Salute
venerdì 22 Marzo, 2024
di Davide Orsato
Chi ha fatto i conti, ossia il Gimbe, la fondazione per la medicina nota per le analisi epidemiologiche del Covid lancia l’allarme: «L’autonomia differenziata porterà al collasso il sistema sanitario nazionale». Ma quella che per il centro studi con sede a Bologna è una brutta notizia, dalle parte di Trento viene letta come ottima: la sanità provinciale non è mai stata così adempiente sul fronte Lea, ossia quei servizi essenziali che regioni e province autonome sono tenute a erogare. Il Trentino è passato da un punteggio medio-alto (adempimento del 78,6% n tra il 201 e il 2019) a uno dei più alti d’Italia (259,6 punti su 300 nel 2020; 268,4 nel 2021: nel frattempo la scala di misurazione è cambiata). A livello italiano, è il terzo dato migliore, dopo l’Emilia Romagna (281,2) e Toscana (274,5), appena davanti a Lombardia e Veneto. E anche l’Alto Adige, che partiva dal fondo, ha fatto un bel balzo. Insomma, le regioni che hanno da sempre le performance migliore. Il Trentino svetta anche per aspettativa di vita (84,2 anni), ed è al sesto posto per numero di infermieri ogni mille abitanti (ne mancano… ma meno che altrove). Il punto, per Gimbe che, ovviamente, guarda al complesso, è che mentre la sanità del Nord migliora, quella del Sud e Isole fatica più che in passato. Da qui la tesi «antiautonomista». Tanto da far spingere il presidente Nino Cartabellotta a chiedere «l’eliminazione della tutela della salute dalle maggiori autonomie».
Ma intanto, in Trentino, si guarda positivamente a questi dati: «La nostra sanità è di eccellenza e questo per noi è motivo di orgoglio che ci spinge a proseguire nella strada intrapresa», è il commento che arriva dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti e dall’assessore alla salute Mario Tonina.
Fugatti e Tonina sottolineano, inoltre, l’ottimo posizionamento nell’area ospedaliera (93,07), ma anche in prevenzione (88,42) e nell’area distrettuale (78,07), «un risultato che ci rende orgogliosi del nostro sistema e dei nostri professionisti», afferma sempre Tonina. «Risultati – aggiunge l’assessore – giunti grazie alle tante decisioni portate avanti in questi anni, al rafforzamento dell’assistenza territoriale con la riorganizzazione dell’Azienda sanitaria e la costituzione dei distretti e dei dipartimenti transmurali, ma anche al potenziamento degli extra Lea, basti pensare a una delle ultime decisioni in ordine di tempo come lo screening neonatale per l’atrofia muscolare spinale, un nuovo esame che dallo scorso novembre viene offerto gratuitamente ai bambini nati in provincia di Trento per identificare neonati affetti da Sma in una fase molto precoce. E anche sulla sanità digitale il nostro impegno è massimo Per questo siamo sicuri di avvicinarci a uno dei target richiesti per il 2026, ovvero di assistere almeno il 10% della popolazione over 65 in Assistenza domiciliare integrata». «Sono tanti tasselli – la conclusione di Fugatti – con i quali stiamo costruendo una sanità che sia sempre più vicina, anche geograficamente, al cittadino».