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martedì 5 Novembre, 2024
di Redazione
Chi ha detto che il Medioevo è stata un’epoca completamente buia e culturalmente arretrata? Secondo una ricerca archeologica condotta dall’Università di Trento, non mancavano atti di umanità e civiltà. Un gruppo di ricercatori e ricercatrici ha scoperto i resti di una persona affetta da acondroplasia, una forma di nanismo che rientra nel novero delle malattie rare. La ricerca è stata condotta da Omar Larentis, ricercatore al Laboratorio Bagolini Archeologia, Archeometria, Fotografia del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, già coordinatore del Centro di ricerca in Osteoarcheologia e Paleopatologia dell’Università dell’Insubria. Si tratta del sesto caso ritrovato in Italia in uno scavo archeologico.
A confermarlo, criteri clinici che prima non erano mai stati utilizzati per diagnosticare questa patologia su un campione umano antico. Interessante anche l’ubicazione delle ossa, all’interno di un cimitero, insieme ai resti di altre persone. Secondo gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Science Direct, questo confuterebbe il pregiudizio per cui gli individui affetti da patologie e malformazioni fossero emarginati dalla società medioevale.