il fatto

venerdì 22 Dicembre, 2023

Si arrampica sulla gru per protesta: «Dal 2016 mi negano il permesso di soggiorno»

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Samuel Kofi Aboagye è in attesa della protezione internazionale da oltre 6 anni

Ha protestato dalla cima di una gru nel cuore della città, nella speranza di poter così essere ricevuto dalla Questura e raccontare la sua storia. Il fatto è accaduto ieri mattina, verso le 8.30. Aboagye Samuel Kofi, un richiedente asilo ghanese di 33 anni, ha attirato l’attenzione dei passanti arrampicandosi sulla gru del cantiere stradale in via Santa Croce a Trento. Alcuni cittadini, allarmati, hanno chiamato le forze dell’ordine. Sul posto è intervenuta immediatamente la polizia, con il supporto dei vigili del fuoco. Intanto le immagini su quanto stava accadendo facevano il giro del web. All’arrivo degli agenti l’uomo è sceso a terra. Subito ha spiegato, in un italiano stentato, quale fosse il suo problema: permesso di soggiorno non rinnovato, niente soldi, niente casa. Oltre alla tensione per la difficile situazione in cui si trova, il ghanese non si sentiva fisicamente male, fatta eccezione per un lieve mal di testa, probabilmente causato dal freddo (il gesto di protesta è durato quasi un’ora ad una temperatura di 7-8 gradi). La volante lo ha così accompagnato in Questura: un primo passo verso l’obiettivo. Una volta lì Aboagye è stato raggiunto dal suo avvocato e sono stati controllati i documenti, che risultano in regola per restare sul territorio e il domicilio: Trento. Il motivo per cui chiedeva di essere ascoltato è il mancato rinnovo del permesso di soggiorno e l’impossibilità di lavorare. Ciò è dovuto all’impasse burocratico in cui si trova dal 2016, anno in cui ha effettuato la prima richiesta di protezione internazionale alla Commissione interregionale competente, che ha sede a Verona. Quest’ultima ha tuttavia rigettato la richiesta sia nel 2016 che nel 2021, forse ritenendo non ci fossero i requisiti per la concessione della protezione. Al momento il trentatreenne è in attesa di una risposta all’ultima domanda, presentata a fine settembre. La Questura ha assicurato la massima collaborazione nel sollecitare la risposta della Commissione. Il gesto compiuto in segno di protesta — la scalata della gru — potrebbe tuttavia avere delle ripercussioni negative sul piano penale: l’uomo rischia una denuncia per procurato allarme.
L’azione di protesta ha attirato in via Santa Croce anche il sindaco Franco Ianeselli che è accorso appena saputo quanto stava accadendo. «Quando sono arrivato il ragazzo era appena sceso ed era ancora molto scosso», riferisce il primo cittadino, esprimendo un sentito ringraziamento al questore e alla polizia per aver gestito la situazione «con grande umanità». «È il Natale degli invisibili a cui dobbiamo prestare tutti più attenzione. L’episodio di questa mattina è l’ennesima dimostrazione», chiosa il sindaco.
Tra gli occhi puntati sulla gru c’erano anche quelli del segretario Cgil Andrea Grosselli: «È una vicenda emblematica di tanti lavoratori che avrebbero possibilità di trovare impiego, in quando c’è ancora tanto bisogno di manodopera, ma ci sono regole inadeguate che li costringono all’irregolarità — spiega — Occorre un sistema in grado di immetterli velocemente in percorsi di accesso al mondo del lavoro».
In situazioni di «limbo» si troverebbero molti altri richiedenti asilo, come spiega Stefano Bleggi, portavoce di Assemblea antirazzista: «Molti richiedenti asilo hanno un cedolino che permetterebbe di lavorare ma incontrano difficoltà, perché i datori di lavoro non si fidano di fare un contratto. Il cedolino, poi, è valido fino alla risposta da parte della Commissione di Verona. Queste situazioni sono l’effetto di quello che abbiamo denunciato, ovvero che queste persone non vengono fatte entrare nel sistema di accoglienza. Quanto accaduto è un altro segnale preoccupante».