sanità

sabato 8 Marzo, 2025

Salute mentale, i ricoveri crescono del 30%. Ma il personale è carente: mancano 100 operatori

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Le riposte dell’assessore Tonina alle interrogazioni dei consiglieri. Liste d’attesa, bloccati i fondi di compensazione per i cittadini

In soli due anni, i ricoveri nei servizi psichiatrici del Trentino sono aumentati del 33%, passando dai 756 del 2021 ai 1010 del 2023. E i cittadini stranieri presi in carico (punto critico, legato anche ad episodi che mettono a rischio la sicurezza pubblica) sono aumentati del 30%, dai 573 del 2021 ai 745 del 2023. Ma l’organico è in grossa difficoltà: mancano cento tra medici e infermieri.
Attesi da mesi, da ottobre, quando erano state presentate diverse interrogazioni in consiglio al riguardo, nella serata di ieri sono stati pubblicati i dati relativi allo «stato di salute» della psichiatria territoriale del Trentino.

La situazione che ne esce non è delle migliori. Soprattutto dal punto di vista del personale medico. Solo per l’unità di psichiatria servirebbero infatti, 386 operatori, di cui 54 medici. Ce ne sono in servizio, però, sono 305, di cui 40 medici. Aggiungendo anche gli altri servizi, dall’unità dipendenze alla neuropsichiatria infantile,

Il tutto mentre tutti i numeri relativi alla «presa in carico» aumentano. Dai ricoveri, agli accessi al pronto soccorso, ben 4.544 nel 2023, fino al numero «assoluto» dei pazienti: erano 1.412 nel 2021, sono diventati 1592 nel 203. Stabili invece i numeri dei trattamenti sanitari obbligatori, 80 nel 2023, così come il numero dei suicidi: 46 nel 2023 e simili agli anni precedenti. Il picco è stato nel 2020: con 59 suicidi.
Liste d’attesa, fondi bloccati
Intanto una nuova interrogazione su un tema sanitario è stata depositata ieri dal consigliere del Partito democratico, Paolo Zanella. Zanella ha ricordato come una delibera, datata lo scorso novembre, abbia messo a disposizione 700 mila euro per utilizzare le attività libero professionali «intra moenia», cioè quelle svolte dagli stessi dipendenti dell’azienda provinciale per i servizi sanitari, ma in libera professione, a pagamento nel caso vengano sforati i tempi d’attesa. Una compartecipazione per venire incontro al cittadino, che pagherebbe comunque una somma. «A distanza di mesi — il commento di Zanella — Apss non ha ancora adottato nulla per garantire questo servizio voluto dalla Provincia. Intanto, come abbiamo visto di recente, le criticità restano».