Arco
domenica 26 Febbraio, 2023
di Gianluca Ricci
Se c’è una cosa che gli amministratori locali hanno capito, è che bisogna muoversi per tempo. Ecco perché gli assessori di Arco, Riva del Garda e Nago Torbole hanno già organizzato numerosi incontri per verificare la possibilità, ad oggi piuttosto concreta, di approfittare della cosiddetta venuta d’acqua emersa durante gli scavi della galleria Cretaccio-Loppio per rimpinguare le scorte di acqua potabile da mettere a disposizione dei consumatori. Un evento fortuito, quello della scoperta di una sorgente da 30 litri al secondo, che non può essere ignorato, soprattutto in un momento di siccità come quello che stiamo vivendo. «Si tratta di una risorsa di straordinaria importanza – ha detto l’assessore arcense Nicola Cattoi – che sarebbe sciocco non sfruttare adeguatamente: insieme ai Comuni di Riva e Nago Torbole stiamo studiando la possibilità di creare un consorzio che consenta di raccogliere le risorse necessarie a realizzare le opere di captazione, eventualmente previste a carico delle amministrazioni locali, e a redistribuire nei rispettivi acquedotti quell’acqua che oggi finisce per perdersi in falda e confluire poi nel rio Salone. Abbiamo già coinvolto nelle riunioni preliminari i vertici di Ags in modo da prevedere, in caso di via libera della Provincia, un iter progettuale rapido. Da Trento è già giunta la massima disponibilità ad intervenire in tal senso, quindi auspico una soluzione del problema in tempi brevi». Quelli, va da sé, che l’attuale mancanza di precipitazioni rende sempre più stretti. Vista la situazione attuale, a meno che i prossimi tre mesi non siano dominati da eventi atmosferici estremi, per la prossima estate si prevedono dal punto di vista idrico condizioni simili a quelle già vissute nei mesi estivi dell’anno passato, quando per la prima volta dopo anni frazioni come Gazzi, Laghel, Mandrea e Troiana hanno conosciuto problemi seri di razionamento. «In realtà – ha precisato l’assessore Cattoi – allora si verificò un fenomeno particolare, ovvero una serie di cali improvvisi del livello delle acque a disposizione provocato da prelievi concentrati: probabilmente irrigazioni o riempimento piscine, su cui quest’anno dovremo vigilare con attenzione. Purtroppo in Trentino siamo abituati ad avere tanta acqua a disposizione e non abbiamo una cultura del risparmio idrico come invece è sviluppata in altre regioni in cui devono fare i conti con poca acqua a disposizione». Tuttavia il Comune di Arco sta già lavorando per non farsi trovare impreparato di fronte ad eventuali, ma non improbabili, momenti di crisi: sono già previsti lavori di ammodernamento ai pozzi di Prabi, quelli da cui una pompa spedisce l’acqua al castello per poi redistribuirla in parte ad Arco centro e in parte in Oltresarca: «Si tratta della situazione più critica – ha spiegato l’assessore – forse perché Oltresarca si trova in posizione più elevata e l’acqua fatica ad arrivare nelle case e nei campi della frazione: tuttavia abbiamo già previsto di acquistare o affittare una pompa supplementare da installare a Massone che permetta di superare le emergenze. Inoltre stiamo studiando con esperti il luogo ideale in cui scavare un nuovo pozzo, proprio per evitare che quella zona del territorio diventi problematica. Purtroppo tutte le nostre sorgenti sono superficiali e subiscono gli effetti della stagionalità. Fra una decina di anni saranno tutte asciutte e allora saremo costretti a scendere direttamente in falda per pompare l’acqua per la comunità. Dovremo attrezzarci. Ecco perché già quest’anno in bilancio non diminuiremo gli stanziamenti per il settore, mentre invece abbiamo dovuto operare tagli dolorosi altrove, e nei prossimi anni cercheremo di aumentare le risorse». Impensabile, ora, pensare alla Sarca come a una fonte di prelievo: se molte comunità captano le acque del Garda per immetterle negli acquedotti, lo stesso non si può fare col fiume. Se nel Garda si può pescare in profondità, nella Sarca no. Così come impensabile al momento risulta la creazione di bacini a quote elevate da riempire durante la stagione favorevole: qualcuno aveva proposto di farlo sullo Stivo, «ma quello che serve in realtà – ha concluso l’assessore Cattoi – sono le piogge. Se non piove, con cosa riempiamo i bacini?».