Il fatto
venerdì 29 Settembre, 2023
di Redazione
«Siamo alla frutta. Mille pazienti di Romagnano e altrettanti sulla collina est , tra Povo, Martignano, Cognola e Villamontagna sono senza medico di famiglia e nessuno sembra interessarsene. Lo stesso vale per quelli di Gardolo che da mesi e mesi fanno la spola fino a Mattarello e Ravina perché nessuno mette un ambulatorio a disposizione gratuita a Gardolo al medico che si sarebbe insediato. Attualmente vanno anche a Meano ma anche lì stanno finendo i posti». Nicola Paoli, segretario del sindacato dei medici di medicina generale Smi denuncia la mancanza di professionisti in alcune zone di Trento che, a suo dire, sarebbe dovuta anche all’indifferenza delle istituzioni che non mettono a disposizione dei medici ambulatori nei sobborghi: «Da 18 giorni l’ambulatorio di Villamontagna è chiuso a chiave nonostante un medico avesse chiesto già il 9 settembre di poter accedere. Retribuito da APSS con 3 euro al mese di stipendio per ogni paziente, il Comune di Trento gliene ha chiesti 4 per ogni paziente di Villamontagna, che ha adesso, per usufruire dell’ambulatorio. Siamo basiti. Sia a Villamontagna che a Romagnano, frazioni di Trento, gli ambulatori sono a pagamento. Chi glielo fa fare a medici che pagano già altri ambulatori comunali e privati cittadini di pagarne uno di più in perdita per dare lustro ad un Comune che non ha a cuore nè i cittadini né i medici? Noi non intendiamo proporci laddove non siamo accettati per la nostra professionalità ma richiesti solo per il nostro portafoglio! Purtroppo dobbiamo avvisare la popolazione che a queste condizioni hanno gettato la spugna 4 dei cinque medici che avevano accettato di aiutare il Comune nelle scorse settimane. Alcuni medici da fuori regione che si erano detti interessati sono tornati indietro. Ne resta solo uno di medico volenteroso». Una situazione prevedebile, secondo Paoli: «Avevamo avvisato le istituzioni da un mese. La legge 16 del 2010, all’art.41 comma 7 bis prevede anche oggi che il Comune, su richiesta alla Provincia, possa dare gratuitamente l’ambulatorio di Villamontagna e di Romagnano ai medici che ne fanno richiesta come ambulatori secondari. Insistono a raccontare che non è vero. Insistono a promettere interrogazioni, ma non concludono nulla né con le petizioni in farmacia, né da parte dei gruppi consiliari comunali», commenta amaro Paoli che poi rincara la dose: «Il contratto del marzo 2020 e quello che entrerà in vigore al 1 ottobre 2023, prevedono inoltre che tutti i medici di Trento che si rendono disponibili ad aumentare il proprio attuale massimale, possano ricevere le scelte dei cittadini di Trento che ne fanno richiesta, qualora non si autorizzi l’ingresso di un incaricato provvisorio. In cambio l’Apss può pagare il costo dell’ambulatorio secondario ai medici stessi. Neppure questo viene autorizzato. In questo momento, Apss non interviene per tempo ed il Comune non ritiene di dover concedere gratis l’ambulatorio ai medici interessati ad andare nelle zone rimaste scoperte. L’incaricato provvisorio non può accettare scelte ma solo attendere l’arrivo di un altro medico che oggi non trovano».
Paoli denuncia una situazione che potrebbe aggravarsi soprattutto per gli anziani, con l’inverno alle porte e le vaccinazioni da fare: «Molti ammalati sono in situazione di non autosufficienza; molti erano in assistenza domiciliare; molti sono tumorali; alcuni anche gravemente affetti da patologie degenerative importanti che necessitano di cure immediate. Moltissimi stanno attendendo di essere vaccinati con l’anticovid19 e per l’antiinfluenzale. I medici di medicina generale da oggi hanno i vaccini per gli utenti che sono iscritti. Consigliamo, gli altri, di andare al pronto soccorso».