GIOCHI INVERNALI 2026
domenica 8 Gennaio, 2023
di Margherita Montanari
«Se le Olimpiadi non s’hanno da fare, non di solo ghiaccio vive Piné». Il nuovo anno è iniziato, per la Comunità di Baselga e le associazioni sportive dell’altipiano legate al ghiaccio, con cattive notizie. Ma il Partito autonomista incalza la giunta affinché un’occasione sfumata si trasformi in una nuova sfida per rilanciare il turismo sull’Altopiano.
«Sono passati solo pochi mesi, un paio, dall’approvazione in consiglio comunale del progetto che doveva vedere sbarcare i 5 anelli olimpici a Piné, ma sembra davvero un’era geologica fa: pare ormai scontato, infatti, che la rinuncia alla competizione olimpica sia un dato di fatto, con il trasferimento a Torino delle gare previste – scrive il Patt – Cosa sia cambiato, in così poco tempo, tuttavia, non è ancora chiaro: la mancanza dei tempi tecnici per la costruzione della grande struttura coperta doveva essere messa in conto già prima, mentre la sostenibilità dell’impianto era già sotto la lente d’ingrandimento nonostante le ripetute rassicurazioni della Provincia».
Nel documento, il segretario politico Simone Marchiori mette in chiaro la posizione favorevole del gruppo ad ospitare nella località trentina alcuni appuntamenti olimpionici, visti come «un punto di rilancio per il turismo dell’Altopiano in grado di generare ricadute a 360 gradi e di portare investimenti che dessero risposte a numerose esigenze e problematiche aperte e non fossero, quindi, limitate alla realizzazione dell’ovale coperto. Ecco perché se, come sembra, la rinuncia appare ormai inevitabile, non possiamo che condividere la delusione e la rabbia di una Comunità che si vede portar via un’occasione di sviluppo».
Ma la vera partita, adesso, sta nel rilanciare con una controproposta per il futuro di Baselga. Secondo il partito autonomista, se Olimpiadi non saranno, Piné deve almeno pretendere la sottoscrizione di un accordo di programma che preveda un investimento per il territorio, gli sport e il turismo. «L’organizzazione di alcuni eventi legati agli sport su ghiaccio sembrano solamente un contentino per evitare polemiche», dice il partito.
A modo di vedere del gruppo, per prima cosa, va richiamato il Coni alle sue responsabilità. «Nonostante le criticità fossero note da tempo, l’ente guidato da Malagò aveva comunque affermato di battersi per Piné. Adesso deve essere il primo a confermare degli investimenti nella località trentina: prima di parlare di gare e manifestazioni, vanno sistemati gli impianti. Il palazzetto attuale soffre di problematiche arcinote che ne rendono la sua manutenzione, anche da un punto di vista ambientale, improcrastinabile e non scaricabile semplicemente sul Comune. Ma il Comitato Olimpico Nazionale, di fronte a questo passo falso, può e deve impegnarsi anche per le altre realtà sportive presenti in zona che proprio a Piné hanno dato grande lustro negli anni. Si pensi ad esempio alla società arcieri che, pur senza bisogno di grandi impianti, in tempo pre-Covid era in grado portare qualcosa come un migliaio di atleti alla volta alle sue competizioni».
Oltre al Coni, gli autonomisti tirano le orecchie anche la Provincia di Trento, che «deve investire sull’Altopiano delle cifre in grado di generare ricadute positive per sport e turismo». Destagionalizzazione, compimento del Rifugio Tonini, valorizzazione dei laghi dell’altipiano, per garantire presenze turistiche durante tutto l’anno. Ma anche collegamenti ciclabili con la Valsugana e ripristino ambientale e paesaggistico dei boschi che, dopo Vaia, stanno facendo i conti con i pesanti danni del bostrico.
Anzi, è il momento di dimostrarlo, subito, con un protocollo d’intesa che fissi risorse certe e progetti chiari d’investimento. E non si limiti solamente a proposte parziali e dal respiro corto, buone solo a rasserenare gli animi di una popolazione che si sente presa in giro.
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