la tragedia
domenica 4 Giugno, 2023
di Enrico Callovini
Sconvolto e incredulo. Sono questi i due aggettivi che meglio descrivono Sarnonico e tutta la comunità il giorno dopo la tragica notizia della scomparsa di Jacopo Martini, il giovane ventitreenne morto, nella giornata di venerdì, a Perth, in Australia, in un incidente stradale. La notizia è rimasta isolata per qualche ora ma poi, durante la mattinata di ieri, sono arrivate le prime reazioni.
Chiaramente i primi ad essere sconvolti sono i genitori di Jacopo e Giuseppe, il fratello di tre anni più grande che, per una pura casualità, è rimasto illeso. Giuseppe, infatti, era stanco e avrebbe raggiunto Jacopo e i suoi amici (usciti per un’ultima festa prima del rientro a casa di Jacopo) più tardi, per questo motivo non si trovava sulla macchina. Ed è stato proprio Giuseppe, venerdì, a chiamare a casa, a Sarnonico, il papà Carlo. «Papà. Papà. Papà», le sue prime parole, intervallate da lunghe pause. Non sapeva come dirlo, come comunicare ai suoi genitori che Jacopo era rimasto vittima di un incidente. «Papà. Jacopo non c’è più». Il gelo. Un gelo tutt’ora presente e che lo sarà anche in futuro. Il loro amato Jacopo, trasferitosi in Australia a gennaio per lavorare alcuni mesi, non tornerà più. La via Kennedy, quella della casa dei genitori, è deserta. Il silenzio ne fa da padrone. Una loro vicina di casa chiede gentilmente di rispettare il dolore: «I genitori stanno vivendo un drammatico lutto – dice -. È giusto che abbiano il loro spazio e non se la sentono di dire nulla». Le uniche parole della mamma sono quelle dette al momento della tragica notizia. «Menomale che non c’era anche Giuseppe in macchina, altrimenti li avremo persi tutti e due». Un pensiero forte, da mamma. Una frase che tocca e che non può che far riflettere. Ieri, come detto, la via era deserta, ma tutti i parenti non hanno fatto mancare il loro apporto a Carlo e Cinzia già nella serata di venerdì. «Settimana scorsa, con mio marito Alberto, abbiamo festeggiato i 41 anni di matrimonio – spiega in lacrime la zia Giuliana -. Jacopo è stato tra i primi a farci gli auguri. Era pronto a tornare a casa, anche perché stava per diventare zio». Il dolore è troppo forte. Le parole faticano a uscire. «Era il più piccolo – aggiunge lo zio Alberto -, ma era il nostro piccolo, sempre cordiale, sempre disponibile, sempre dolcissimo. Era felice, estroverso. Stava per chiudere la sua avventura in Australia ed era pronto a tornare a casa, voleva esserci per la nascita del futuro nipote». E tra i più addolorati c’è, sicuramente, la sua fidanzata, Sabrina, anche lei nonesa e da nove anni al suo fianco. «Stavano insieme da tanti anni – aggiunge lo zio -. Fa male pensare che stavano già programmando di andare a vivere insieme una volta tornato qui».
E che Jacopo, nonostante avesse studiato fuori dalla Val di Non e fosse in Australia da sei mesi, fosse amato da tutti, lo certificano le persone che lo conoscevano. Addirittura, l’azienda del posto in cui lavorava, gli aveva assicurato che finito il periodo in Australia gli avrebbe ridato il lavoro.
«Riposa in pace amico – scrive Simone, suo ex compagno di classe alle Enaip di Tesero -. Ricorderò sempre il tuo sorriso e la forza che avevi nel risollevare la tua classe. Fai buon viaggio». Ma tra la scuola e i viaggi, Jacopo era anche uno sportivo. L’hockey era il suo preferito: «Mai e poi mai avremmo voluto ricevere una notizia simile – dicono i membri dello Smeraldo Lake Hockey -. Ci eravamo ripromessi di rivederci sul ghiaccio al tuo ritorno, ora sarai nei nostri pensieri ogni volta che rimetteremo i pattini ai piedi. Ciao Jacopo, ci mancherai».
Anche chi lo conosceva meno, ma che ora, purtroppo, ne conosce la storia, è sconvolto. Gli abitanti di Sarnonico, e non solo, sono increduli. Quando parlano di quanto successo gli occhi diventano vuoti e la voce si trasforma, diventa rotta. E il pensiero è sempre lo stesso, rivolto a alla famiglia.
In attesa di ulteriori sviluppi, la possibilità sollevata dalla famiglia è quella di procedere alla cremazione in Australia, per poter salutare, un’ultima volta Jacopo, il prima possibile e riportarlo, così, a casa, dove potrà riposare per sempre.