la reazione dei sindacati
sabato 30 Marzo, 2024
di Redazione
Dopo la tragedia avvenuta ieri pomeriggio, dove è morto Federico Facchini seguito a uno schianto con il suo furgone, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti hanno espresso «solidarietà alla famiglia di Federico e alla comunità di Roncone» ed hanno rinnovato l’urgenza di agire per contrastare le morti sul lavoro chiedendo massima «attenzione alla sicurezza sul lavoro fin sull’uscio di casa».
«La morte di Federico Facchini – si legge nella nota – rappresenta una vera e propria tragedia. La perdita di un giovane nel fiore dei suoi anni è sempre un lutto indicibile. Lo è a maggior ragione però perché la scomparsa di Federico è avvenuta per motivi legati al lavoro, anche se non direttamente questa volta su un luogo di lavoro. Quello dell’edilizia resta una delle occupazioni più dure, faticose e pericolose che spesso comporta lunghe trasferte dopo intense giornate di lavoro. Per questo non dobbiamo mai dimenticare che la cultura e la tutela di un bene primario come la sicurezza deve partire fin davanti la porta di casa.
Oggi non ci resta che stringerci attorno alla famiglia di Federico e all’intera comunità di Roncone per provare a lenirne, almeno un poco, il dolore e il lutto con la solidarietà di tutto il mondo del lavoro trentino, nella speranza che, fatta chiarezza sulle cause dell’incidente automobilistico che ha provocato questa tragedia, si possa tutti insieme tornare ad impegnarsi allo spasimo affinché la sua morte non sia stata vana innalzando il livello di attenzione ed evitando che altri giovani rischino la vita lavorando o negli spostamenti tra casa e lavoro».
I sindacati tengono anche a precisare che ieri, un altro giovane ha corso il rischio di perdere la vita nell’incidente di Saone. «Si tratta di un sedicenne che aveva partecipato a quella trasferta in qualità di studente in alternanza scuola lavoro e che è uscito dallo schianto con diverse fratture.
– E continua – Cgil Cisl Uil del Trentino hanno sempre ritenuto quella dell’alternanza scuola lavoro un’opportunità importante per offrire ai giovani trentini l’occasione di fare esperienze formative fuori dai contesti scolastici attraverso un confronto diretto con il mondo del lavoro. E’ però urgente che l’Autonomia chiarisca fino in fondo il ruolo dell’alternanza. I giovani studenti devono trovare sempre un ambiente realmente formativo in cui il tutoraggio sia garantito da personale esperto pienamente titolato e non può succedere mai che un tirocinio curriculare sostituisca un rapporto di lavoro.
Per questo da anni chiediamo anche che, laddove possibile – in particolare quindi nell’istruzione tecnica e nella formazione professionale ma anche all’interno del sistema universitario -, i percorsi curriculari di alternanza scuola lavoro siano sostituiti da un vero e proprio sistema di apprendistato duale che permetta ai giovani di raggiungere qualifiche, diplomi e lauree professionalizzanti alternando periodi di formazione in aula con periodi di lavoro vero, correttamente retribuito e pienamente tutelato, selezionando le aziende che possano garantire un contesto lavorativo realmente formativo. È quello che succede a pochi chilometri da noi in Alto Adige. Oggi più che mai serve un impegno reale da parte di Provincia e associazioni datoriali anche in questa direzione se davvero si crede in un patto tra scuola e mondo del lavoro a favore e a sostegno dell’occupazione giovanile stabile e di qualità in Trentino».