il confronto
martedì 8 Aprile, 2025
Sanità, scuola e rifiuti: le idee dei candidati sindaco di Borgo Valsugana. La sicurezza è tema trasversale
di Emanuele Paccher
Quattrocento persone al confronto pubblico organizzato da «il T» all’Istituto Degasperi. Dalledonne, Ferrai, Orsingher e Galvan si sono affrontati sui temi cruciali della città

Non sono stati sufficienti i 300 posti a sedere dell’auditorium dell’istituto Degasperi di Borgo Valsugana per contenere il desiderio di partecipazione della comunità durante il dibattito organizzato nella serata di ieri, da «il T quotidiano» in vista delle elezioni amministrative del 4 maggio.
Quattro i candidati sindaci che si contendono la carica di primo cittadino, sostenuti ognuno da due liste per un totale di 128 candidati consiglieri. Il capoluogo valsuganotto è centrale per le dinamiche della comunità di valle Valsugana e Tesino e, in questi anni, ha mostrato molta vivacità e suscitato interesse. Il paese sta per rinnovare profondamente il proprio ospedale, il centro storico cerca una nuova vita, i giovani hanno saputo realizzare eventi di importanza provinciale e oltre.
Ecco dunque che la scelta del futuro sindaco risulta essere cruciale. Nell’evento di ieri, introdotto dal direttore del giornale Simone Casalini e moderato dal giornalista Johnny Gretter, i candidati si sono confrontati su numerosi temi. Sul palco Fabio Dalledonne, ex sindaco di Borgo dal 2009 al 2018, sostenuto dalle liste «Civica Fabio Dalledonne» e «Insieme Borgo e Olle»; Martina Ferrai, sfidante del sindaco uscente Enrico Galvan durante le elezioni del 2019 e risultata sconfitta di misura, sostenuta da «Comunità Futura» e «InCentro Borgo – Olle»; Enrico Galvan, sindaco uscente, sostenuto dalle liste «Borgo e Olle Bene Comune» e «Borgo Domani»; Armando Orsingher, consigliere uscente, sostenuto dalle liste «Rivivere Borgo» e «Cuore Civico Orsingher Sindaco».
Quali sono tre priorità del vostro programma?
Dalledonne: «I tre punti principali sono: sicurezza e decoro urbano, la legge Severino 190 del 2012, la tenuta dei conti. La priorità numero uno è la sicurezza. Il tema è delicatissimo. L’ordine pubblico, la sicurezza e la legalità saranno al centro dell’azione amministrativa, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine. Una delle proposte sarà l’introduzione del controllo di vicinato».
Ferrai: «I tre temi che sono emersi nel percorso di condivisione con la popolazione che abbiamo condotto nei mesi passati sono: rifiuti, mobilità, e sicurezza. Sono tre temi che caratterizzano il benessere delle nostre famiglie. Per quanto riguarda la questione dei rifiuti, molte persone non tollerano più le condizioni impresentabili delle isole ecologiche. Un secondo punto è quello della sicurezza, che riguarda in primo luogo le persone fragili. È necessario avere una maggiore presenza della polizia locale con una funzione preventiva. Il terzo tema è quello della mobilità, intesa in particolare come la necessità di trovare parcheggio».
Orsingher: «Le nostre tre priorità sono legate alla sicurezza, alla questione ecologica, in particolare le aree di conferimento dei rifiuti, e il piano regolatore generale dei centri storici. Per quanto riguarda la sicurezza abbiamo avuto problematiche di non poco conto. La gente ha paura di uscire da casa. Questo è un problema delicato, difficile, che va risolto non solo dal comune di Borgo ma attorno a un tavolo ben più ampio. Per la questione ecologica occorre cercare di risolvere la questione dei conferimenti selvaggi. Per il Prg dei centri storici occorre pensare a un rilancio del centro, che è possibile solo partendo da una revisione del piano».
