Il funerale
giovedì 6 Luglio, 2023
di Enrico Callovini
Trentatré giorni. Poco più di un mese. È questo il lasso di tempo passato da quel drammatico 2 giugno, giorno in cui Jacopo Martini, appena ventitreenne, ha perso la vita in un incidente stradale in Australia (dove si trovava, da gennaio, insieme al fratello Giuseppe) a ieri, ovvero il giorno del suo funerale.
Trentatré giorni di attesa straziante, di tristezza, di malinconia e di ricordi, ma anche di burocrazia, quella necessaria per riportare a casa Jacopo. E ieri, finalmente, casa sua, e quindi i suoi amici, conoscenti e parenti di Sarnonico e di tutta la Val di Non, hanno potuto stringersi attorno ai suoi familiari e hanno potuto dare, a Jacopo, l’ultimo, commovente saluto.
Ieri pomeriggio oltre 700 persone hanno riempito l’interno e, soprattutto, l’esterno della chiesa parrocchiale San Lorenzo di Sarnonico. Una dimostrazione di affetto enorme e di quanto, Jacopo, abbia lasciato di positivo nel cuore dei suoi conoscenti. Una fila interminabile – già a partire dalle 17 – ha accompagnato l’inizio della veglia. Tutti hanno voluto fare, di persona, le condoglianze alla famiglia e chiunque, dalla chiesa, è uscito con le lacrime agli occhi anche dopo aver letto la frase incisa vicino alle sue ceneri: «Buon viaggio». Due parole che racchiudono il senso della sua vita. L’augurio di un buon viaggio che, purtroppo, sarà l’ultimo. Impossibile non lasciarsi andare per un dolore così grande, per una vita strappata via davvero troppo presto.
«Ci sono tante parole che, soprattutto oggi, non riusciamo a dire – ha detto nell’omelia don Carlo -. Tante lacrime stanno scorrendo ormai da un mese e il peso che portiamo dentro di noi è enorme. Un mese in cui ci siamo fatti tutti tante domande, tra cui quella “perché Signore?”. Perché ti sei preso una vita così giovane? In questo momento siamo smarriti e sconvolti e questa tristezza infinita intossica i nostri pensieri. Ci accorgiamo, in questi momenti, quanto sia fragile la vita, che può interrompersi per un nulla, per una fatalità. Ma dalla porta di Dio, ora, entra una luce nuova. Questa non è la fine, ma un passaggio difficile della nostra esistenza. Jacopo è vivo ed è questa la certezza della nostra fede. Mandiamo una preghiera anche a Luca, coinvolto anche lui nell’incidente e ancora in Australia».
Il momento più toccante è stato quello dei ricordi, durante la quale è riemersa la vita di Jacopo. Ricordi già espressi durante l’ultimo mese e appesi, in gran parte, nella splendida cornice di legno appoggiata ai bordi della chiesa, nella quale sono state attaccate foto, messaggi e oggetti come il grembiule dell’asilo o la stecca da hockey di Jacopo. «Eravamo tutti insieme sullo stesso treno nel viaggio della nostra vita – dice la lettera scritta dai suoi amici -. Eravamo ignari ma felici e pieni di sogni. Tu, Jacopo, sei sceso troppo in fretta ma siamo sicuri che un giorno ci incontreremo di nuovo. Abbiamo perso un grande amico e le nostre vite, ora, sono cambiate per sempre. Mancherai tanto Apo, mancherà tutto di te. È difficile accettare ciò che è successo, ma quello che ci resta sono dei ricordi indelebili. Quando avremo voglia di abbracciarci tutti insieme tu, siamo sicuri, sarai ancora con noi. Fai buon viaggio. E grazie per ciò che sei stato».
«Abbiamo sempre apprezzato il tuo grande amore per la famiglia – hanno detto con la voce spezzata dalle lacrime i suoi cugini -. Eri un animo davvero buono. La notizia della tua scomparsa ha smosso mari e monti, e questo dimostra quanto bene hai fatto nella tua vita e quanto bene hai lasciato in questo mondo. Ci hai dato l’esempio di come vivere determinate esperienze e come inseguire i propri sogni. Ora, da lassù, proteggi i sogni di tutti. Il tuo ricordo rimarrà per sempre con noi. Ti vogliamo bene».
E durante la giornata di ieri non è mancato nemmeno il ricordo da parte di Emanuela Abram, sindaca della «sua» Sarnonico, di casa sua: «A nome dell’amministrazione comunale desidero esprimere il più sincero cordoglio per la scomparsa di Jacopo. Ognuno di noi nel suo cuore sente di essere vicino a mamma Cinzia, papà Carlo, Giuseppe, Miriam e Sabrina, e a tutti coloro che più lo hanno amato e sempre lo ameranno. Le parole possono portare un temporaneo conforto, ma sfumano non appena il pensiero si volge nuovamente alla mancanza e al dolore. Jacopo è partito dalla sua casa e da Sarnonico per un viaggio verso il mondo, la scoperta e la vita. L’entusiasmo, il coraggio di partire, la gioia di vivere abbracciata e seguita con passione resteranno per noi e per tutti i giovani di oggi e di domani un esempio di libertà, allegria e bontà. Jacopo vivrà nel cuore di ognuno di noi, di chi lo ha conosciuto e di chi ha imparato a conoscerlo, e il suo sorriso resterà indelebile a ricordarci che la felicità vera è la capacità di amare la vita, come lui sapeva fare».