il caso

sabato 21 Settembre, 2024

Sequestrate 41 opere di Baldessari a Rovereto. Il curatore della mostra: «Non sono false. Sgarbi non c’entra»

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Scudiero risponde: «Attendiamo fiduciosi la conclusione delle indagini»

Sotto sequestro, rinchiusi e impacchettati in attesa che arrivi la sentenza definitiva. Lo ha deciso il tribunale di Rovereto che ha notificato al Museo civico l’ordine di tenere impacchettati e sotto custodia alcuni dei quadri attribuiti a Iras Baldessari e che hanno fatto parte della mostra appena chiusa sul celebre artista roveretano. «Non c’è alcun reato e nessun indagato – precisa Maurizio Scudiero, il curatore della mostra – semplicemente l’autorità giudiziaria ha ritenuto opportuno non restituire i quadri che erano in mostra ai legittimi proprietari fino a quando le indagini non saranno concluse».
La vicenda è nota e si sta trascinando da diversi mesi, in attesa appunto che il perito esperto consultato dai Carabinieri non esponga il proprio verdetto. Il Museo civico aveva avuto l’idea di valorizzare il talento artistico di Iras Baldessari ripescando alcune sue opere e chiedendone altre in prestito al Mart. Per trovarne altre si era dunque rivolto a Maurizio Scudiero, tra i principale – se non il principale – esperto proprio dell’attività pittorica di Baldessari. Così ha preso vita una mostra di buon successo che metteva in fila le opere del Museo civico, quelle prestate dal Mart e quelle arrivate dai privati, principalmente gli eredi. Il problema è sorto quando Cappelletti, anch’egli noto esperto d’arte non nuovo a pesanti messe in discussione di opere esposte, aveva segnalato a un vasto indirizzario che alcune delle opere esposte erano palesemente dei falsi. Fino a mettere in modo i carabinieri che si occupa della tutela del patrimonio artistico che, di fronte a tale segnalazione, sono piombati a Rovereto, hanno fotografato le opere “incriminate” e le hanno spedito ad un perito a Milano. Nel frattempo la mostra è continuata, ma alla sua chiusura le indagini non erano ancora finite. Per questo motivo, il tribunale ha voluto bloccare il ritorno delle opere ai loro proprietari in attesa dell’esito della perizia. Al sequestro “in custodia” non sono interessate le opere di Baldessari di proprietà del Mart e del Museo civico, in quanto per entrare nel patrimonio pubblico hanno già subito un lavoro di autenticazione scrupoloso.
Maurizio Scudiero attende fiducioso l’esito della perizia. «Le opere non state sequestrate perché valutate false, ma solo perché si aspetta la conclusione delle indagini. Che speriamo arrivi in fretta». E se il Mart non ha nulla da dire sulla vicenda, poiché non è minimamente coinvolto in quanto è stato puramente un prestatore di alcune opere e non ha curato l’esposizione (anche se la presenza di Sgarbi, seppure nello sfondo, ha di sicuro dato una risonanza nazionale alla faccenda di cui probabilmente si parlerà stasera anche nel corso di uno speciale del Tg1 sul tema più vasto dei falsi nel mondo dell’arte), qualcosa da dire ce l’ha invece la Fondazione Museo civico che ha organizzato la mostra. «Ci siamo messi subito a disposizione dell’autorità giudiziaria – commenta il presidente Giovanni Laezza, nella consapevolezza che l’accusa che alcuni quadri siano falsi è tutta da dimostrare. Ora aspettiamo fiduciosi la perizia e le valutazioni che i carabinieri vorranno fare. Il nostro scopo era quello di far conoscere meglio un artista locale che gode di grande considerazione nel mondo dell’arte ma forse non è stato abbastanza valorizzato e fatto apprezzare. Per questo ci siamo rivolti al Mart per alcuni prestiti e a un curatore che sulla piazza è il miglior conoscitore di Baldessari. Di sicuro il Museo non ha alcuno motivo per lucrare su una cosa del genere. Per questo, nel caso in cui fosse accertata la presenza di opere falsamente attribuite, tuteleremo l’immagine del Museo e ci presenteremo come parte lesa. Ho già convocato il Consiglio d’amministrazione per discutere della cosa assieme al nostro legale.