L'inchiesta
mercoledì 11 Dicembre, 2024
di Leonardo Omezzolli
La sindaca di Riva Cristina Santi ha rimesso parte delle proprie deleghe operative tenendo per sé quelle meno «problematiche» anche da un punto di vista giudiziario e lo fa contemporaneamente alle dimissioni dell’assessore all’urbanistica Mauro Malfer. Entrambi sono indagati nell’inchiesta «Romeo» sugli affari privati e pubblici che ha sconvolto il territorio altogardesano e provinciale. Contemporaneamente dopo la già dichiarata fuoriuscita dalla coalizione di Fratelli d’Italia, anche, il consigliere (FdI) Nicola Santoni ha lasciato la presidenza della commissione urbanistica.
Il passo indietro
Se è vero che la maggioranza regge almeno nei numeri, ora la partita si sposta sull’assegnazione delle deleghe che la prima cittadina ha dichiarato di riassegnare nelle prossime giornate ai suoi assessori. L’intensa riunione di maggioranza di lunedì sera chiusasi con la rottura dei rapporti con Fratelli d’Italia si era incagliata sulle dimissioni di Malfer. Il dado, però, è tratto e nella mattinata di ieri il pressing sull’assessore ha avuto l’effetto richiesto. Malfer ha comunicato che sarebbe arrivato in municipio a palazzo Pretorio nel pomeriggio per rassegnare le proprie dimissioni. Poi il passo indietro della sindaca. «Cristina Santi – recita la nota dell’amministrazione – in relazione alla nota inchiesta giudiziaria che, per quanto riguarda Riva del Garda, verte attorno all’area ex Cattoi, ha deciso di cedere le proprie deleghe». Di sua competenza rimarranno affari generali e istituzionali, comunicazione pubblica, corpo di polizia locale intercomunale, corpo dei vigili del fuoco volontari e protezione civile. sul piatto per gli assessori finiscono bilancio, tributi, personale, attività economiche, viabilità, turismo, associazioni turistiche.
Il peso crescente di Betta
La maggioranza rimasta dovrà ora reggere l’impatto della spartizione, perché anche da questa scelta si misureranno i reali equilibri politici che non sono per nulla scontati con un Patt che cresce di peso e che vede la vice sindaca Silvia Betta in una posizione di rilievo. Posizione che potrebbe riservarle l’occasione di farsi spazio verso quelle urne di maggio con ambizioni che potrebbero andare oltre la ricerca di un assessorato o di un vicesindaco. A conti fatti il peso provinciale dei singoli partiti avrà un gioco di rilievo e sullo sfondo si alza anche l’asticella della bandiera della Lista Spinelli. Le due realtà potrebbero ottenere non poco giovamento dalle vicende processuali e alla Lega e al Polo Civico non resta che limitare i danni. Che Santi rimanga ancora la candidata sindaca del centrodestra rivano non è più così sicuro, anzi. Tutti sono in attesa di capire come evolveranno le indagini e il peso che queste avranno sull’opinione pubblica e sui cittadini di Riva.
Urzì: «Nostra uscita? Logica»
Le dimissioni di Malfer sono arrivate puntuali poco dopo le 17 di ieri pomeriggio e con esse la restituzione delle deleghe dategli nell’ottobre del 2020 dopo la vittoria di Santi raggiunta al ballottaggio con una campagna politica, di entrambi, che ora è sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. Sul piano politico anche il Polo civico si trova in grossa difficoltà. Tutta la giunta è chiusa in un silenzio che non fa trasparire sicurezza, ma, piuttosto, timore che il peggio debba ancora venire. L’uscita di FdI dalla maggioranza , forse, non è casuale sebbene lo stesso ex assessore Silvio Salizzoni sia tra gli indagati. «La decisione di uscire formalmente dalla maggioranza a Riva del Garda è stata assunta con piena libertà di scelta da parte del partito a livello comunale – fa sapere il commissario provinciale di FdI Alessandro Urzì -, senza alcun orientamento da parte del coordinamento provinciale e quello regionale. Ma si può dire che è stata la naturale conseguenza delle decisioni prese dal sindaco Santi nel giugno del 2022 allorquando mise alla porta Fratelli d’Italia dalla giunta comunale che l’assessore del nostro partito aveva sino a quel momento, assieme al secondo consigliere, sostenuto con impegno. E ciò dopo un impegno di collaborazione che era stato assunto per l’intera legislatura. Un atto che ancora oggi riteniamo incomprensibile e che ruppe il rapporto di fiducia con il sindaco, frutto anche di divergenze sul posizionamento circa alcuni progetti strategici per la città e il mancato coinvolgimento nell’assunzione delle decisioni. Da allora ad oggi non posso nascondere che la comunità di Fratelli d’Italia dell’alto Garda aveva confidato in un nuovo approccio, più trasparente e comunicativo all’interno della maggioranza da parte del sindaco che non c’è stato – ha aggiunto Urzì -. Al contrario, abbiamo letto sui giornali della sua volontà di ricandidarsi e dell’aut aut posto a FdI».