Istruzione

domenica 30 Giugno, 2024

Scuola dell’infanzia, le insegnanti presentano una proposta di legge contro l’apertura a luglio

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A breve partirà una raccolta firme per l'iniziativa popolare. Domani lo sciopero indetto da Cisl Scuola, Flc Cgil e Satos

Si allarga il fronte della protesta contro l’apertura della scuola dell’infanzia nel mese di luglio. A giorni partirà una raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare, presentata da un gruppo di insegnanti, che mira principalmente ad abolire l’undicesimo mese. Intanto domani, proprio nel primo giorno di apertura estiva, ci sarà lo sciopero indetto dai sindacati di categoria della scuola Cisl, Cgil e Satos. In mattinata ci sarà anche un presidio di protesta in piazza Dante. Non ci saranno le bandiere della Uil, che hanno scelto di percorrere un’altra strada.
La proposta di legge è nata da un confronto tra le cosiddette insegnanti satelliti, referenti dei diversi circoli delle scuole provinciali ed equiparate. Nei giorni scorsi, su decreto del governatore Maurizio Fugatti, la Provincia ha incaricato un dipendente provinciale a eseguire le autenticazioni delle sottoscrizioni. Sono necessarie almeno 2.500 firme per far sì che il testo arrivi in consiglio provinciale. La proposta, nello specifico, mira a modificare l’articolo 5 della legge provinciale 1977 sulle scuole dell’infanzia, al fine di non consentire il prolungamento del calendario scolastico fino a luglio.
«La scuola dell’infanzia è scuola perché la sua finalità è educativa e non ricreativa, considera il bambino come protagonista attivo dei processi d’apprendimento e non soggetto da intrattenere, propone esperienze d’apprendimento frutto di progettazioni didattiche, pedagogicamente orientate e non attività estemporanee», recita la relazione che accompagna la proposta di legge di iniziativa popolare, che vede tra le firmatarie l’insegnante Michela Lupi. Per queste ed altre ragioni la «scuola dell’infanzia può essere considerata una scuola con la “S” maiuscola — si aggiunge — Il fatto che la scuola sia di tutti non significa che ciascuno possa usarla come vuole a seconda dei propri desideri. E soprattutto non è un servizio per le famiglie».
Nel programma approvato di recente dalla giunta per l’anno scolastico 2024-2025 la Provincia ha di nuovo confermato l’apertura nel mese di luglio, introdotta inizialmente durante la pandemia da Covid-19 come sperimentazione. Tuttavia, nella delibera di approvazione, si ricorda «la facoltà da parte della giunta provinciale di rivedere le modalità di erogazione del servizio estivo». Questa è essenzialmente la linea adottata dall’assessora provinciale all’istruzione Francesca Gerosa: luglio rimane, ma intanto siamo pronti a studiare una migliore erogazione del servizio estivo. Una posizione, però, che non convince i sindacati.
Domani è previsto lo sciopero convocato da Cisl Scuola, Flc Cgil e Satos, indetto dopo l’assemblea partecipata dello scorso 21 maggio. E «dopo aver tentato più volte e in vari modi di porre all’attenzione dell’amministrazione provinciale il grave paradosso che caratterizza l’estensione dell’anno scolastico a 11 mesi», sottolinea Monica Bolognani, segretaria generale della Cisl Scuola. «L’undicesimo mese è stato frutto di un atto di responsabilità del personale della scuola dell’infanzia nel luglio 2020, condiviso con l’amministrazione provinciale, per supportare le famiglie in un momento in cui la popolazione trentina si stava riaffacciando alla vita dopo i primi mesi di pandemia — ricorda la sindacalista — Era stato detto dal precedente assessore all’istruzione Bisesti, che questo impegno sarebbe stato a termine, ma la parola non è stata mantenuta».
La segretaria evidenzia anche le «incongruenze» a livello contrattuale. «Inoltre l’undicesimo mese — conclude — ha causato incongruenze nell’applicazione di un contratto di lavoro basato su tempi di lavoro diversi: rimodulazione dei contratti di lavoro, riprogrammazione delle ore aggiuntive, difficoltà nella fruizione delle ferie. Il personale della scuola dell’infanzia sta vivendo un periodo di grande frustrazione».