la proposta

mercoledì 22 Febbraio, 2023

Settimana corta «Si sperimenti anche in Italia»

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La proposta della Cisl al governo dopo il positivo riscontro in alcune aziende inglesi. Nel Bel Paese si lavora più tempo rispetto alla media Ue

«La notizia relativa alla positiva sperimentazione della settimana corta nel Regno Unito in 61 aziende con interessanti risultati sia per le aziende che per i lavoratori deve aprire anche in Italia un confronto tra parti sociali nella stessa direzione. E’ tempo di regolare il lavoro soprattutto nel settore manifatturiero in modo più sostenibile, libero e produttivo». Lo dichiara Roberto Benaglia, segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl. «I salti tecnologici ed organizzativi che la digitalizzazione e il lavoro per obiettivi stanno avvenendo in tante aziende metalmeccaniche ci devono spronare a gettare il cuore oltre l’ostacolo. E’ possibile ripensare – aggiunge – gli orari aziendali e ridurli non contro la competitività aziendale ma ricercando nuovi equilibri e migliori risultati». La Fim Cisl «già lo scorso anno nel proprio congresso a Torino incentrato sulla definizione di ‘lavoro giusto’ ha proposto – ricorda – di negoziare, soprattutto a livello aziendale, una forma di lavoro fatta di 4 parti di attività piena e 1/5 di riduzione d’orario che o possa essere dedicata anche a formazione o ai carichi di cura. Non si tratta di ridurre gli orari in modo generico come nel secolo scorso, ma di rendere il lavoro maggiormente sostenibile e flessibile verso i bisogni delle persone significa rendere i posti di lavoro più attrattivi, in una epoca dove tanti lavoratori, soprattutto giovani di talento, stanno cambiando posto di lavoro e le competenze si muovono nel mercato del lavoro.
Il sindacato deve tornare ad elaborare sfide vincenti e innovative in tema di organizzazione del lavoro per contrattare e creare un lavoro produttivo ma maggiormente sostenibile, anche per una popolazione lavorativa sempre più anziana ed esperta».
Secondo l’Organizzazione mondiale del lavoro delle Nazioni Unite (Ilo), al 2018 il 31,6% delle persone nel mondo lavorava oltre 48 ore settimanali, mentre la crescita degli stipendi è diminuita. Mentre secondo uno studio pubblicato sul Sole 24 ore nel 2019, condotto dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Osce), l’Italia è il Paese dell’area euro dove si lavorano in media più ore a settimana, dopo Grecia ed Estonia, con 33 ore complessive. Si tratta di tre ore in più rispetto alla media della zona euro, e molte di più rispetto alla Germania, dove il totale è di 26, dei Paesi Bassi, con 28, e di Lussemburgo, Austria e Francia, dove si lavora per 29 ore a settimana. Inoltre, a prescindere dalla quantità, l’Italia si trova in bassa posizione nella classifica che misura la crescita della produttività, evidenziando come monte ore e risultati positivi non siano esattamente collegati.