la proposta
mercoledì 21 Febbraio, 2024
di Donatello Baldo
Il critico si è convinto ben oltre l’ora di cena, quando al ristorante ha ordinato esclusivamente due uova alla coque: «Bollite per non più di sette minuti», ordina al cameriere, verso cui si rivolge più volte nel corso della serata chiamandolo «oste della malora». È uno Sgarbi su di giri quello che lunedì notte disegna la suggestione che convince i suoi due accompagnatori, il fido collaboratore Franco Panizza e il presidente di Patrimonio del Trentino Andrea Villotti. «Un secondo Mart all’ex Anmil».
«È nel programma di Fugatti»
La suggestione di Sgarbi deriva dalla lettura del programma di governo del centrodestra che ha vinto le elezioni: «Credo l’abbia scritto l’ex assessore Mirko Bisesti, di questo avevamo parlato assieme. L’idea è di fare come al museo di Rotterdam che espone anche le opere in deposito». Perché al Mart di opere chiuse nei magazzini ce ne sono tantissime: «Ce ne sono 18-20 mila. Anche di grandi maestri come Burri, Fontana, Morandi. Tantissime opere concettuali, tantissimi video. Noi riusciamo a esporre solo un 10% del patrimonio». Serve spazio: «Serve un magazzino, ma quel magazzino deve diventare fruibile. Come a Rotterdam, appunto».
Ex Anmil, «la soluzione ideale»
Lunedì il critico e presidente del museo roveretano ha voluto vedere di persona le strutture candidate a contenere il deposito. «Ho visto un magazzino vicino al Mart. Funzionale per la vicinanza, ma tutt’altra cosa dell’ex Anmil». Che Sgarbi ha visitato successivamente: «Ho visto quella struttura e ho pensato che è quella la soluzione ideale». E a cena, era quasi mezzanotte, ha voluto con sé Panizza e Villotti per dire che così è deciso. «Quella è la soluzione, un Mart/2. Un luogo immerso nel verde che diventi attrattivo». Dicevamo di uno Sgarbi scoppiettante: «Dove cavolo sei Panizza — ha gridato quando il suo sodale si è intrattenuto con altri clienti del ristorante — vieni qui che ci accordiamo con Villotti, che diamo un senso alla sua vita». Ridono, e lo guardano sgusciare le uova mentre immagina la sua nuova creatura: «C’è la parte centrale, c’è quella specie di cappella. Ci sono sale adatte per l’esposizione a rotazione delle opere. E poi si potrebbe riservare uno spazio anche per un laboratorio per il restauro delle opere contemporanee, ora ci sono tecnologie incredibili».
Un concorso di idee
L’edificio — disegnato nel 1966 dall’architetto Luciano Perini — è stato ultimato nel 1970. Scopo della struttura era quello di offrire agli invalidi e mutilati del lavoro un ambiente salubre e rilassante per riacquistare la salute e di provvedere alla loro rieducazione.
Il complesso è situato nel fitto Bosco della Città, in località Vallunga, ad est del centro storico di Rovereto. Il terreno di spettanza è di ben 35.000 metri cubi e gli edifici sono due, su tre livelli. Il Padiglione Soggiorno a ovest, sul versante verso la città e la valle dell’Adige, ha una superficie di 4.040 metri quadrati e un volume di 17.630 metri cubi. Il Padiglione Ricreazione, a est, copre una superficie è di 4.866 metri quadrati con un volume di 18.330 metri cubi. Il complesso ha quindi una superficie totale di tutto rispetto di mq. 8.906 ed un volume di mc. 35.960. Una costruzione architettonicamente importante, ma abbandonata definitivamente nel 1973 dall’Associazione Mutilati e Invalidi del Lavoro per cui era stato costruito. Da allora, tante ipotesi di recupero, tutto bloccate. Anche per la presenza di vincoli stringenti. Ma è proprio sulla base di questi vincoli che Sgarbi mette l’accento: «L’architetto Mario Botta (lo stesso progettista del Mart, ndr) mi diceva come un vincolo sia una sfida. Bene, si faccia un concorso di idee e si scelga il progetto migliore». E aggiunge: «Lì si può fare il deposito, ma c’è spazio anche per campi sportivi, per una zona residenziale. La fortuna — continua Sgarbi — è che tutta l’area è già della Provincia». È di Patrimonio del Trentino, ed ecco spiegato perché alla cena di lunedì sera era presente anche Villotti, che della società immobiliare pubblica è il presidente.
Fugatti: «Parliamone»
Sgarbi, dopo il sopralluogo, ha sentito il presidente della Provincia Fugatti: «L’ho informato dell’idea di un Mart/2 al bosco della città. Ha detto giustamente che prima vuole vedere la struttura. Ma è nel suo programma un museo che apre i suoi depositi. E poi con questa operazione si recupera un’incompiuta, un edificio abbandonato». A cena, con Panizza e Villotti, il presidente del Mart torna su quel vincolo di tipo sanitario e assistenziale. «Se prima era un luogo di ricovero di esseri umani, ora lo sarà di opere d’arte». E dopo quest’ultima suggestione, i tre partono alla volta di Ro Ferrarese, dove Sgarbi abita. «Dai Panizza che ora devi guidare per tre ore». All’una e mezza di notte, con la nebbia: «Ne ho fatte di peggio», dice orgoglioso.