Il confronto
mercoledì 20 Marzo, 2024
di Sara Russo
Scuola e autonomia, autonomia e scuola. Un argomento che trova sempre posto nella quotidianità italiana e nei programmi politici. La scuola, come anni fa, ancora oggi si trova al centro di dibattitti e discussioni, di pareri diversi ed incomprensioni. Se dieci anni fa la Buona Scuola di Renzi aveva dato il la alle polemiche e alle preoccupazioni, quegli stessi dubbi sono rimasti tutt’oggi. «In modo molto semplice io partirei dall’ordine -commenta Francesca Gerosa assessore all’istruzione durante l’incontro Scuola, autonomia e futuro presso l’aula magna del liceo Da Vinci- Io penso che in una società dove regna l’ordine tutto sia più semplice. Nella scuola oggi credo che ci sia un po’ di disordine, abbiamo le famiglie che intervengono sugli insegnanti cercando di dettare delle regole alla scuola. Abbiamo il mondo della scuola, che pur nella sua autonomia, tende ad invadere i tempi della famiglia. Abbiamo ragazzi che non sanno quale sia il rispetto del ruolo, e abbiamo insegnanti che non sanno cosa sia il rispetto delle persone». In un’istituzione che negli anni sta cambiando sempre di più, e che viene frequentata da ragazzi in continuo cambiamento, per l’assessora Gerosa la parola d’ordine è una sola rispetto. E sì, perché in quest’ultimo periodo se ne sono sentite di tutti i colori. «Io credo cominciando a mettere ogni cosa al proprio posto, con la scuola che faccia la scuola, e che venga rispettata in quanto tale, con gli insegnanti nel proprio ruolo di educatori, con la famiglia che fa la famiglia, con i ragazzi che imparano a rispettare il ruolo dei loro docenti -commenta Gerosa- Già un piccolo pezzettino di strada lo possiamo fare». Un piccolo tassello che però deve incastrarsi in un puzzle estremamente complesso. Non si sta parlando di una situazione idilliaca, anzi siamo nel pieno di un momento pieno di dubbi, dall’alternanza scuola lavoro alla questione dei debiti formativi, gli studenti percepiscono una sorta di spaesamento, come se quello che era stato deciso anni prima ora non sia più al passo con i tempi. «Credo che bisogna mettere ordine nel sistema dell’alternanza scuola lavoro, opportunità fondamentale, a cui crediamo tutti, perché è importante farvi capire com’è il mondo del lavoro e farvelo conoscere mentre siete a scuola, per darvi anche delle competenze», commenta Gerosa. Una scuola che vive il cambiamento sociale di questi ultimi anni, irrefrenabile, soprattutto dopo la pandemia del Covid-19. «Sull’alternanza anche noi condividiamo il fatto che vada cambiata -commenta Matteo Bonetti Pancher, presidente della Consulta degli studenti- Io sono stato una dei fortunati che ha dovuto svolgere solo 90 ore, se ne avessi dovute svolgere 200 non so come avrei fatto». Troppe ore, a volte usate in modo sbagliato. «Per noi del liceo queste ore si configurano ad andare a fare le fotocopie. Io se frequento un liceo classico o scientifico mi aspetto di fare alternanza in un laboratorio o in uno studio». Cambiamento, fondamentale per stare al passo con gli anni, senza però dimenticare che, forse, per cambiare nel modo migliore, bisognerebbe guardarsi un po’ indietro. Perché se è vero che la società sta cambiando è altrettanto vero che non si può pretendere di semplificare tutto.
«Confrontandomi a Roma, con gli altri studenti italiani ho notato come noi siamo una provincia abbastanza invidiata -spiega Matteo Bonetti Pancher- In altri territori ci sono delle problematiche che fortunatamente noi qui non abbiamo». Un territorio fortunato, e invidiato, che però ad oggi sta un po’ rallentando rispetto al passato. «Quando si parla di scuola in Trentino pensiamo che siamo una provincia che ha delle caratteristiche invidiabili, però ci sono tanti temi su cui stiamo lavorando -continua Bonetti Pancher- Noi abbiamo posto il focus su alcuni temi, tra cui quello dei trasporti. Spesso la politica ha avuto una visione Trento centrica e liceo centrica». Sono molti i ragazzi che ogni giorno fanno da pendolari per andare a scuola, e che a volte sono costretti ad aspettare ore prima di poter trovare una corsa per tornare a casa, oppure a fare dei permessi di uscita anticipata dalle lezioni per evitare di perdere l’unica corriera che li riporti a casa. «Questa visione incentrata sulla città e sui licei non ha fatto altro che sminuire i ragazzi che frequentano gli istituti professionali -commenta Bonetti Pancher- Tutto questo rischia di far aumentare l’abbandono scolastico. Non c’è una motivazione in più a dire finisco la scuola dell’obbligo». L’assessore Gerosa ha prospettato un nuovo sstema per il recupero delle carenze. «Adesso gli studenti hanno tantissimi debiti che non riescono a recuperare. Noi stiamo lavorando a una terza via per il recupero di questi debiti. Unas via che credo potrà essere d’esempio per tutta Italia. Non credo che tornare al sistema dei nostri anni degli esami a settembre sia la soluzione -commenta Gerosa- Credo che con l’aiuto di tutti, il Trentino, grazie alla nostra autonomia, debba tornare ad essere il faro a cui le altre regioni guardano». Sul tema delle carenze formative la consulta degli studenti avrebbe studiato un nuovo metodo, che cercherebbe di unire il sistema Trentino al sistema italiano, in modo da trovare un giusto bilanciamento tra i due poli opposti. Non è possibile venir bocciati per una sola materia insufficiente ma non è neanche possibile arrivare alla maturità con importanti carenze in alcune materie.
Oltre a questi, sono stati tanti i temi toccati durante l’incontro, dai docenti, che dovranno essere sempre più preparati, all’uso della strumentalizzazione digitale, fino al benessere scolastico degli studenti.