economia
venerdì 27 Dicembre, 2024
di Redazione
Si sono tenuti oggi i consigli di amministrazione di CONCAST, Latte Trento e Federazione Provinciale Allevatori. In questa occasione è stata presentata l’analisi del nostro settore lattiero caseario cooperativo commissionata da Federazione Trentina della Cooperazione e CONCAST alla società di consulenza Gabrielli & Partners.
Si è trattato di un primo importante passo per condividere innanzitutto dati oggettivi, per comparare la situazione trentina con i principali riferimenti di mercato, per comprendere punti di forza e ambiti di miglioramento per un settore che deve ritrovare unità di intenti per rilanciare la propria competitività. Obiettivi comuni: aumentare la remunerazione a favore delle aziende agricole, ottimizzare i processi produttivi assicurando massima sicurezza sanitaria, migliorare il ciclo finanziario per assicurare pagamenti più tempestivi.
Dopo questa prima presentazione i Consigli di Amministrazione di CONCAST e Latte Trento, insieme ai Caseifici che vorranno approfondire il contenuto del lavoro, saranno chiamati a fornire spunti e riflessioni utili a perfezionare, correggere, integrare lo studio per sviluppare, in modo condiviso, un piano industriale finalizzato a tradurre in azioni puntuali le proposte individuate nel documento presentato oggi.
“La situazione attuale – ha sottolineato Roberto Simoni, presidente della Federazione Trentina della Cooperazione – richiede un cambio di prospettiva. I dati raccolti ci suggeriscono una strada da percorrere per valorizzare un mondo fatto di persone che lavorano con dedizione quotidiana. Questo studio vuole offrire strumenti concreti per migliorare il settore, creando le condizioni per remunerare in modo corretto il lavoro di centinaia di allevatori che contribuiscono in maniera determinante a mantenere viva la nostra montagna e curato il paesaggio”.
“Abbiamo seguito con grande attenzione l’illustrazione dello studio da parte della Federazione e dei consulenti incaricati – ha affermato il presidente di CONCAST Stefano Albasini – e condiviso l’importanza di lavorare insieme per migliorare la remunerazione a favore delle aziende agricole. Gli stimoli forniti sono stati numerosi, riferiti sia alla valorizzazione dei prodotti della nostra filiera che alla riorganizzazione e razionalizzazione dei processi produttivi. Centrale risulterà la volontà dei nostri soci di credere in questo progetto, accettando una visione realmente unitaria”.
È stato presentato lo studio anche nel cda di Latte Trento che, attraverso la recente lettera di recesso dal consorzio, ha stimolato la necessità di dare vita a questo approfondimento. “La presentazione, utile per affrontare una situazione di difficoltà da noi più volte segnalata – ha dichiarato Renato Costa, presidente di Latte Trento –, ci ha permesso di sottolineare alcuni aspetti che a nostro giudizio possono essere ulteriormente approfonditi. Per questo abbiamo fissato un ulteriore momento di lavoro con i consulenti dedicati. In particolare, la volontà è di lavorare su alcuni aspetti che riguardano i costi di produzione che oggi gravano sul liquidato ai soci e che, a nostro giudizio, possono essere razionalizzati. L’impegno è quello di ritrovarsi tra qualche settimana per verificare il progetto definitivo, a valle del confronto con tutti i soci del consorzio”.
A chiudere la giornata, l’incontro con il consiglio di amministrazione della Federazione Provinciale Allevatori, con l’intervento del presidente Giacomo Broch: “Questo progetto, che condivido nelle sue linee principali, offre una chiara e sfidante visione del futuro e necessita ora di una piena condivisione da parte di tutti i soggetti coinvolti. Tra i dati presentati colpisce il tema del rinnovo delle stalle che, in molti casi, non hanno subito alcun intervento negli ultimi 24 anni. Serve un forte coinvolgimento della politica provinciale su questo settore: dove una stalla chiude, quasi certamente, non riaprirà più”.
Lo stato attuale e i trend emergenti
In collaborazione con la Federazione Provinciale Allevatori sono stati raccolti importanti dati sullo stato attuale dell’allevamento trentino, caratterizzato da una predominanza di piccole aziende con una media di 31 capi per stalla, riflettendo una frammentazione che è ad un tempo opportunità per preservare identità e distintività territoriale ma anche grande sfida per assicurare sostenibilità economica.
Quasi la metà delle stalle non è stata ristrutturata da oltre 24 anni, evidenziando la necessità di investire in infrastrutture più moderne e funzionali per garantire produttività a lungo termine. Il 21% degli allevatori ha meno di 32 anni e la maggioranza dei soci (64%) è concentrata in un’età che va dai 33 ai 62 anni. Si prevede che la quasi totalità delle aziende porterà avanti l’attività per almeno altri cinque anni. Questa proiezione nei numeri offre una base sufficientemente solida, ma evidenzia contemporaneamente il bisogno di attrarre nuove generazioni e di investire in formazione.
Obiettivi e strategie per il rilancio
Il mandato affidato alla società di consulenza è stato quindi quello di individuare azioni in grado di aumentare la liquidazione a favore degli allevatori, garantendo una maggiore remunerazione per ogni litro di latte conferito.
Per raggiungere questo obiettivo, il piano prevede interventi precisi, tra cui:
“Ritrovare unità e rilanciare il valore del comparto: questo l’obiettivo che insieme vogliamo perseguire – ha dichiarato al termine degli incontri Roberto Simoni -, attendiamo ora il ritorno da parte dei nostri interlocutori rispetto a quanto presentato, pronti a raccogliere ogni stimolo utile per migliorare il documento rendendolo pienamente condiviso”.