Città
domenica 25 Febbraio, 2024
di Donatello Baldo
«Così non va, non hanno nemmeno i dati trasportistici, non sanno nemmeno quanti passeggeri, quanti passaggi del mezzi». Dopo l’incontro di venerdì tra il Comune di Trento e Trentino Trasporti c’è delusione ma anche disappunto. Il sindaco Ianeselli, che si è presentato all’incontro con l’assessore Ezio Facchin e con i dirigenti, evita però lo scontro con l’azienda: «Ci sono problemi, lo sappiamo. Ma non è più sufficiente che il confronto sia tra noi e Trentino Trasporti. Ora ci si deve confrontare con la Provincia».
I problemi sono in parte conosciuti, tutti messi sul tavolo venerdì, sotto il naso di presidente e direttore dell’azienda pubblica. Un fuoco di fila di punti critici, elencati uno a uno, e la richiesta: «Ci fate vedere i dati? Quanti passeggeri, quanti passaggi. Dove, come, perché se dobbiamo redigere il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), questi dati ci servono». Ma sembra che i dati non ci siano. L’azienda dice che li ha la Provincia. Momenti imbarazzanti, dicono i presenti, con la delegazione di Palazzo Geremia che incalzava: «Ma come? Non avete i dati?». No, ci sono solo questi: 5 milioni di bus-chilometro e 16 milioni di passeggeri. Divisi per linea, per giornata tipo, ma per l’amministrazione comunale questo non è sufficiente. «E le domeniche? Quante corse in meno? E perché?». Si scopre che sono attivi il 25% dei mezzi. Pochi? Tanti? «Come si fa a saperlo se non abbiamo i dati?», dicono dal Comune. E spiegano: «C’è anche il tema delle corse esternalizzate, le corse per i parcheggi svolte da mezzi con il nome della ditta privata e solo un foglietto con scritto “ex Zuffo”. Basta, ci vogliono le livree riconoscibili. Così non va bene».
L’Azienda sembra abbia cercato di difendersi. «Ma alla fine scaricano sulla Provincia, dicono che non hanno personale, che scappano tutti, che non ci sono soldi», fa sapere uno dei presenti.
Si torna al tema dei numeri. «Questo è il problema principale. Come si fa a fare un’analisi del flussi, capire le necessità dell’utenza, se non ci sono i dati?». Le corse vanno infatti ragionate: «Non è che si può aggiungere una fermata o aumentare una corsa senza uno studio, non ha senso, non si lavora così», dicono ancora dagli uffici. Ma è anche la politica che si fa sentire: «Il Comune si pone ora con determinazione — dice l’assessore alla Mobilità Ezio Facchin — perché devono essere trovate soluzioni. Sto scrivendo un documento perché credo che con Trentino Trasporti ci si debba confrontare da qui in avanti sulla base di obiettivi da raggiungere».
Facchin non entra però nel merito dell’incontro. «Se parla, parla il sindaco».
Che è a Innsbruck: «Sono arrivato in treno — dice — e con il biglietto ferroviario ho potuto acquistare anche quello del trasporto urbano. Questa è la mobilità che ci piace». E aggiunge: «C’è pure il tram. Una città di 130mila persone, circa come Trento, e c’è il tram. Quando i tecnici di Trentino Trasporti dicevano che non ha senso in città con meno di 250mila abitanti». Il sindaco inizia dunque con tono polemico, ma poi tende a gettare acqua sul fuoco: «Sì, c’è stato un incontro con l’azienda. Si sono affrontati i temi che conosciamo, criticità note. Ma non voglio che passi l’idea di una contesa tra amministrazione comunale e Trentino Trasporti, azienda che non sta attraversando un buon momento. Anche perché ora la questione va affrontata con la Provincia, con l’assessore Gottardi». E Ianeselli torna polemico: «L’assessore che diceva che il problema del trasporto pubblico a Trento era causato dai lavori all’ex Sit, non sapendo che quel cantiere è stato condiviso con la Provincia». E aggiunge: «A Gottardi chiederemo quanto voglia investire la Provincia su un trasporto pubblico di qualità. Come quello di Innsbruck, ad esempio».
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di Redazione
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