La reazione
venerdì 29 Settembre, 2023
di Redazione
La questione medici di famiglia torna a far discutere. In questi giorni Nicola Paoli, segretario del sindacato dei medici di medicina generale Smi denuncia la mancanza di professionisti in alcune zone di Trento che, a suo dire, sarebbe dovuta anche all’indifferenza delle istituzioni che non mettono a disposizione dei medici ambulatori nei sobborghi. Il Comune, dal canto suo, ha ribattuto spiegando la questione legata al canone d’affitto degli ambulatori medici di proprietà comunale. «Per ragioni di equità, il Comune di Trento non può concedere ai medici l’ambulatorio a titolo gratuito perché si tratta di una misura che non può essere garantita a tutti, visto che molti medici affittano gli ambulatori sul libero mercato. Senza contare che stiamo pur sempre parlando di ambulatori di un Comune capoluogo, che già è molto più attrattivo delle Valli. La concessione gratuita di spazi a Trento avrebbe la diretta conseguenza di sottrarre medici alle zone più periferiche della provincia, eventualità che non può essere sottovalutata. Per tutte queste ragioni la scelta è stata quella di applicare agli ambulatori un canone contenuto. Nel caso di Villamontagna, ammonta a 93 euro al mese, comprese le spese di elettricità e riscaldamento. Per la cronaca, oggi il dottor Nicola Paoli, portavoce delle contestazioni degli ultimi giorni, ha accettato le condizioni del Comune, diventando ufficialmente il medico di Villamontagna dal prossimo primo ottobre. Ricordiamo che gli ambulatori medici di proprietà comunale nel territorio di Trento sono 43, di cui 36 occupati da medici di medicina generale e 7 da pediatri di libera scelta. Spesso più medici condividono un ambulatorio con un’attività principale o secondaria».