Turismo
sabato 10 Agosto, 2024
di Gabriele Stanga
Gli stabilimenti balneari chiedono più chiarezza per affrontare le stagioni e programmare gli investimenti. Ombrelloni chiusi dalle 7.30 alle 9.30 ieri mattina, per lo sciopero indetto da Fiba Confesercenti e Sib-Confcommercio a livello nazionale. Non hanno aderito, invece Assobalneari e Federbalneari, segno di una mancanza di unità sul tema.
La protesta è contro il governo di Giorgia Meloni e la possibilità di mettere a gara le concessioni balneari, che dovrebbero scadere alla fine del 2024.
La situazione in Trentino
Se in alcune regioni, come la Liguria, le adesioni hanno sfiorato anche il 90%, il Trentino sembra decisamente meno toccato. Ciò per ovvie ragioni morfologiche del territorio, limitandosi la questione a poche spiagge lacustri, ma anche per la particolare natura delle concessioni stesse, che in Provincia sono gestite dal servizio bacini montani e riguardano più che altro la parte idrica, mentre la maggior parte dei terreni sembra essere di proprietà dei privati. «Non siamo legati alla disciplina nazionale – spiega Stefano Fait, dirigente generale del dipartimento protezione civile, foreste e fauna – Il demanio idrico è gestito interamente dalla Provincia. Le concessioni sono legate a piccole porzioni di spiaggia che confinano con campeggi, e alle acque. Ce ne sono alcune ma non abbiamo la criticità che c’è a livello nazionale».
I titolari dei Lidi
Lo confermano anche gli stessi gestori dei lidi: «Stamattina non abbiamo scioperato, essendo Provincia Autonoma non siamo molto toccati dalle problematiche nazionali. Siamo proprietari del terreno fino al confine col lago e abbiamo in concessione solo un piccolo spazio lacustre, secondo le leggi provinciali», dice Matteo Ciola del Lido di Caldonazzo. «Abbiamo molte altre questioni in sospeso ma non questa- gli fa eco Soleado Sontacchi, titolare del Lido San Cristoforo – Noi siamo una realtà particolare con spiaggia privata. L’unica concessione che paghiamo è quella dell’acqua su cui c’è un conteggio molto pratico e non ci sono gare». Dicono di non risentire della problematica anche i gestori del centro nautico. Alle barche sul lago di Calceranica: «Non sapevamo dello sciopero e non siamo toccati dalla questione. Il tema cambia dalle concessioni balneari a quelle idriche, la nostra è solo idrica e c’è sempre il rinnovo di dieci anni in dieci anni».
La posizione di Confesercenti
Nondimeno, Fiepet Confesercenti Trentino mette in guardia dalle semplificazione, dato che c’è una direttiva europea cui conformarsi: «Le concessioni sono poche in Trentino, parliamo di numeri tra i 6 e gli 8 stabilimenti sparsi tra i laghi di Garda, Caldonazzo, Levico, Tenno, Molveno e Lago d’Issengo – spiega il presidente Massimiliano Peterlana – Al netto dei numeri, la situazione comporta grossi problemi. Ci vogliono certezze per affrontare le stagioni e programmare investimenti, altrimenti rimane tutto sospeso». la richiesta è quella di un regolamento più preciso che dia risposte celeri: «Diventerebbe un vantaggio anche per chi chiede spazi non occupati. Sembra che a settembre il governo deciderà qualcosa, se questo fosse il termine potrebbe anche andare bene. Non sappiamo ancora se ci sarà una gara ma non è pensabile proseguire in questa maniera», chiosa Peterlana. Il presidente spiega poi che «i numeri sono fuorvianti rispetto alla quantità di indotto che un servizio del genere crea. Molti alberghi, ristoranti e bar esistono in funzione degli stabilimenti. È impensabile arrivare a Caldonazzo e non trovare il bagnino che presidia la spiaggia». E sull’ipotesi gara aggiunge: «Le multinazionali sarebbero avvantaggiate rispetto ai piccoli imprenditori, questione non secondaria dal punto di vista della qualità. Forse queste aziende non avrebbero la stessa cura del territorio, ma aspettiamo di vedere cosa vuole fare il governo. Un eventuale bando potrebbe avere caratteristiche legate alla qualità del servizio».
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