istruzione
martedì 14 Maggio, 2024
di Davide Orsato
Una valanga di cartoline per la vicepresidente della Provincia (e assessora all’Istruzione) Francesca Gerosa. Firmate da centinaia di maestre di scuola dell’infanzia, con nome, cognome e indirizzo della scuola in cui operano. Un messaggio breve: «Caro assessore, le scrivo per ricordarLe che la scuola dell’infanzia attende risposte». Poche parole che nascondono, però, serie preoccupazioni: una su tutte, una «fuga» senza precedenti da parte delle educatrici. Maestre che scelgono di licenziarsi per approdi meno sicuri, come un incarico a tempo determinato nella scuola primaria, oppure che tentano altre carriere.
La maretta c’è da tempo e le maestre stanno organizzando una risposta. Tra i sindacati è stata la Uil Scuola – Rua ad attivarsi. Ieri la sigla ha organizzato un’assemblea alla sala della Cooperazione di via Segantini a cui hanno preso parte circa 400 maestre d’asilo. È solo la prima di quattro che verranno svolte in diverse centri del Trentino, per raggiungere il numero più ampio possibile di educatrici. Che si «conteranno» con un’operazione di «mail bombing», alla vecchia maniera: le cartoline, per l’appunto; destinataria: Francesca Gerosa. «L’assessora — spiega il segretario organizzativo di Uil Scuola, Pietro Di Fiore — ha dimostrato a parole un’apertura alle nostre istanze, ma non si vedono, al momento gli atti pratici». Il nodo del contendere è la riforma «Zerosei» e l’attività a luglio, confermata per quest’anno. «Se le cose dovessero rimanere immutate anche per il 2025 non escludiamo lo sciopero», sottolinea Di Fiore.
Nel corso dell’assemblea di ieri, sono state in molte le insegnanti a raccontare, preoccupate, delle scelte di loro colleghe di lasciare la scuola dell’infanzia. Anche con coraggio. È di questi giorni, infatti, la pubblicazione delle graduatorie di istituti delle primarie e in molte hanno fatto domanda. Rinunciando così a un «posto fisso» (alle materne) per un impiego a tempo determinato (alle elementari). «Siamo davanti a un fenomeno senza precedenti per la scuola trentina — spiega Daniela Tabarelli, delegata della Uil Scuola — non solo c’è chi lascia per un incarico provvisorio, ma c’è anche chi cambia vita, optando e inizia un lavoro di tutt’altro tipo, nel commercio come in agricoltura». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’impegno richiesto a luglio, ma, per l’appunto, si tratta di una goccia. «Quello che sta accadendo — prosegue Tabarelli — è che manca sempre di più una programmazione, un progetto didattico, mentre si chiede agli insegnanti un impegno sempre più gravoso. Non è vero, banalmente, che gli insegnanti “non vogliono lavorare a luglio”, altrimenti non opterebbero per posti di lavoro in cui si è attivi anche di sabato e di domenica. I carichi sono cambiati completamente, si fa fatica con le sostituzioni e i colleghi si sentono poco rispettati».
Per il sindacato, il servizio conciliativo della scuola a luglio «può essere mantenuto ma senza farlo ricadere sugli insegnanti, coinvolgendo altri lavoratori».