Scuola

mercoledì 22 Maggio, 2024

Scuola dell’infanzia, gli insegnanti lanciano lo sciopero per luglio: «Non siamo un servizio conciliativo»

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Oltre 400 maestre all’assemblea Cgil, Cisl e Satos. Corteo fino a piazza Dante. Insegnanti contro l’apertura estiva. Laura: «Non siamo in lotta con i genitori. Dobbiamo avere tutti lo stesso obiettivo»

«Chiediamo rispetto per il lavoro e per i bambini». «Non siamo baby-sitter. Le esigenze dei genitori non si risolvono così». E poi ancora: «Scuola è progetti, didattica e documentazione», «Scuola è luogo di relazioni e apprendimento». Questi sono solo alcuni dei pensieri che le insegnanti della scuola dell’infanzia (ex materne) hanno tradotto in parole su un libro-cartellone, sotto il palazzo della Regione. Ieri mattina oltre 400 maestre e operatrici ausiliari hanno partecipato all’assemblea convocata da Flc Cgil, Cisl Scuola e Satos alla sala del Cinema Vittoria di Trento. Da qui, appunto, si sono poi spostate in corteo (sotto la pioggia) fino a piazza Dante per ribadire il «no» all’apertura estiva. Le tre sigle sindacali – non la Uil Scuola – hanno indetto uno sciopero per lunedì 1 luglio, nel primo giorno dell’undicesimo mese del calendario scolastico.
«Luglio» nel mirino
Precisamente una settimana fa, un’altra assemblea sindacale, targata Uil, aveva riunito 400 insegnanti della scuola dell’infanzia. Ieri è andato in scena il bis, a testimonianza di come «luglio» sia ancora un tema divisivo (anche tra i sindacati, che hanno organizzato due assemblee diverse). Basti pensare che l’organico dell’infanzia si compone di circa 2mila insegnanti, e molte di loro, ieri, erano al Cinema Vittoria.
Il prolungamento del calendario scolastico sembra essere la punta dell’iceberg di un malcontento covato da tempo. Come se la decisione della Provincia di lasciare aperte le scuole dell’infanzia nel mese di luglio – al fine di rispondere alle esigenze di conciliazione di vita-lavoro delle famiglie – avesse materializzato una concezione diffusa. Così, perlomeno, la pensano molte insegnanti: «La scuola non è un servizio conciliativo — recitava un altro messaggio messo per iscritto sul cartellone, che sarà consegnato all’assessora Gerosa — La scuola assicura a tutte le bambine e i bambini capacità e competenze cognitive, relazionali, affettive ed espressive; sviluppa i valori dell’accoglienza, della cooperazione e dell’inclusione. I bambini conquistano la loro identità e autonomia, perché la scuola dell’infanzia è scuola, non è gioco».
L’assessora provinciale all’istruzione Francesca Gerosa ha dato mandato al Dipartimento di studiare la modalità organizzativa migliore per l’erogazione del servizio estivo, ma intanto ha lasciato intatto il calendario. «Non siamo maestre contro i genitori — chiarisce Laura, tra le insegnanti del corteo — Dobbiamo avere tutti lo stesso obiettivo. Siamo la scuola dell’Autonomia, dovremmo essere il fiore all’occhiello, e invece non siamo considerati come scuola». «Luglio — spiega Bianca Francesconi di Flc Cgil — è arrivato in un momento di stanchezza, che aggrava ulteriormente il carico delle insegnanti. Se negli altri dieci mesi il lavoro fosse organizzato meglio, non ci sarebbe tutto questo dissenso nei confronti di luglio».
«Contratto da rinnovare»
Veniamo dunque al contratto. «Quest’anno — dice Ennio Montefusco di Satos — speriamo di poter rinnovare il contratto, che è fermo al 2005». A entrare nel dettaglio della questione, Candida Berlanda della Cisl Scuola, che indica quattro punti: «Primo: i contratti di lavoro delle scuole equiparate e delle scuole infanzia provinciali dovrebbero parlarsi, cioè contenere le stesse tutele e regolamentazione del lavoro e della conciliazione vita-lavoro — considera la sindacalista — Secondo: deve esserci omogeneità di trattamento tra tempi determinati e indeterminati poiché entrambi contribuiscono in egual misura al percorso formativo dei bambini. Terzo: bisogna ridurre gli spazi di discrezionalità del datore di lavoro sull’applicazione di norme contrattuali. Quarto: deve esserci un riconoscimento economico adeguato alla professionalità del personale».
La differenza tra insegnanti di ruolo e insegnanti precarie si vede dai permessi per motivi familiari: «Il contratto delle scuole equiparate — conclude Berlanda — permette di usufruire di un mese pagato al 100% e di un secondo mese pagato all’80%. Ma purtroppo questi due mesi sono riservati solo alle insegnanti di ruolo, per le maestre precarie sono concessi solo 15 giorni».