Galvan: «Il primo riferimento è la realizzazione del nuovo asilo che porterà la capienza da 45 a 66 posti con la flessibilità nell’orario. È necessario infatti dare risposte concrete alle famiglie che sono volute venire a vivere nel nostro territorio per pianificare il futuro della comunità. Poi occorre puntare alla revisione del piano urbanistico del centro storico. La terza priorità è quella della sicurezza. Noi abbiamo lavorato molto specialmente sul tema della videosorveglianza. Ora stiamo lavorando al regolamento di polizia urbana, che serve per dare strumenti al sindaco e alle forze dell’ordine per intervenire. Le situazioni di degrado e di microcriminalità devono essere interrotte sul nascere».
Quale sarebbe il primo provvedimento che fareste da sindaco?
Ferrai: «Il primo intervento sarà incontrare tutti i dipendenti del Comune, anche per riuscire a capire quali siano le loro esigenze e difficoltà. Il secondo sarà legato ai rifiuti».
Orsingher: «Il primo provvedimento che farei sarebbe l’istituzione di un tavolo aperto con le forze dell’ordine».
Galvan: «Il primo provvedimento sarà quello di rimettere insieme tutti gli interlocutori con cui abbiamo parlato in questi mesi, dalla Provincia alle associazioni di categoria agli imprenditori. Il termine fondamentale è sinergia per la crescita e lo sviluppo della comunità».
Dalledonne: «Nei primi cento giorni dovrà essere attivato e reso operativo il protocollo sul controllo di vicinato, che è lo strumento per il quale i cittadini offrono i loro occhi per il monitoraggio del territorio».
L’ospedale si sta rinnovando con un nuovo polo. Quale futuro vedete per il S.Lorenzo, pensando anche al rapporto di Borgo con la Provincia?
Orsingher: «L’ospedale di Borgo è particolarmente caro per il nostro paese e non solo. Si tratta di un ospedale nato nel 1496 e che nel 1913 è stato inaugurato nel luogo in cui è adesso. Il Comune può intervenire, ma il punto centrale è il personale, che non può essere messo dal Comune di Borgo. Si tratta di un problema da affrontare a livello provinciale».
Galvan: «Il tema della salute è centrale nel nostro programma. Il sostegno all’ospedale è sempre stato affrontato con molta attenzione, sia dal punto di vista tecnico che nei rapporti con la parte politica. L’ampliamento dell’ospedale va benissimo, ma non dovrà essere una scatola vuota. Già oggi ci sono lunghe liste di attesa su cui occorre lavorare».
Dalledonne: «Nel 2026 sarà completato il nuovo blocco operatorio, avremo nuovi ambulatori e il nuovo pronto soccorso. Speriamo che l’ospedale possa guadagnarne dal punto di vista dell’attrattività. L’ospedale è un bene da salvaguardare, dobbiamo combattere per difenderlo».
Ferrai: «La nuova ala andrà a integrare gli ambiti dell’urgenza, ossia del pronto soccorso, e la parte di chirurgia, in particolare per le persone con disabilità. Il comune potrà favorire il reperire gli alloggi. Questo andrà a favore sia degli studenti, sia dei pazienti che non sempre devono essere ricoverati».
Come in altre città anche a Borgo spesso si parla di un centro storico dove le attività faticano ad aprire. Quali misure possono rivitalizzare il commercio?
Galvan: «L’amministrazione, insieme ad altri partner, in questi anni ha organizzato tante iniziative durante l’anno. questo sia nel periodo estivo che in quello invernale. Si tratta di eventi che possono essere attrattivi per il centro storico. Borgo si è mostrata all’altezza di organizzare grandi eventi, come le olimpiadi dei vigili del fuoco. Poi il centro soffre molto a causa dell’e-commerce».
Dalledonne: «Bisogna anzitutto porsi una domanda: quanti negozi del centro storico di Borgo sono chiusi per fallimento? Nessuno. Un tema è dunque quello del ricambio generazionale. Il secondo tema è quello legato alla vetustà del piano generale del centro storico che non consente modificazioni particolari. Prendo a prestito un motto della città gemellata di Bludenz: facciamo affari insieme, perché sostenendo le nostre attività economiche dimostriamo di volerle bene e di amarle».
