Il dibattito
venerdì 15 Novembre, 2024
di Robert Tosin
In via Halbherr sorgeranno due nuove palazzine che, grazie ai crediti edilizi, saranno alte un piano in più della previsione originale: passano da quattro piani a cinque. I crediti sono relativi a due interventi di “risparmio di territorio” a Castel Dante e nella zona ai Fiori. Per la verità il passaggio in consiglio comunale, l’altra sera, era solo una formalità perché in questi casi non c’è nulla da decidere: è una sorta di presa d’atto perché questi strumenti urbanistici sono già disciplinati alla fonte anche nel rapporto con l’amministrazione comunale a cui spetta la pianificazione del proprio territorio.
È stata però un’occasione per tornare a parlare dei crediti edilizi e del loro utilizzo. Dal dibattito è emersa la preoccupazione da più parti che questa pratica alla fine rischi di diventare una sorta di scorciatoia per evitare le varianti urbanistiche dove il Comune è attore protagonista sovrano. Viliam Angeli era uno dei consiglieri perplessi: «Non sono contro i crediti edilizi – ha detto – ma porrei grande attenzione a come vengono utilizzati, perché alle volte portano a speculazioni che producono anche delle brutture architettoniche. E tendono a privilegiare chi i soldi ce l’ha e può permettersi di comprare i crediti edilizi rispetto a chi non può»
È stato l’assessore Andrea Miniucchi, quasi prendendosi in carico l’impegno, a richiamare la necessità dell’ente pubblico di restare il regista della gestione del proprio territorio avvalendosi degli strumenti che la legge urbanistica provinciale mette a disposizione. «Qui abbiamo parlato di crediti edilizi, la prossima volta arriverà in consiglio un intervento con valore di variante che riguarda la Merloni Sud; e poi ci sono le perequazioni. Il consigliere Angeli teme che con i crediti edilizi nascano delle brutture, magari sovradimensionate rispetto agli spazi. Ma il problema, in realtà, è quando si sommano diverse possibilità, come è successo se ai crediti aggiungiamo per esempio i bonus sull’efficientamento energetico».
Anche la sindaca Robol, architetta di professione, ha voluto fare un intervento a favore dell’uso dei crediti edilizi per quella funzione che potrebbero avere nell’ottica di una rigenerazione urbana, un rifacimento di angoli di città che per mille motivi sono trascurati o non rispondono più alle esigenze urbane. «In questo caso specifico – ha detto – si va a rigenerare un’area già caratterizzata da una forte residenzialità e si realizzano delle strutture, piacevoli anche architettonicamente, in un posto dove c’era il rimasuglio di una fabbrica. Dobbiamo anche ripensare in questo modo lo sviluppo di una città, senza timori di abbattere o rifare in altro modo realtà che ormai non rispondono alle necessità di quella zona».
L’appello di Marco Zenatti a tenere la pianificazione urbanistica sotto il controllo dell’ente pubblico è stato fatto proprio dallo stesso assessore Miniucchi. Ancora qualche scintilla ha provocato il tema della perequazione che ha riguardato l’ex Consolata ai tempi di Guglielmo Valduga: un dibattito che allora era stato molto duro (lo ha ricordato Paolo Farinati, allora assessore) perché trasferiva la capacità edificatoria in un’altra zona, pur salvando la collina sotto la spada di Damocle di ricorsi infiniti e richieste di risarcimento a favore dei proprietari.
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