La storica sentenza

martedì 14 Febbraio, 2023

Sedicenne cambia sesso: i giudici consentono la modifica del nome sui documenti

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Le richieste avanzate a suo nome da mamma e papà sono state ritenute fondate dal tribunale collegiale di Rovereto che ha ordinato la rettifica dell’atto di nascita

Per tutti, per la famiglia, gli amici, i compagni di classe e gli insegnanti, ma anche per i social, era già Alessia (il nome è di fantasia). Ora lo sarà anche ufficialmente, sulla carta: all’anagrafe, negli atti dello stato civile e sui propri documenti identificativi, che verranno rettificati dall’ufficiale dello stato civile del proprio Comune. La modifica sarà sul nome (con la «a» finale al posto della «o», quindi Alessia al posto di Alessio) e nella parte relativa al sesso, che cambierà in «femminile», in luogo di «maschile». E c’è di più perché la studentessa, che frequenta un istituto della provincia, è anche autorizzata a sottoporsi «in futuro a tutti gli interventi medico-chirurgici in senso andro-ginoide che riterrà eventualmente necessari». Lo ha stabilito il tribunale civile di Rovereto a cui si erano rivolti i genitori dell’adolescente di sedici anni. Ed è la prima sentenza che riguarda un minore trans in provincia, in Trentino, come fa sapere il legale della famiglia, Alexander Schuster. Una sentenza, questa, che è definitiva, quindi non più appellabile.

«Certo c’è soddisfazione – commenta il legale – è giusto che vi sia un riconoscimento, anche in base alla documentazione agli atti, se c’è un quadro di identità consolidato. Un riconoscimento che deve avvenire anche da minori, senza doverli costringere a raggiungere il traguardo dei 18 anni. Per ora la giustizia è chiara: gli adolescenti vanno tutelati a tutti gli effetti» ancora il commento di Schuster che aveva già seguito altri casi in Italia.
Alessia, a cui è stato diagnosticato un disturbo dell’identità di genere, già a 12-13 anni si era aperta con la famiglia raccontando di come non si ritrovasse affatto in quel corpo maschile. Già da qualche anno ha iniziato un percorso di transizione, affiancata dai genitori che l’hanno sempre sostenuta con grande amore. A seguirla dei professionisti. I suoi l’hanno infatti portata in un centro pubblico specializzato in disforia di genere. «Da allora è cambiata, è stata serena e solare» racconta la famiglia. E in quel centro Alessia è stata anche seguita per l’avvio di un trattamento ormonale femminilizzante.

Ora, le richieste avanzate a suo nome da mamma e papà sono state ritenute fondate dal tribunale collegiale di Rovereto che ha ordinato la rettifica dell’atto di nascita. Per i giudici la ragazza, che è anche stata sentita in separata sede, libera dai genitori e con tutte le accortezze del caso vista la sua età, avrebbe maturato una «ferrea convinzione e determinazione in relazione al mutamento di sesso e alla condizione di armonia tra l’identità femminile – da sempre percepita – e quella fisica raggiunta in seguito alle terapie farmacologiche». Gli stessi giudici hanno evidenziato che la 16enne ha intrapreso «un percorso serio e inequivoco di transizione verso il sesso femminile».

Hanno affermato anche che – aspetto questo molto importante – «il suo diritto al riconoscimento dell’identità di genere vada tutelato, nel senso di permettere la corrispondenza del sesso attribuitogli nei registri anagrafici con quello soggettivamente percepito e vissuto». Di qui l’adesione del collegio all’orientamento giurisprudenziale maggioritario, secondo il quale il cambio di nome va pronunciato con la stessa sentenza con cui si definisce la nuova identità di genere.