Istruzione
sabato 6 Aprile, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
Tre commissioni di lavoro per tre riforme. L’assessora provinciale all’istruzione Francesca Gerosa prepara la «sua» rivoluzione della scuola. Si parte dal sistema di recupero delle carenze formative («stiamo studiando una terza via tra il modello trentino e quello nazionale»), l’alternanza scuola- lavoro («vogliamo rivedere il numero di ore») e la formazione professionale («un nuovo sistema di 4 anni»). Alcune commissioni sono già in corso di costituzione, altre saranno formate a breve. Nelle prossime settimane sarà tutto formalizzato attraverso delibere di giunta.
Qual è la finalità?
«Approfondire tramite riscontri tecnici quelle che per me sono riforme necessarie. Sono riforme politiche, ma non possono essere soggette a sensazioni».
Partiamo dal sistema di recupero delle carenze formative alle superiori. Qual è l’obiettivo?
«C’è chi mi critica perché ho proposto la terza via, ma secondo me ci sono due modi per affrontare queste riforme: o si calano dall’alto oppure si fanno approfondimenti, cercando nuove vie. Ecco io voglio riscontri tecnici. Stiamo già costituendo il gruppo di lavoro: oltre alle figure del Dipartimento, ne faranno parte i dirigenti scolastici. Farò inoltre un tour di incontri sul territorio per coinvolgere gli insegnanti».
Alternanza scuola-lavoro. Come vuole riformarla?
«Vogliamo ripensare il modello. Oggi le singole scuole devono cercare le attività con le quali collaborare. Io, invece, penso a un servizio centralizzato, attraverso Vivoscuola o un altro portale, in modo che sia la Provincia a stipulare le convenzioni con le aziende. Così le scuole e le famiglie possono valutare le varie opportunità su un portale unico».
Interverrete sul monte ore?
«Vogliamo aumentare la qualità di queste ore. A fronte di centinaia di ore, spesso si svolgono attività non connesse al percorso di studi. Di conseguenza le ore vengono viste come inutili».
Infine la riforma della formazione professionale. Il pedagogista Dario Ianes ha parlato di «segregazione formativa» perché si tratta di istituti frequentati da molti studenti con cittadinanza non italiana, bisogni educativi speciali e meno competenze (il T del 31 marzo).
«Noi vogliamo creare un sistema di 4 anni, senza esami in mezzo e orientato al diploma. Ho già iniziato a coinvolgere gli istituti, e saranno coinvolte anche le categorie economiche. Vogliamo far cambiare la percezione della formazione professionale. La maggior parte dei ragazzi la scelgono per seguire le proprie propensioni e devono avere il rispetto della società e soprattutto dei loro pari. È vero che viene considerata di serie B, e su questo dobbiamo lavorare. Qui si formano studenti e studentesse che domani saranno il cuore del nostro tessuto economico».
Carriera docenti, riprenderà in mano il progetto di legge del suo predecessore Mirko Bisesti?
«Oggi non è una priorità. Abbiamo aperto la procedura di selezione per il sovrintendente scolastico: facciamolo insediare e poi riprendiamo il discorso».
Ma è una riforma necessaria?
«Penso che sia importante valorizzare gli insegnanti che rappresentano un valore aggiunto. A me preoccupano quegli insegnanti che non fanno un bel servizio alla scuola. Per fortuna sono meno, ma non è giusto che siano trattati allo stesso modo».
A Sover, dove ieri si è riunita la giunta, si sono iscritti solo 6 bimbi al primo anno della scuola dell’infanzia. Come intende affrontare il calo delle nascite?
«Nel caso di Sover abbiamo avuto un confronto con la giunta comunale per avviare una prima sperimentazione sulla fascia 0-6 anni. Ho dato urgenza al Dipartimento per capire se si può partire a settembre. In altre realtà ci sono già sperimentazioni».
La consigliera provinciale Vanessa Masè (La Civica) ha depositato di nuovo un disegno di legge per l’introduzione del sistema unico nido (0-3 anni) e scuola dell’infanzia (3-6 anni). Sosterrà la proposta?
«Al di là del disegno di legge, stiamo costituendo un gruppo di lavoro per capire nel dettaglio le esigenze. Io sono favorevole all’integrazione purché fatta in maniera specifica territorio per territorio: non possiamo pensare che Trento sia uguale a Sover. In alcune realtà, dove la denatalità si fa sentire, abbiamo l’esigenza di ottimizzare l’utilizzo delle strutture. Il servizio della scuola dell’infanzia deve essere sempre garantito».
A luglio sarà aperta la scuola dell’infanzia?
«Sì, ma non è una novità. Abbiamo approvato una delibera a fine dicembre per l’iscrizione su undici mesi, però prevedendo, per il futuro, la possibilità di studiare la migliore organizzazione per l’erogazione del mese di luglio. Non è intenzione di questa giunta né mia quella di togliere i servizi. Vogliamo solo trovare le modalità adatte per i singoli territori. Infine, stiamo pensando di avviare tavoli anche sulla sburocratizzazione delle segreterie e la formazione linguistica di studenti e docenti».
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