Ferrai: «Le azioni che l’amministrazione può fare sono sicuramente anzitutto di tipo pianificatorio per riportare le persone a vivere in centro, per farlo rivitalizzare e tornare a essere attrattivo. Un punto inserito in programma è quello dell’apertura dello sportello Europa. Gli eventi devono essere programmati e pianificati con anticipo. Un ultimo punto è quello dei parcheggi».
Orsingher: «Il centro storico è un argomento estremamente difficile. Cento anni fa, a partire dalla farmacia Bailo per arrivare in fondo al corso, al Sait, c’erano 105 attività economiche. Andando avanti con gli anni qualcosa è successo, a partire dall’e-commerce. Occorre dare incentivi a chi intende aprire nuove attività, e occorre pensare a una revisione del piano regolatore dei centri storici».
Oggi ci troviamo nell’auditorium Degasperi. La scuola segnala un problema di spazi, e da anni si discute della creazione di una nuova sede per la biblioteca e di un polo culturale. Quali le vostre proposte?
Dalledonne: «La questione è nota e nelle agende politiche da anni. Borgo merita un teatro e una biblioteca proprie. Io speravo di vedere identificato questo spazio nel sedime delle ex scuole elementari. Non dico che non servisse l’asilo nido, ma si poteva ragionare per un polo culturale. Ora è necessario pensare ad altre aree, come magari quella dell’ex oratorio».
Ferrai: «Sicuramente Borgo ha bisogno di un intervento per il polo culturale. Purtroppo anni fa sono state perse delle occasioni di finanziamento e di intervento. Fatto sta che Borgo, come centro più popoloso della Bassa Valsugana, necessità di una biblioteca degna di confrontarsi con altri centri del territorio. La biblioteca non deve essere solo un luogo con i libri, ma un centro culturale a tutto tondo».
Orsingher: «Si tratta di un argomento estremamente sentito. Nel 2005 era stato fatto uno studio per una ristrutturazione completa dell’ex Masera che poi non è andata in porto. Un’idea da attuare è la creazione di un fondo culturale dove chi ha del materiale storico lo può mettere a disposizione per studio».
Galvan: «Noi siamo molto orgogliosi della biblioteca che abbiamo e dei servizi resi alla comunità. Sul tema degli spazi ne stiamo parlando da tempo, è nelle nostre priorità ogni volta che interagiamo con la Provincia. Spero che i rapporti possano diventare proficui nei prossimi tempi. Stiamo completando la permuta con l’ex masera Tabacchi, per la quale c’è una programmazione in atto».
A Borgo e in tutta la comunità di valle si parla spesso di abbandono di rifiuti. La comunità Valsugana e Tesino ha applicato la linea dura aumentando le multe fino a un massimo di 20.000 euro. Quali soluzioni proponete?
Ferrai: «Il tema è importantissimo. I cittadini di Borgo e Olle non ne possono più di vedere le isole ecologiche nelle condizioni attuali. Ci sono soluzioni come le aree chiuse e le isole interrate. Poi ci sono misure di prevenzione da mettere in atto attraverso la predisposizione di aree più facili da controllare. Infine ci sono le misure sanzionatorie».
Orsingher: «All’origine di tutto penso che manchi una cultura di educazione civica, che dovrebbe nascere dalle scuole e che è venuta a mancare nel corso degli anni. Se manca quella qualsiasi riflessione ulteriore sarebbe inutile».
Galvan: «Il tema dell’abbandono dei rifiuti è un tema centrale. Ci sono due modi per intervenire: da una parte stiamo impostando, come comunità di valle, il nuovo bando per la gestione dei rifiuti. Dall’altro lato c’è il tema dei controlli. C’è bisogno di controlli incrociati. Poi, infine, c’è bisogno di formazione e cultura».
Dalledonne: «I furbetti l’hanno sempre vinta e non è accettabile. Questo è anzitutto un tema di cultura e di civiltà. Occorre tentare una battaglia al crimine. Anche il controllo di vicinato può aiutare in questo senso».
Una questione sentita dai cittadini è quella dell’Hotel Venezia, un albergo storico ormai in abbandono. Quale potrebbe essere il destino di questa struttura?
