La questione
giovedì 6 Giugno, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
Se altrove le risorse non ci sono, allora bisogna trovarle da sé. Via quindi alla «spending review» nella sanità trentina. «Uno degli obiettivi che ho dato a Ferro (il direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, ndr) è quello di ottimizzare l’utilizzo delle risorse per indirizzarne di più al personale», spiega l’assessore provinciale alla salute Mario Tonina. La direttiva è chiara: si taglino gli sprechi perché necessitano risorse per aumentare le retribuzioni e potenziare le attività.
La revisione della spesa sanitaria servirà anche ad affrontare il problema delle lunghe liste d’attesa. Per ridurre i tempi il governo Meloni ha appena varato un piano, sintetizzabile in alcune azioni: visite mediche nel weekend e di sera, reindirizzamento dei pazienti a strutture private o liberi professionisti nel caso in cui i tempi di attesa siano superiori a quelli previsti per legge, centro unico prenotazioni e monitoraggio delle prestazioni. Un piano che ha raccolto dubbi sull’effettiva copertura finanziaria. «Il piano non si applica in Trentino — chiarisce Tonina — In ogni caso, da una prima analisi di questo decreto legislativo, non troviamo nulla di nuovo. Utilizzo del sistema Rao, il Cup unico, sistemi di prenotazione attraverso privati accreditati, sistema di disdetta del Cup, agende dedicate alla gestione dei pazienti cronici e oncologici: sono tutte azioni che noi stiamo già attuando, e non abbiamo ancora risolto il problema, pensate un po’».
Sì, perché il problema si fa sentire anche in Trentino, in particolare per alcune prestazioni come Tac, ecografie e visite oculistiche. «Dobbiamo assolutamente tornare in pareggio o quantomeno dare risposte ai cittadini — dice l’assessore — Su una parte delle prestazioni l’attesa è troppo lunga. Per fare questo — annuncia — stiamo già programmando alcune attività aggiuntive nelle giornate di sabato. In questo modo andremo incontro alle esigenze dei cittadini, visto che in molti lavorano durante la settimana, e potremo dare continuità all’apparecchiatura». Tonina ci tiene a fare una puntualizzazione: «Il potenziamento delle attività era già previsto: lunedì avrò un incontro con Ferro. Non abbiamo bisogno di lanciare slogan in tempi di elezioni».
Emergono, però, gli stessi dubbi affiorati a livello nazionale in merito al piano del governo. Ci sono le risorse per aumentare i controlli nel weekend? C’è personale a sufficienza? Ci sono i fondi per attrarre medici e infermieri? «Certo che garantiamo i fondi — esclama Tonina — Per quanto riguarda la carenza di personale, sulla parte medica contiamo di risolvere il problema con la Scuola di Medicina, mentre sulla parte infermieristica dobbiamo essere più attrattivi, e per essere attrattivi bisogna investire su formazione e orientamento, e bisogna aumentare le retribuzioni. Dove troviamo le risorse? Il bilancio della sanità trentina ammonta a circa 1 miliardo e 400 milioni di euro: sono convinto che ci sono spazi di miglioramento. Non vuol dire tagliare, ma ottimizzare le risorse per indirizzarne di più al personale».
L’aumento delle paghe è quello che torna a chiedere la funzione pubblica della Cisl del Trentino con il suo segretario generale Giuseppe Pallanch: «Si deve ripartire dall’investimento nel capitale umano, questo si ottiene solo se si valorizza il lavoro. Significa aumentare le retribuzioni, rinnovare i contratti e investire nella medicina territoriale di prossimità. È inoltre urgente investire e analizzare veramente e con capacità di ascolto i fabbisogni di comparti sempre più in sofferenza».