Sanità

sabato 7 Settembre, 2024

Sanità, primo incontro sui medici da destinare alle Case di Comunità

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Serve l'accordo fra sindacati e assessorato per accedere ai contributi per la medicina territoriale

Avviata la trattativa per il contratto arretrato dei medici di famiglia in Trentino relativamente al triennio 2019-2021. Si è tenuto giovedì il confronto tra l’assessore Mario Tonina con il suo staff tecnico e Smi (Sindacato medici italiani). Durante l’incontro è stato presentato dalla Provincia un primo documento, rigettato immediatamente da Smi, in attesa che Piazza Dante deliberi l’atto di indirizzo di questo triennio da discutere.
La trattativa dovrà portare a definire il personale medico che occuperà, a partire dai bandi di concorso di marzo 2025, le Case di Comunità previste dall’investimento del Pnrr. «E già su questo punto, e sul ruolo dei giovani medici obbligati a lavorare lì, Smi Trentino ha proprie idee che non collimano con quelle del governo, caratterizzate da minima intensità e durata assai ridotta, senza dare una risposta concreta al problema della non autosufficienza», commenta Il dottor Nicola Paoli, segretario del sindacato. «Non solo – rilancia Paoli – Provincia e Azienda sanitaria ipotizzano di ridiscutere ruolo, programmazione, obiettivi di salute dei medici a ruolo unico e la costituzione delle Agenzie funzionali territoriali e delle Unità complessive di cure primarie».
«A fronte dell’impegno costante dell’assessore a visitare tutte le strutture di cura e ospedaliere sul territorio e a formare in continuazione tavoli di lavoro ristretti senza la componente medica, per discutere di anziani anche ammalati, stride con il fatto che ci si dimentichi di visitare le sale d’attesa dei 335 ambulatori dei medici di medicina generale, pieni all’inverosimile di cittadini trentini (420.000) in gran parte sopra i 65 anni».
Medici di famiglia e di guardia che, dicono dal sindacato, «hanno nel Piano nazionale della cronicità e nel Piano provinciale della prevenzione, due capisaldi di cui sono soggetti principali all’interno delle Case di comunità come nei territori. Ma che, soprattutto, vedono nella assistenza domiciliare integrata e programmata, la sfida centrale per i prossimi anni per rendere il servizio sanitario pubblico più vicino alle persone e alla Comunità». Assistenza domiciliare che riceverà dal Governo ingenti somme solamente se verrà sottoscritto dall’assessore, con la medicina generale, un accordo che soddisfi entrambi.
Smi sottolinea, al contrario, che ad oggi la situazione è ancora al palo con le promesse scritte nell’accordo del triennio precedente, compresi gli sportelli Cup a vantaggio dei pazienti anziani negli ambulatori del territorio. Urge quindi trovare in fretta una soluzione alla spaccatura tra le due parti in causa.