La tragedia
domenica 1 Dicembre, 2024
di Davide Orsato
Era il suo camion: lo trattava e lo teneva come se fosse una piccola reggia. E aveva scelto di dedicare il pomeriggio di ieri a una manutenzione, qualcosa che sapeva fare benissimo, un lavoro che aveva già eseguito molte volte. Era necessario, però, ribaltare in avanti la cabina del conducente. E proprio mentre lavorava, questa ha ceduto schiacciandolo con tutto il suo peso.
È un’altra tragedia sul lavoro quella che è avvenuta ieri nella zona industriale di Novaledo. La vittima è un imprenditore, Fabio Trentinaglia, 49 anni compiuti lo scorso luglio. Il dramma si è consumato all’interno del capannone della Flavio Trentinaglia & co. Snc, ditta di cui risultano titolari i genitori del 49enne (Flavio è il padre) e lo stesso Fabio. Una ditta che trova spazio tra le maggiori realtà produttive di Novaledo, a pochi metri dalla Menz & Gasser e dalla falegnameria Debortoli e che, benché più piccola di queste, è conosciutissima nella zona: si occupa di trasporti, spedizioni e consegne, ha mezzo secolo di storia alle spalle e conta molti clienti, non solo in Valsugana.
Soccorsi disperati
Fabio Trentinaglia aveva deciso già nei giorni scorsi di svolgere questo lavoro: aveva chiesto aiuto a un dipendente, che l’ha raggiunto ieri poco dopo le 14. Quando è entrato nel capannone non ha visto il titolare. Poi si è reso conto di quanto è accaduto. Trentinaglia era dunque da solo quando è accaduto l’incidente. Immediatamente sono stati chiamati i soccorsi, con la flebile speranza di poterlo estrarre ancora vivo. Sul posto sono immediatamente i vigili del fuoco di Novaledo e, in supporto, il corpo di Borgo e di Levico, quest’ultimo con le pinze idrauliche. Dalla centrale del numero unico per le emergenze di via Pedrotti è stato chiesto l’intervento dell’elicottero, che è arrivato sul posto attorno alle 14.30. Insomma, è stato fatto tutto il possibile. Ma all’arrivo del medico, il decesso era già avvenuto da tempo, e l’elicottero è tornato vuoto. Sul posto sono arrivati i familiari.
Sospetti sul cric
Esclusa la presenza di altre persone al momento del fatto, resta da capire cosa sia successo. Sono stati carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana a fare i primi accertamenti. La parola fine, però, spetta ai tecnici dello Uopsal, l’unità dell’azienda sanitaria provinciale competente in termini di sicurezza sul luogo del lavoro. Le prime ipotesi, però, sono già circolate ieri: Trentinaglia stava effettuando delle manutenzioni alle sospensioni. Le cabine dei camion si sollevano con un sistema a tensione idraulica. In gergo si chiama martinetto: dovrebbe essere un congegno molto sicuro, ma qualcosa potrebbe non avere funzionato come era lecito aspettarsi. Non è escluso anche l’errore umano, un’errato posizionamento del sistema di blocco che serve per tenere ferma la cabina. Ma chi conosceva Trentinaglia lo descrive come una persona attento alla sicurezza, per sé e per i suoi dipendenti.
Una famiglia in lacrime
Fabio Trentinaglia abitava a Telve, in località Rore, dove c’era anche la sede legale della sua società. Lascia la moglie Sonia, la giovane figlia Martina, che considerava il suo orgoglio, oltre al fratello Michele e alla sorella Antonella. Già nella serata di ieri, è arrivato il nulla osta da parte della procura: la salma è stata restituita ai familiari e affidata alle onoranze funebri. Una famiglia molto conosciuta a Telve e non solo, impegnata nel corpo locale dei vigili del fuoco e nel consiglio della locale Famiglia Cooperativa. La data del funerale non è ancora stata fissata.