Ambiente
venerdì 10 Marzo, 2023
di Mario Pizzini
La portata dell’Adige di questi giorni è prossima ai minimi storici. Lo dicono i dati registrati dall’Ufficio Dighe della Provincia autonoma di Trento. La portata media segnalata dall’idrometro di Ponte San Lorenzo nei primi mesi del 2023 indica un trend negativo: a gennaio si attestava a 77 , a febbraio è stata di 62,7 e nei primi giorni di marzo (dall’1 all’8 marzo) 55 .
Quest’ultimo dato è chiaramente il più preoccupante ma va considerato solo parzialmente poiché si riferisce a poco più di una settimana ed eventuali fenomeni metereologici dei prossimi giorni potrebbero variarne la portata. Per questo motivo è meglio considerare i più attendibili dati registrati nei periodi di gennaio e febbraio. Detto ciò, comparando questi dati con quelli degli ultimi trent’anni emerge uno scenario poco rassicurante per le acque del secondo fiume più lungo d’Italia. La media della portata degli ultimi trent’anni nel mese di febbraio è stata di circa 116 , quasi il doppio di quella registrata a febbraio 2023 (62,7) . Giusto per fornire una panoramica più ampia consideriamo la capacità di portata dell’Adige nei picchi. Nei periodi di piena, ha raggiunto una portata anche di 600 , mentre la portata media mensile del mese storicamente più carico (giugno) registrata nel periodo compreso tra il 1994 al 2022, è stata pari a 337 .
Ritornando ai dati di febbraio 2023, essi rappresentano il settimo percentile su un periodo di 28 anni (serie di dati dall’anno 1994 al 2022). È un dato chiaramente preoccupante e inconsueto. Un’anomalia che si può desumere dal fatto che quando il percentile è pari a 0 il relativo valore di portata coincide con il minimo della serie, mentre quando il percentile è pari a 100 siamo al massimo della serie. Le misurazioni di febbraio 2023 evidenziano perciò un dato molto basso di portata media mensile, prossimo al minimo nell’intervallo di tempo considerato (28 anni). A marzo, se non subirà variazioni di portata, sarà ancora inferiore. Previsioni precise circa il futuro è impossibile farne, ci sono troppi fattori da considerare e le condizioni meteorologiche, per ovvi motivi, sfuggono al controllo antropico.
Quello che è evidente, però, è il trend in diminuzione di questo 2023. «Siamo di fronte ad una situazione abbastanza complessa. In alta quota l’estensione del manto nevoso è bassissima e in fondovalle le precipitazioni deboli», spiega Sandro Rigotti, del servizio Grandi derivazioni idroelettriche e distribuzione gas della Provincia di Trento. Per capire quanta acqua viene prodotta dal manto nevoso presente sul suolo bisogna considerare l’indice SWT ed a fine febbraio 2023 esso si attestava attorno al 20esimo percentile per il territorio provinciale: ciò significa che, negli ultimi 20 anni, valori simili o inferiori a quelli attuali sono stati registrati in meno del 20 per cento dei casi.
La situazione meteorologica è dunque critica, come sottolineato dal report di meteotrentino per il mese di febbraio 2023, il quale «è stato totalmente asciutto quasi ovunque e con temperature molto sopra la media».
I bacini montani, perciò, soffrono parecchio e le possibilità di intervento sono poche. «La portata dell’Adige continuerà a peggiorare in assenza di cambiamenti metereologici, ci auguriamo che marzo sia più piovoso dei mesi precedenti perché non abbiamo altri modi di intervenire, tutto il suo bacino idrografico è in difficoltà», spiega Rigotti. Infatti, il livello dei laghi a monte è già molto basso e si può fare ben poco per sopperire alla carenza idrica di questi giorni. Al lago di Santa Giustina, ad esempio, si sta provando ad invasare per recuperare i livelli minimi estivi prescritti, rilasciando dunque solo il deflusso minimo vitale. Per avere qualche numero sulla situazione del lago, il 22 febbraio il sopralluogo della Pat ha rilevato un volume d’acqua di 39 milioni di metri cubi, corrispondente al 30 % della capacità utile operativa, un dato di gran lunga inferiore rispetto al dato medio di 69 milioni di metri cubi registrato negli ultimi dieci anni in questo stesso periodo. La situazione è simile un po’ ovunque, tutto il bacino idrografico dell’Adige è sotto pressione e già nei prossimi mesi, se non si verificheranno inversioni di tendenza, le conseguenze saranno significative.
Adesso non resta che sperare in precipitazioni primaverili molto abbondanti, ma in molti pensano che questa sia una speranza piuttosto vana e che la prossima sarà l’estate più secca da molti decenni a questa parte.
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