proprio di fronte all’ex Peterlini, dove già oggi potrebbero recarsi anche gli studenti del Depero. C’è poi attesa per la nuova scuola media sovracomunale di Volano che sarà dotata di una propria mensa e servirà anche i territori di Besenello e Calliano (e dunque l’Alta Vallagarina), anche quelli gravitanti oggi su Rovereto.
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