Val di Non
sabato 17 Agosto, 2024
di Francesca Dalrì
Doveva essere una vacanza serena, lontana dai ritmi frenetici della città, immersi nella pace del piccolo Comune di Rumo, in Alta Val di Non, ai piedi delle Maddalene. Ma si è trasformata in un attacco frontale da parte di due famiglie di Reggio Emilia alla comunità locale, tanto da spingere queste ultime a lasciare l’appartamento preso in affitto in valle e tornarsene da dove erano venuti. Il tutto per delle campane, quelle della chiesa di San Lorenzo nella frazione di Mione che, suonando anche di notte ogni mezzora a indicare l’ora per un totale di 48 volte al giorno e 184 rintocchi, avrebbero impedito ai turisti persino di dormire. «Esperienza tristissima – così l’ha descritta sul proprio profilo Facebook Luciano Manicone, uno dei villeggianti – da condividere assolutamente poiché posti immensi vengono rovinati da comunità piccine». Un post di denuncia a cui il turista emiliano ha allegato persino il video di una bambina che in lacrime afferma: «Voglio fare una vacanza».
Se non fosse per i social, la vicenda, pur grottesca, sarebbe probabilmente rimasta confinata in paese. Ora, invece, rischia addirittura di finire in un’aula di tribunale. Da un lato, infatti, i turisti, la cui abitazione si trovava a dieci metri dal campanile, contestano il reato di disturbo della quiete pubblica e raccontano di essere stati sbeffeggiati da alcuni residenti e addetti del Comune: «Ci hanno consigliato di tornare a casa nostra e di non farci più vedere in giro, aggiungendo “sappiamo quali sono” rivolto alle nostre auto – scrive Manicone –. Non siamo riusciti a reggere, le campane hanno iniziato a intonare melodie mattutine, la stanchezza e la paura di subire danni, oltre a qualche imprevisto nell’alloggio, ci hanno impedito di proseguire la vacanza». Una versione ben differente da quella sia della parrocchia sia del Comune. «Martedì mattina ho ricevuto più di venti chiamate sul mio numero di telefono – racconta la prima cittadina Michela Noletti –. Questo dopo che sabato mattina le due famiglie di turisti avevano già chiamato gli uffici comunali e il vicario. Avevo visto don Ruggero parecchio spaventato, così alla fine ho deciso di intervenire di persona, con l’intento di trovare in maniera tranquilla la miglior soluzione per tutti. Non c’è stato però nulla da fare e sono persino stata minacciata a livello personale: mi hanno detto che sarebbero venuti sotto casa mia di notte. Per fortuna, avendo capito che la situazione stava degenerando, mi sono recata sul posto con i carabinieri che potranno testimoniare quanto accaduto». La sindaca sta infatti valutando con chi di dovere di agire per vie legali per tutelare la propria comunità. «So di essermi comportata con onestà quindi le offese personali mi scivolano addosso, ma non tollero che una vicenda venga strumentalizzata per aggredire un’intera comunità, caratterizzata da sempre dai valori del rispetto e dell’accoglienza. È la prima volta che a Rumo succede una cosa del genere e in paese sono tutti sgomenti, anche i tanti turisti che da anni scelgono la nostra località per trascorrere le proprie vacanze». «Come comunità non abbiamo mai negato a nessuno l’aiuto, cercando sempre di far star bene chi sceglie il nostro paese – aggiunge Giovanni Bertolla del Consiglio affari economici della parrocchia –, ma quando qualcuno vuole imporre la propria volontà con le cattive maniere, mi sembra evidente che non possa trovare disponibilità dall’altro lato. Il fatto che questi turisti si siano portati con sé per le ferie persino il fonometro, mi fa pensare che l’unico intento fosse da principio quello di fare polemica e denigrare la nostra piccola comunità».