Il caso
martedì 9 Gennaio, 2024
di Simone Casciano
Dopo l’inchiesta giornalistica, quella della magistratura. Il caso Sgarbi-Manetti si infittisce. Scrive oggi il Fatto Quotidiano che la procura di Macerata avrebbe aperto un fascicolo, con ipotesi di autoriciclaggio di beni culturali, sul caso del dipinto di Rutilio Manetti (La cattura di San Pietro) rubato nel 2013 e che un’inchiesta di Report ricostruisce essere lo stesso ricomparso in una mostra del 2021 organizzata da Sgarbi a Lucca. «Io non ho ricevuto nessun avviso d’indagine – replica Vittorio Sgarbi – Né saprei come essere indagato di un furto che non ho commesso. E per un reato compiuto 11 anni fa, in circostanze non chiarite dagli inquirenti di allora. Da questa notizia risulta una palese violazione del segreto istruttorio, l’unico reato di cui ci sia evidenza». Sgarbi continua la sua difesa dicendo che «da quello che si legge, l’opera è stata malamente tagliata. E quella in mio possesso è in buone condizioni e con una stesura pittorica ben conservata e uniforme. Qualunque valutazione va fatta sull’opera di cui quella rubata è manifestamente una copia, come tutte quelle conservate in quel castello di cui nessuno si è preoccupato. Né credo sia un reato fare eseguire la fotografia di un’opera di cui tutti gli esperti hanno visto l’originale esposto a Lucca».
Secondo la ricostruzione del Fatto, Sgarbi sarebbe indagato per furto di beni culturali dalla procura di Macerata. Il fascicolo sul dipinto di Manetti è stato aperto dalla Procura di Imperia, come derivazione di un’altra inchiesta per esportazione illecita di opere d’arte e poi trasmesso appunto a Macerata per competenza.
Il fascicolo trasmesso qualche giorno fa alla Procura di Macerata ipotizza il reato di autoriciclaggio di beni culturali di cui all’articolo 518-septies del codice penale. Lo conferma il Procuratore di Macerata Giovanni Fabrizio Narbone dopo le indiscrezioni pubblicate nelle ultime ore.
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