La polemica
venerdì 1 Marzo, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
La crescita della raccolta differenziata non fa cambiare idea alla giunta provinciale. «Il percorso è quello già tracciato e intrapreso nella scorsa legislatura», dice l’assessora all’ambiente Giulia Zanotelli. Ergo: avanti con l’impianto di termovalorizzazione, alias inceneritore. La road map prevede l’unificazione dei 13 bacini di raccolta entro il mese di novembre: sarà costituito un unico ambito territoriale, con le stesse indicazioni per tutti i cittadini. A fine anno, stando a quanto riportano gli uffici provinciali, potrebbe entrare in funzione anche il nuovo catino della discarica di Ischia Podetti. Gli ambientalisti restano critici sull’impianto di conversione energetica dei rifiuti: «L’inceneritore è incompatibile con le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. Dobbiamo portare la raccolta differenziata all’85%: è un obiettivo raggiungibile», dice Pietro Zanotti, portavoce di 17 associazioni.
Ingombranti nel differenziato
Secondo il rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra), nel 2022 la media della raccolta differenziata è arrivata all’80,5% in Trentino, in aumento di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente (il T di ieri). Va detto che nel computo dei rifiuti riciclati rientrano anche quote di ingombranti misti e rifiuti da pulizia stradale inviati agli inceneritori fuori provincia, tra cui quello di Bolzano. Nel 2022, ad esempio, questi scarti sono ammontati a 8.752 tonnellate, il 4% delle 214mila tonnellate totali differenziate. L’anno prima gli ingombranti misti e i rifiuti da pulizia stradale mandati a recupero (energetico) erano stati ancora di più, attestandosi a 13mila tonnellate, il 6% delle 220mila tonnellate totali differenziate.
Giunta decisa sull’impianto
Nella crescita del tasso di raccolta differenziata ha influito il calo della produzione totale dei rifiuti urbani, passata da 284mila a 266mila tonnellate. L’indifferenziato, in particolare, è sceso sensibilmente: da 60mila a 48mila tonnellate.
Nonostante il balzo della differenziata, la Provincia non cambia i piani. La giunta rimane convinta della necessità di un inceneritore. Per due motivi, sostanzialmente: l’Unione europea impone di ridurre lo smaltimento dei rifiuti urbani in discarica al 10% e spinge per l’autosufficienza territoriale; l’inceneritore elimina il rischio di trovarsi con le discariche piene (ossia la situazione attuale) e quindi pagare oltre 20 milioni di euro l’anno per l’esportazione dei rifiuti indifferenziati agli impianti fuori provincia, anche all’estero.
«Il percorso — ribadisce appunto l’assessora provinciale Giulia Zanotelli — è quello già tracciato e intrapreso nella scorsa legislatura». Cioè quello che porta alla realizzazione di un impianto. La localizzazione è ancora un’incognita: rimane favorito il sito della discarica di Ischia Podetti di Trento, ma non è escluso il sito di Rovereto.
«Con la legge provinciale 9 del 2023 si è deciso di prevedere l’Ambito territoriale ottimale (Ato) unico in convenzione tra gli enti locali e la Provincia — spiega l’assessora — Ora le strutture tecniche (Dipartimento, Cal, Adep) sono al lavoro per arrivare ad un testo di convenzione condiviso». L’Ato riunificherà in un unico ente gli attuali 13 bacini di raccolta. «L’ente di governo dell’Ato — conclude l’assessora — assumerà ogni decisione sul ciclo dei rifiuti». E quindi anche sul luogo in cui realizzare l’impianto.
Entro il mese di agosto la giunta provinciale dovrà approvare lo schema di convenzione dell’Ato, a seguire entro tre mesi l’accordo dovrà essere sottoscritto da tutte le comunità locali.
Ambientalisti critici
Per le associazioni ambientaliste la crescita di 3 punti percentuali della raccolta differenziata è la testimonianza di come si possa ancora migliorare in tempi rapidi. «A maggior ragione, con l’80,5% di raccolta differenziata non serve realizzare un impianto — sostiene Pietro Zanotti (Italia Nostra), portavoce di 17 associazioni ambientaliste sul tema dei rifiuti — Secondo noi, attraverso una serie di azioni, si può arrivare all’85% nel giro dei tre anni. Sarà necessario anche migliorare la qualità della raccolta differenziata». Infatti, non tutti i rifiuti differenziati sono riciclati correttamente: in Trentino su oltre 210mila tonnellate, 20mila tornano indietro come indifferenziato. «La raccolta differenziata si può migliorare adottando il sistema porta a porta in tutti i Comuni del Trentino. E quello che non viene differenziato bene si potrebbe inviare all’impianto di trattamento meccanico-biologico di Rovereto, attualmente fermo — conclude Zanotti — Dopodiché il vero tallone d’Achille dell’inceneritore sono le emissioni di CO2, in contrasto con le politiche di contrasto alla crisi climatica».