giovedì 18 Maggio, 2023

Scudetto Itas: la carica dei 4.000 gialloblù sugli spalti

di

Tra ritualità, cori e bandiere, i tifosi della Trentino Volley mercoledì sera hanno riempito tutti i posti del PalaTrento. Tra loro anche l’ex dell’Itas Filippo Lanza

Diceva Julio Velasco che «Chi vince festeggia, chi perde spiega». Ma nelle ore che precedono il fischio d’inizio di una finale di campionato i tifosi vivono in un presente allungato che tende a escludere il «dopo». La frenesia si mescola all’attesa in una specifica temporaneità che non si concilia con la gioia e tanto meno con le riflessioni. Resistono le ritualità: la sciarpa scelta con cura – la stessa indossata ogni partita –, il posto in tribuna invariato da anni, la formazione di amici spettatori che non cambia dall’inizio dei play-off. Qualcuno le chiama scaramanzie; per i tifosi, anche quelli dell’Itas Trentino, sono i codici di un linguaggio irrazionale. E ieri alla Blm Group Arena, prima della gara che avrebbe assegnato lo Scudetto 2023 del campionato di pallavolo maschile, quell’aria sospesa era ben evidente tra i tifosi gialloblù.
Una carica di 4.000 persone. Uno dopo l’altro, si sono riempiti tutti i posti del Palazzetto (solo una piccola parte del PalaTrento occupata dalla Cucine Lube Civitanova). Chi è arrivato in gruppo, chi alla spicciolata. Entrano la famiglia di tifosi, marito e moglie abbonati da oltre dieci anni, gli amici che si ritrovano in curva ogni domenica. In fretta prendono posto anche volti noti della città. Dal sindaco di Trento Franco Ianeselli al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, al direttore generale dell’Apss Antonio Ferro accompagnato dal figlio. Manca poco all’inizio della partita quando all’ingresso si avvicina uno dei volti bandiera dell’Itas. Indossa la maglia numero 10 con cui ha calcato il parquet del PalaTrento per tanti anni. Giocando 300 partite e segnando oltre 2.800 punti.
«Sono qui per tifare Itas», dice con orgoglio, mostrando la maglia, Filippo Lanza. E così rieccolo. Lo schiacciatore viene da una stagione con la squadra polacca Skra Belchatow, in forza alla Prisma Taranto con cui inizierà il prossimo campionato. «Il Trentino Volley è una squadra giovane, che ha giocato benissimo. Lo scorso anno si sarebbe meritata di vincere. È andata diversamente. Stasera sono qui per fare il tifo».
La coda ha iniziato a formarsi ordinata già da due ore prima del fischio d’inizio. Le bandiere a scacchi gialli e blu sono pronte per sventolare sopra gli spalti. C’è chi il colore lo ha persino impresso sul viso. Tra i primi ad arrivare, per assaporare anche il prepartita, ci sono Maria Monti e Stefano Rosanelli. Sono due storici abbonati. Stefano tiene in tasca un campanaccio da suonare durante il match. «Mi siedo in tribuna, sono un tifoso vero», dice. Sulla maglia ha il numero uno del suo giocatore preferito, il capitano Matey Kaziyski. «È stata una stagione incredibile, non può che finire con i fuochi d’artificio», aggiunge Maria. Neanche nell’addio annunciato dall’allenatore Angelo Lorenzetti vede una sbavatura, perché, tutto sommato, «dopo diversi anni è giusto cambiare».
Non è un pensiero isolato. Resta il dispiacere per un capitolo che si chiude, ma in fondo il cambio non fa paura. Per Aurora, 24 anni, seduta in curva Gislimberti «solo Andrea Giani sarebbe degno di sostituire un personaggio importante come Lorenzetti». Attualmente tecnico di Modena e commissario tecnico della nazionale maschile francese, faceva parte di quella «generazione di fenomeni» che fece la storia della pallavolo negli anni ’90. Se la ricorda bene Marco Previdi, arrivato con il figlio Paolo per la finale. Segue l’Itas «da quasi 23 anni». E nella squadra che ieri si giocava lo scudetto rivedeva lo stesso pilastro che aveva guidato l’Itas Volley a vincere il suo primo campionato, nella stagione 2007-2008: il capitano Matey Kaziyski. Oggi è anche per il figlio un punto di riferimento. «Ha trascinato la squadra nei play-off da vero leader di un progetto bello e giovane. La squadra mi piace già così com’è oggi. Nuovi acquisti? Serve un opposto di peso».
Nel momento in cui si varca la porta del Palazzetto, ogni valutazione tecnica è rimandata. Il tempo per fare ragionamenti sul futuro arriverà. Si sbilanciano in pronostici solo i più impavidi. Leonardo, 20 anni, ipotizza una partita combattuta fino all’ultimo con il Civitanova. Il tempo dirà il contrario: è bastata un’ora e mezza all’Itas per riportare a Trento lo scudetto.