il lutto

giovedì 11 Maggio, 2023

Rovereto dice addio a Nicola Gatti, scomparso a soli 33 anni per una grave malattia

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Il fisico e alpinista faceva conoscere le sue montagne a colleghi di tutto il mondo. Il prof Tosi: «Era tra le menti più brillanti, le multinazionali olandesi e l’università lo volevano, ma lui scelse il Trentino e i monti di casa sua»

Una mente eccelsa, fine, studiosa e amante della vita, delle montagne, della vita nelle sue infinite sfaccettature e complessità. Questo era Nicola Gatti ,un ragazzo che aveva dimostrato di essere uno tra i migliori studenti di fisica dell’Università di Trento, tanto che nel dottorato di ricerca vissuto tra il Trentino e Eindhoven in Olanda, sia l’università che le multinazionali di zona, lo avevano notato e avevano provato in tutti i modi a tenerlo con loro. Lui però aveva dichiarato amore al Trentino, alle sue montagne, alla vita di qui, fatta di affetti e passioni. Come quella per la montagna, per l’alpinismo e per l’arrampicata. Gatti è deceduto ieri pomeriggio a 33 anni compiuti lo scorso 16 aprile. I piedi piantati a terra, a Rovereto, dove lavorava per la Leos Instruments, una ditta che si occupa di strumentazione a laser, e lo sguardo e le amicizie oltre i confini nazionali. Gatti era solito invitare i suoi amici e compagni di studi provenienti da tante nazioni del mondo e accompagnarli personalmente sulle Dolomiti, o in percorsi ancora più impegnativi come quella volta che li ha portati sul monte Bianco. Un lavoro che amava perché figlio dei suoi studi portati avanti nel dottorato di ricerca con il prof Paolo Tosi con il quale è nata un’amicizia oltre la cattedra. «È stato un brillantissimo studente di dottorato e poi siamo diventati amici – racconta Tosi con la voce resa fragile dall’improvvisa drammatica notizia. Era molto, molto brillante e aveva una grande umanità. Sapeva farsi amare e voler bene tanto che spoesso mi raccontava di compagni di studi e amici che venivano a trovarle e lui li portava in montagna dove gli piaceva stare. Oltre che un ottimo scienziato, era anche un eccellente rocciatore e appassionato alpinista. Ricordo – continua il prof Tosi – quando vennero a trovarlo alcuni suoi compagni di Eindhoven e passarono una settimana di fuoco sulle dolomiti. Poi portò Mohammad, il più scatenato, in cima al Bianco». Un rapporto di amicizia, quello tra Tosi e Gatti, che si è consolidato negli anni. «Sapeva vivere la vita. Mi ricordo – racconta Tosi – che durante le vacanze di Natale del 2020 mi telefonò dicendomi “Paolo, ho un tumore”. Rimasi di sasso, ma poi ci incoraggiammo a vicenda. Invece è finita male, a 33 anni, nel fiore degli anni. Tutto questo è profondamente ingiusto. Hai finito di soffrire Nicola, vola alto sulle tue montagne». Nicola non ce l’ha fatta a vincere il suo male e lascia nel dolore amici e conoscenti, colleghi di lavoro e, soprattutto i famigliari, la mamma il papà e le sorelle. «Si è curato a Trento e Bolzano – spiega Tosi – Ero stato a trovarlo a Rovereto e ci eravamo bevuti una birra insieme, mi aveva detto che stava andando tra alti e bassi e poi oggi (ieri ndr) l’inaspettata notizia. È un’ingiustizia».