Il fatto

sabato 5 Ottobre, 2024

Santa Chiara, il reparto allagato era stato inaugurato a giugno. L’Apss: «Ne risponderà la ditta»

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Il tubo si è rotto nella notte: otto pazienti trasferiti, area chiusa
Allagamento Santa Chiara

È accaduto nel reparto tutto nuovo, riservato ai pazienti particolarmente gravi al sesto piano dell’ospedale Santa Chiara. Medicina semi – intensiva: dodici posti letto inaugurati a inizio giugno, con un investimento di due milioni e 830 mila euro. E proprio in quello spazio, nella tarda serata di giovedì , attorno alle 22.30, è scattato l’allarme. Un’improvvisa perdita di acqua, fuoriuscita dalla rete di riscaldamento e dunque caldissima, alla temperatura di 75 gradi ha invaso le stanze, fortunatamente evitando i pazienti. Il personale dell’ospedale è subito intervento, chiamando anche i vigili del fuoco (sul posto sono poi arrivati i «permanenti» di Trento). Obiettivo: cercare di tamponare la perdita e asciugare i locali del reparto e assistere nelle operazioni di spostamento di pazienti. I pompieri sono rimasti sul posto fino a mezzanotte. La perdita d’acqua è stata prontamente individuata: arriva da una tubatura che ha ceduto. L’acqua ha interessato anche il piano inferiore, dove si trova pneumologia, anche se in questo caso si è trattato di una semplice infiltrazione e non è stato necessario spostare pazienti. Alla fine sono stati otto i degenti evacuati che hanno trovato spazio nel reparto di medicina interna. La perdita è stata fermata con una riparazione d’emergenza. Servirà qualche giorno lavorativo (mercoledì è il termine di massima ipotizzato) per riattivare l’area. Ma saranno necessarie delle verifiche. L’Apss ha già chiamato in causa la ditta costruttrice che risulta, secondo l’azienda, essere ancora responsabile, in quanto le condutture sono ancora in fase di collaudo. Sarà quindi necessario fare delle prove: verrà controllata la tenuta dei manicotti: verrà effettuato un test, prima con l’aria a secco e poi con ad alta pressione, una volta e mezzo superiore al carico massimo supportato. Se tutto andrà bene, il reparto potrà successivamente riaprire. Se saranno necessari dei lavori dovranno — spiega l’Apss — essere svolti a spese della ditta. L’episodio arriva a meno di sei mesi di distanza dall’incendio scoppiato nell’ambulatorio di gastroenterologia. L’assessore alla Sanità, Mario Tonina, si dice ottimista: «Questa volta i danni dovrebbero essere contenuti. L’ospedale Santa Chiara deve assolutamente reggere fino all’apertura del nuovo polo ospedaliero». L’orizzonte, se tutto andrà bene, è di almeno cinque anni: inizio dei lavori a fine 2025 e inaugurazione non prima del 2030.