Il caso
mercoledì 12 Febbraio, 2025
di Redazione
Familiari a cui, al momento del pasto dell’anziano parente, viene chiesto di allontanarsi dalla sala o dalla stanza. Questo quello che succede all’Rsa di Trento Beato de Tschiderer e denunciato dalla consigliera del Pd Francesca Parolari in un’interrogazione in Consiglio provinciale. «Dopo il Covid alcune RSA trentine fanno davvero fatica a tornare ad una gestione dei rapporti con l’esterno, specie con i familiari – scrive la consigliera – Un caso eclatante è rappresentato dal modo in cui nella Rsa Beato de Tschiderer viene gestita la presenza del familiare durante il pasto. Risulta sia solennemente vietato presenziare al pasto dell’anziano, anche se questo si alimenta da solo e il parente/assistente è semplicemente seduto a fianco. Ciò vale anche quando l’anziano pranza o cena in stanza. Al momento del pasto al parente/assistente viene chiesto di uscire dal locale, la porta viene chiusa e, dopo alcuni minuti, questi è autorizzato a rientrare a pasto consumato (o, spesso, non consumato)».
Testimonianze che hanno spinto la consigliera a presentare un’interrogazione alla giunta. La consigliera chiede alla giunta provinciale «se è a conoscenza dei fatti riportati, se ritiene che il divieto di presenza del familiare, non giustificato, rappresenti un’azione ingiusta e brutale, da biasimare e redarguire e se, infine, visto che tale divieto risulta esercitato anche in altre Rsa, non si intenda intervenire attraverso linee guida chiare per ripristinare modalità di visita e di presenza anche durante il pasto che garantiscano a tutti gli effetti la continuità della relazione e del sostegno affettivo al residente, come previsto dalle Direttive provinciali annuali».