La situazione

lunedì 28 Ottobre, 2024

Senzatetto: a Trento in arrivo 60 posti in più

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L’accoglienza partirà l’1 novembre anche al convento dei frati cappuccini e alle ex scuole Bellesini. In Provincia il totale dei letti è di 242 La maggior parte sono a Trento

L’emergenza senza tetto peggiora e il comune finanzia 60 nuovi posti letto per i richiedenti protezione internazionale, che saranno dislocati a partire dal primo novembre tra le ex scuole Bellesini e il convento dei frati cappuccini. Non solo, Palazzo Thun chiede uno sforzo alla Provincia con l’obiettivo di realizzare una nuova struttura dedicata ai nuclei familiari con madri e figlie. Sommando i nuovi posti letto a quelli già esistenti, in Provincia si arriverà a un totale di 242 complessivi, dei quali 192 destinati agli uomini e 50 alle donne. I posti invernali sono 96 mentre quelli permanenti 146. La maggior parte di queste sistemazioni si trovano proprio nella città di Trento che tocca quota 204, di cui 116 permanenti e 88 invernali, 154 maschili e 50 femminili. I restanti 38 letti, 8 dei quali invernali, si trovano al Portico di Rovereto, al 61 di Borgo Santa Caterina. Accanto a questi, le strutture che accolgono più senza tetto sono il centro Bonomelli, con un totale di 50 (32 permanenti e 18 invernali), al pari di Casa san Giovanni (30 e 20), Lavisotto e Casa Maurizio, entrambi a quota 24, nella prima struttura tutti permanenti, nella seconda tutti invernali. Bonomelli, Lavisotto e Portico sono gestiti da Fcs, Casa Maurizio dall’associazione Amici dei senzatetto, mentre Casa San Giovanni dalla cooperativa sociale Kaleidoscopio. Dei nuovi 60 siti, 36 saranno a casa San Francesco, presso il convento dei frati cappuccini e 24 alle ex scuole Bellesini, entrambi gestiti dal centro Astalli di Trento.
Sedici dei posti complessivi saranno stabili durante l’anno e i restanti saranno attivi d’inverno.
Non ci sono ancora rilevazioni ufficiali ma la percezione, confermata dagli organi comunali, è quella di un fenomeno in continuo peggioramento. «Il trend non è positivo – commenta l’assessore comunale al welfare Alberto Pedrotti- Al momento non possiamo ancora fornire dati, anche perché a novembre aprirà lo sportello senza dimora invernale, ma la problematica sembra anche peggiore rispetto all’anno scorso. I feedback che stiamo ricevendo sono questi. Dobbiamo prendere atto del fatto che i numeri sono in costante aumento da anni».
E proprio per fare fronte a questo aumento, dal comune è arrivata la decisione di investire sui posti supplementari: «Sono 60 posti tra Bellesini e convento dei frati cappuccini, tutti riservati ai richiedenti protezione internazionale, non molto accolti in linea generale. Saranno pieni il secondo dopo che verranno resi disponibili», spiega Pedrotti. Vale a dire dal primo novembre, insieme a tutti i posti invernali. L’assessore osserva poi che i richiedenti provengono da tutto il mondo ma le etnie «più gettonate sono quella magrebina e pakistana». A soffrire maggiormente sono gli uomini di età inferiore ai 35 anni e, purtroppo anche i minori non accompagnati. Il che implica ulteriori problemi legati alla tutela di questi ultimi e dei loro diritti.
Molti però sono anche i nuclei familiari composti da madri con due o tre figli che, asserisce Pedrotti «hanno necessità diverse».
Da qui segue l’appello alle istituzioni provinciali: «Serve predisporre strutture dedicate alle famiglie, sia perché queste hanno esigenze diverse rispetto agli uomini single, sia perché poi se madri con figli si riversano nelle altre strutture di accoglienza non rimangono più posti per gli altri soggetti bisognosi». Inoltre, in una struttura per famiglie ci sarebbe bisogno di «educatori e figure che accompagnino i ragazzi nel loro approccio alla vita e li integrino col territorio trentino».
Nei giorni scorsi, dopo le proteste degli attivisti, sul tema dell’accoglienza erano arrivate diverse reazioni politiche. L’assessore Tonina si era smarcato da polemiche, assicurando che la giunta sta lavorando sulla questione e che presto sarebbero arrivate soluzioni. Quali ancora non lo si è capito ma intanto è arrivato un primo impegno ad affrontare l’emergenza e la garanzia che le risorse «ci sono». Pur rimanendo il no all’accoglienza diffusa, un sistema che forse permetterebbe di dare qualche risposta in più. Nel frattempo, il consigliere comunale del pd Zanella aveva parlato di «violazione dei diritti umani» da parte della Provincia nei confronti dei richiedenti protezione internazionale e soprattutto dei minori. Andando indietro di qualche settimana aveva destato un forte clamore mediatico anche la concentrazione di senza tetto registrata nella zona delle Albere, con una certa preoccupazione da parte di chi gestisce attività nel quartiere.