elezioni amministrative
martedì 28 Maggio, 2024
di Leonardo Omezzolli
Il giorno dopo il voto è il momento delle riflessioni ponderate e dell’inizio dell’analisi puntuale dei dati. È un giorno che lascia in secondo piano la gioia del risultato del primo turno e che pone importanti quesiti perché, a conti fatti, se è vero che questo ballottaggio conquistato con 11 punti percentuali di vantaggio sul diretto antagonista, Gianpiero Lui, sembra consacrare il centrosinistra ad un secondo turno piuttosto blindato, è anche vero che gli apparentamenti, voluti, sperati, cercati e i dialoghi che nasceranno nel mondo progressista già a partire dalle prossime ore potrebbero aprire a dinamiche interne rinnovate. Dinamiche che potrebbero andare a incidere sensibilmente sugli equilibri di coalizione pre-elettorali, oltre quello che le urne hanno già decretato. Un apparentamento con Officina Comune non sarebbe necessario, ma la sindaca reggente uscente non disdegna la volontà di tessere un fruttuoso dialogo con quel mondo progressista arancione che ha dimostrato come la partecipazione sia un elemento cardine del fare politica nella contemporaneità. Una contemporaneità in cui i due principali partiti d’area, Pd e Officina Comune, sono riusciti a portare al voto un consistente numero di persone, il primo aumentando di 206 voti il risultato delle ultime comunali di 4 anni fa; i secondi ottenendo dalle urne al primo tentativo un bagaglio di voti che pesa per un 15,3%. Complessivamente oltre 5mila voti per i due movimenti contro i 3800 di Pd e Futura nel 2020.
Giulia Robol, il risultato ottenuto al primo turno premia in modo consistente il Partito Democratico che rispetto alle precedenti elezioni Comunali accresce di 206 unità le preferenze ricevute. Cos’è cambiato?
«Il risultato che abbiamo ottenuto premia il lavoro che il Pd è riuscito a fare in questa campagna elettorale grazie a un importante lavoro sul territorio, dove abbiamo presentato le competenze dell’attuale lavoro svolto con questa amministrazione».
Allo stesso modo Officina Comune si è ritagliata una nicchia importante, secondo partito della città, senza andare a incidere sui voti dei dem. Hanno quindi avuto il merito di contrastare l’astensionismo?
«La sensazione che ho avuto per quanto riguarda questa percentuale elevata di persone che non si sono presentate alle urne è che rappresentano una parte di città che non solo si è disaffezionata alla politica, e sulla quale dovremmo avviare una seria riflessione, ma che non è stata adeguatamente informata. Per contro, il lavoro svolto tra la gente, come partiti, ha un suo ruolo decisivo. Analizzando i dati di questa tornata elettorale mi pare di vedere una polarizzazione degli schieramenti. Nel mezzo, la disaffezione, i giornali che non sono più l’organo principale per informarsi e le istituzioni che stanno perdendo il ruolo di punto di riferimento allontanano sempre più i cittadini dalla presa di coscienza dell’importanza di essere parte del processo democratico della propria città esprimendosi con il voto».
In questa polarizzazione di cui parla il centrosinistra allargato, il mondo progressista vostro e di Officina Comune ha un’ampia maggioranza nel tessuto della città. L’apparentamento non è necessario ai meri fini del calcolo elettorale. Ma vi parlerete?
«La politica non la fanno solo i partiti. Officina lo ha dimostrato. Da parte mia c’è la volontà di aprire a un dialogo perché un progetto comune unito è molto più forte e più solido, anche nei confronti degli elettori, di un progetto diviso nelle varie entità. Officina Comune all’interno della coalizione unirebbe sotto un’unica ala l’esperienza con la voglia di cambiamento e rigenerazione del percorso politico. Stare insieme sarebbe un bel segnale per un cambiamento e un rinnovamento politico del centrosinistra»
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