Orsingher: «Lo abbiamo sotto gli occhi tutti quanti: si tratta di una proprietà privata, non è possibile dire semplicemente che dà fastidio vederla e di metterla a posto. Il Comune può fare poco a mio parere. Quando ero in giunta comunale abbiamo fatto quattro proroghe edilizie al proprietario e l’idea era quella di fare un edificio per ospitare convegni. me amministratore a chi non piacerebbe vederlo funzionale, bello, nuovo? La vedo dura poter dire al proprietario di metterlo a posto»
Galvan: «Chiaramente l’hotel Venezia è in un posto splendido, ha delle caratteristiche che possono essere premianti dal punto di vista dello sviluppo. L’auspicio è che ci possa essere una volontà imprenditoriale, perché le richieste ci sono, abbiamo visto lo sviluppo del turismo in questi anni, di un albergo all’altezza. Ci potrebbe essere uno spazio economico per questa esperienza. È un’esperienza privata. Se arrivasse un imprenditore, l’amministrazione è un interlocutore con il quale si possono fare tante sinergie per valorizzare queste esperienze imprenditoriale. Speriamo che qualcuno ci possa credere.
Dalledonne: «La proprietà è privata, ma sarà cura dell’amministrazione cercare di dialogare con i proprietari. Le prime proposte che mi vengono in mente sono legate all’aspetto ricettivo, con ristorazione e stanze. L’area sarebbe già destinata dal punto di vista urbanistico, e sarebbe un impedimento in meno su cui lavorare. Un’altra proposta sarebbe recuperare la sua funzione di inizio ‘900: il birrificio. Potrebbe essere un’idea imprenditoriale interessante. Un’altra proposta che stiliamo nel programma è quella di valutare la possibilità, sempre se un investitore lo penserà, una struttura legata al personale che fa il pendolare. Mi riferisco a medici, infermieri, professori».
Ferrai: «Anche io ribadisco che l’edificio è privato. Ha un posto particolare nel cuore della popolazione di Borgo, anche ammantato di leggenda. Come è leggendario il passato, spesso sono leggendarie anche le ipotesi sulle possibili destinazioni. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità a ragionare con i proprietari per eventuali recuperi. Sarebbe ottimale che ci fosse una destinazione aperta al pubblico o di tipo ricettivo o ancora sociale».
Un’ultima domanda sui giovani: Trento 2060 è una realtà nata proprio a Borgo, uno dei pochi festival autoctoni, creato da una comunità di ragazzi. Che politiche pensate per favorire le iniziative e la creatività dei giovani?
Dalledonne: «Soprattutto per la fascia dei giovani più maturi, cioè coloro che hanno raggiunto un diploma o dovranno laurearsi, esiste la necessità di dare non solo spazi per lo studio ma anche l’identificazione di uno spazio ad ampie funzioni, che possa essere dato loro in gestione. Il tema dei giovani è che vanno messi di fronte a responsabilità da gestire: una struttura polivalente potrebbe essere una fucina di iniziative».
Orsingher: « Bisogna portare a termine ciò che i giovani chiedono. Pochi giorni fa ho trovato un ragazzo e gli ho chiesto: dimmi una cosa, cosa ti piacerebbe sentirti proporre? Niente di che, semplicemente abbiamo bisogno di uno spazio nostro, dove poter parlare, essere protagonisti, fare qualcosa di più. Questo era un po’ ciò che chiedeva questo ragazzo. Perché ha chiesto qualcosa di concreto, che si può fare».
Ferrai: «Credo che la fiducia nelle istituzioni verso le iniziative giovanili sia necessaria. Mettere a disposizione uno sportello di consulenza per questioni pratiche e burocratiche, ma poi coinvolgere le persone più giovani nella gestione di attività sociali e culturali».
Galvan: «Con i giovani abbiamo cercato di lavorare tante ci sono progetti importanti in campo. Sono estremamente soddisfatto dell’aula studio che è stata realizzata per gli studenti universitari. Questo l’ha resa uno spazio molto utilizzato. Poi, è stato approvato il progetto Officina Giovani: una sala dedicata ad attività didattiche, formative, anche in collaborazione con la comunità di valle».
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