Il progetto
martedì 31 Gennaio, 2023
di Tommaso Zucatti
Una passione per i cani e per la cinofilia nata quasi quarant’anni fa e trasformatasi poi in un lavoro: dal 2006 Alain Satti si occupa di pet therapy – o di interventi assistiti con gli animali, per dirla col ministero – e di educazione e formazione cinofila. «L’associazione Vita da cani – spiega Satti – è nata per offrire diversi servizi a diverse categorie di persone, ma si è sviluppata intorno a un comune approccio metodologico: la zooantropologia, e cioè lo studio di una relazione tra la persona e l’animale corretta e autenticamente intersoggettiva». Vita da cani ha sede a Stenico, ma è attiva su tutto il territorio regionale. Anche a Rovereto, alla casa di riposo e al centro di formazione professionale Veronesi, dove offre interventi educativi per gli studenti con Bisogni educativi speciali (Bes), e cioè con tutti quei bisogni derivanti da difficoltà dell’apprendimento (come dislessia o deficit di attenzione e iperattività) o da difficoltà legate a fattori linguistici, socio-economici, culturali. «Sebbene ogni intervento educativo sia strutturato ad hoc sui bisogni e sulle difficoltà specifiche dello studente, tutti funzionano grazie all’incredibile capacità di mediazione dell’animale. Il cane riesce ad essere una sorta di passepartout per entrare in contatto coi ragazzi, anche con i più chiusi o difficili, e stabilire con essi una relazione corretta, autentica e benefica: proprio ciò che spesso manca loro e che è causa di difficoltà e sofferenze». I risultati sono sorprendenti: «In poco tempo questi studenti mostrano dei fortissimi miglioramenti nella gestione delle loro difficoltà e delle relazioni sociali – spiega Satti -. Ogni anno registriamo con grande orgoglio un significativo calo della dispersione scolastica». Non solo educazione, però. Come anticipato, infatti, accanto a questo tipo di interventi Vita da cani ne offre anche altri: «Quando si parla di pet therapy – spiega ancora Satti – è bene distinguere tra tre tipi di interventi: i primi sono, appunto, quelli educativi, finalizzati all’inserimento sociale delle persone in difficoltà; i secondi sono gli interventi terapeutici, finalizzati alla cura di patologie della sfera fisica, neurologica e cognitiva; i terzi sono quelli caratterizzati da un’attività ludico-ricreativa e di socializzazione». Ogni tipo di intervento prevede attività e destinatari specifici. I primi sono tendenzialmente rivolti a ragazzi adolescenti, come nel caso di Rovereto. I secondi sono dedicati soprattutto agli anziani, ai malati di Alzheimer o di altre patologie neurodegenerative. I terzi, infine, sono perlopiù rivolti ai bambini: «da un lato si insegna come comportarsi con il cane per instaurare una relazione sicura e corretta (ad esempio, si insegna come avvicinare o accarezzare il cane); dall’altro si cerca di superare le fobie dei bambini proprio attraverso questa relazione». Ci sono poi le attività di pura didattica zoologica e etologica, o quelle dei laboratori Area verde: attività dedicate ai ragazzi con la stessa passione di Alain, quella per i cani e per la cinofilia. Un bel catalogo, insomma, che richiede una struttura adeguata. Sia in termini di componente umana: Vita da cani è dotata di un’equipe medico-scientifica permanente piuttosto numerosa e composta da un veterinario, due psichiatri (di cui uno infantile), un’educatrice e perfino una fisioterapista. Sia in termini di parco cani «Attualmente collaboriamo con sei coaudiotori di cani, ognuno dei quali ne ha tre. A questi vanno aggiunti i quindici cani operativi dell’associazione». Le razze più utilizzate sono i Golden Retriever e i Labrador, noti per la loro grande capacità relazionale. Ma anche in questo caso la scelta si adatta ai bisogni e alle difficoltà specifiche dei destinatari: «Lavoriamo con American staffordshire terrier (Amstaff), che piacciono molto ai giovani; o con barboncini, che grazie alla loro leggerezza e intelligenza sono perfetti per relazionarsi con persone fragili come gli anziani». Una struttura adeguata, si diceva, alla complessità e alla delicatezza dei servizi offerti: «Servono non solo risorse – conclude Satti – ma anche conoscenze e competenze diversificate e approfondite. Bisogna diffidare da quello che definisco il discount della pet terapy: servizi scadenti e potenzialmente dannosi. La prima cosa, non va dimenticato, è il rispetto del nostro collaboratore animale e delle norme che ne regolano il lavoro: ad esempio, un cane non può lavorare più di sei ore settimanali. C’è quindi un doppio motivo per affidarsi a professionisti: la qualità del servizio e la tutela dei lavoratori, di tutti i lavoratori».