lo scontro
mercoledì 1 Novembre, 2023
di Donatello Baldo
Non c’è solo tensione, dentro il partito trentino di Giorgia Meloni è guerra per bande. Ieri doveva esserci una riunione degli eletti a Roma, convocata dal coordinatore nazionale Giovanni Donzelli e richiesta da Francesca Gerosa, che vede ignorato ogni suo tentativo di riavvicinamento al resto del nuovo gruppo consiliare. A Roma non è andato nessuno. E quindi, apriti cielo: il commissario trentino Alessandro Urzì ha mandato un messaggio di fuoco su tutte le chat interne, anche ai semplici candidati, ammettendo così che nel partito lo scontro è totale: «Il protagonismo sconsiderato di qualcuno — qui Urzì si riferisce al collega deputato Andrea de Bertoldi — ha rischiato in questi ultimi giorni di pregiudicare il potere contrattuale della vittoria ottenuta, alimentando come sempre l’idea di scontro interno per potere avere l’occasione di profilarsi un ruolo in realtà inesistente. Ad alcuni è stata venduta in questi giorni — e qui si riferisce ai nuovi consiglieri provinciali — la facile idea che bastasse andare alla conta per soddisfare le legittime ambizioni dei neoeletti andando a proporsi direttamente a Fugatti». Urzì, insomma, ammette il tentativo “scientifico” da far fuori Gerosa per portare in giunta il resto del gruppo legato a de Bertoldi. «La posizione dei consiglieri — afferma infatti il commissario — è stata brutalmente strumentalizzata». Lo stesso Urzì, nella chat interna, parla poi «del contenuto di alcune gravissime telefonate in cui si incitava alla sfida verso la lealtà nei riguardi del partito prefigurando decisioni prese in autonomia da singoli componenti del partito», tant’è che , il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli è intervenuto». Urzì accusa de Bertoldi e il resto del gruppo dirigente che sembra voler isolare Gerosa di «seminare il germe delle correnti», e parla esplicitamente di «cospirazione»: «L’invito ai consiglieri provinciali è quello di non cedere alle illusioni di chi è così pieno di sé da finire per credere alle sceneggiate che racconta. Non cedere alle strumentalizzazioni. Non cedere al canto delle sirene». Sembra davvero un richiamo allo «stringersi a coorte», perché Urzì lancia un appello a tutti i dirigenti del partito: «Invito tutta la classe dirigente a stringersi nel partito per avere un potere contrattuale più ampio, poter ottenere nell’interesse del territorio di più. Se si fanno ragionamenti personalistici ci si va a schiantare».
Sul mancato incontro a Roma, Urzì è offeso: «Spiace che doveva tenersi una riunione a Roma a cui per motivi incomprensibili molti, ancora una volta mal consigliati sulle regole del partito, non hanno aderito. Ma si terrà a brevissimo recuperando il tempo perduto». Il commissario chiede a questo punto «all’intera classe dirigente di affidarsi e coordinarsi con la vigile regia del partito per ottenere il migliore risultato. Non sarà il fumo negli occhi di qualche illusionista o manovratore a distoglierci dagli obiettivi».
Ma non è finita qui, perché a poche ore di distanza arriva un altro messaggio sulle chat interne. Alla lettura dei giornali di ieri, Urzì salta sulla sedia vedendo che delle divisioni interne qualcuno aveva già parlato nei dettagli: «Questo è l’orribile quadro di FdI suggerito, con una tenacia autodistruttiva incomprensibile, dalle consecutive azioni e dichiarazioni di alcuni di noi. Unico risultato quello di trasmettere all’opinione pubblica e agli alleati l’idea di un partito diviso e quindi debole». E osserva, dispiaciuto: «È disarmante come con mera speculazione personalistica anche le incolpevoli figure dei neo eletti consiglieri provinciali siano trascinati in questo torbido quadro di congiure da palazzo». E se la prende con chi alla stampa ha «suggerito falsità, bisbiglii di colleghi di partito contro altri colleghi di partito, che hanno come unico effetto quello di creare discredito su tutta la classe dirigente». E ammonisce, come lanciasse un anatema, una maledizione: «Chi getta discredito a sua volta è ricoperto di discredito».
Il punto però è la trattativa con Fugatti: «In questo quadro si riduce il nostro potere contrattuale e si riducono gli spazi complessivi di successo di ogni trattativa. Invito i consiglieri provinciali come invito i deputati che sono citati a ragione o meno come manovratori di questa guerra di potere personalistica a trasmettere essi stessi in modo collegiale la smentita di divisioni».