Scuola
giovedì 29 Dicembre, 2022
di Redazione
L’aumento dei costi di gestione delle scuole dell’infanzia e il progressivo calo delle nascite sono le principali preoccupazioni emerse dall’assemblea annuale di Coesi, acronimo di Comunità Educativa Scuole Infanzia, l’associazione che riunisce 16 materne, alla quale si è unita ultimamente anche la scuola dell’infanzia di Serso. A evidenziare i due problemi che toccano peraltro tutte le 226 scuole dell’infanzia del Trentino, è stato il presidente Diego Bonazza nella sua relazione introduttiva. Bonazza ha assicurato ai soci che per quanto riguarda il rincaro delle bollette soprattutto del metano da riscaldamento ma anche elettriche, che gravano pesantemente sui bilanci delle scuole, Coesi si renderà parte attiva nei confronti della Provincia per cercare soluzioni tempestive. Quanto al calo demografico che le scuole dell’infanzia registrano ogni anno di più al momento delle iscrizioni (quelle per il 2022-2023 si raccoglieranno in gennaio), il presidente ha riconosciuto nel disegno di legge 135 recentemente proposto in Consiglio provinciale da Vanessa Masè, del gruppo La Civica, un’interessante strategia con cui, se il provvedimento sarà approvato ed entrerà in vigore, le politiche pubbliche potrebbero fronteggiare seriamente il problema. Il testo, intitolato «Istituzione del sistema integrato di educazione e istruzione per l’infanzia», già presentato alla Quinta Commissione e il cui iter riprenderà in gennaio, fissa infatti alcuni principi e indica interventi che, se attuati, darebbero un futuro sia alle scuole dell’infanzia sia ai nidi del Trentino. La normativa tende a promuovere un innovativo progetto di collaborazione tra nidi e materne pur rispettandone fino in fondo le differenze e inserendosi nelle leggi esistenti senza stravolgerne l’impianto. «L’obiettivo – ha ricordato Bonazza – è superare l’ancora molto limitato grado di continuità tra i due ambiti educativi con un approccio organizzativo e pedagogico adeguato con nuove composizioni di gruppo tra bambini, che non siano solo sporadiche come quelle attualmente realizzate a fine anno. Si tratterebbe da un lato di differenziare le proposte in base alle età ma al tempo stesso di integrarle in un percorso omogeneo abbattendo schemi e barriere che appartengono al passato. Naturalmente una simile progettualità implica una cooperazione istituzionale tra Provincia, Comuni ed enti del Terzo Settore come Coesi, ma soprattutto un forte raccordo professionale tra educatrici e insegnanti basato sul confronto e partendo dai reali bisogni dei bambini dei nidi e delle scuole dell’infanzia».
«Proprio perché siamo in tempi profondamente problematici sotto il profilo della natalità – ha proseguito il presidente di Coesi – ci troviamo con strutture a rischio di chiusura e territori che saranno sprovvisti di servizi che non potranno mai nascere per via della insostenibilità numerica e finanziaria. Non possiamo e non vogliamo impoverire il tessuto sociale e soprattutto quello periferico. Il ddl prospetta in tal senso una possibile risposta aprendo la strada a un utilizzo flessibile delle strutture delle scuole dell’infanzia i cui spazi permettono di ospitare servizi di continuità pedagogica con i nidi». Si riuscirebbe così a ottimizzare la disponibilità degli immobili evitando di costruirne di nuovi che nel giro di pochi anni rischierebbero di rimanere inutilizzati. E si inizierebbe finalmente a materializzare il progetto di riforma del sistema educativo 0-6 anni di cui si parla da anni. In questa direzione, ha concluso Bonazza, Coesi è pronta a fare la sua parte.
L'inchiesta
di Tommaso Di Giannantonio
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