Crisi idrica
sabato 15 Aprile, 2023
di Francesco Terreri
In Trentino Alto Adige in media ogni anno scende neve equivalente a 2 miliardi 770 milioni di metri cubi d’acqua. Quest’anno, invece, la cosiddetta snow water equivalent si ferma ad appena 810 milioni di metri cubi. Significa che manca il 70% del manto nevoso, cioè con lo scioglimento della neve mancheranno 1 miliardo 960 milioni di metri cubi d’acqua. Il dato è contenuto nell’ultimo rapporto della Fondazione Cima, il Centro internazionale in monitoraggio ambientale di Savona, aggiornato al 9 aprile. Difficilmente le nevicate di questi ultimi giorni hanno cambiato drasticamente la situazione.
L’accumulo 2023 è il secondo più basso da dodici anni a questa parte. L’anno peggiore, da questo punto di vista, è stato il 2017, con un’acqua equivalente alla neve caduta in regione pari a 630 milioni di metri cubi. Il picco di nevicate e quindi di acqua è stato invece raggiunto nel 2014 con qualcosa come 6 miliardi 730 milioni di metri cubi. L’anno scorso il dato era già segnato dalla siccità ma in misura molto inferiore a quest’anno: la snow water equivalent ammontava a 1 miliardo 790 milioni di metri cubi, il 35% in meno della media.
Secondo la Fondazione Cima, per quanto riguarda la copertura del manto nevoso, ad aprile siamo già nelle stesse condizioni critiche registrate a fine giugno 2022. Il picco di neve si registra, in Italia, a marzo. Quest’anno è stato tra i più bassi negli ultimi dodici anni: tutte le regioni hanno riportato un’anomalia negativa. Superato il periodo di accumulo, l’acqua contenuta nella neve è una buona parte di quella su cui potremo contare per i mesi più caldi della primavera e dell’estate. Ma è poca: le temperature miti e le scarse precipitazioni di quest’inverno hanno portato a livello nazionale a un deficit del 64% rispetto alla media.
Uno dei primi impatti di questa scarsità d’acqua è sull’irrigazione. In Trentino siamo ai primi passaggi, la Provincia ha consentito di anticipare di una settimana la stagione irrigua, con quantitativi però limitati. Quanta acqua manca dei circa 50 milioni di metri cubi utilizzati in media per irrigare meleti, vigneti e piccoli frutti? «Non siamo in grado di dirlo in quanto la maggior parte è acqua fluente, cioè scorre – spiega il direttore di Comifo, la Federazione dei consorzi irrigui, Lorenzo Cattani – Quanta ne sarà disponibile lo vedremo solo nel corso dei mesi. Se pioverà abbondantemente o almeno regolarmente, riusciremo a garantire un’irrigazione soddisfacente, se viceversa la stagione andrà avanti in maniera siccitosa mancherà molta acqua, una quantità inedita».
La siccità colpisce anche i laghi, la cui acqua è spesso utilizzata proprio per l’agricoltura. All’11 aprile, secondo l’Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi di bonifica, il lago di Garda è riempito al 37,1%, rispetto all’80% dello stesso periodo del 2022. «Quest’anno l’irrigazione è iniziata con un lago di Garda ai minimi storici per la stagione» ricorda una nota della Regione Lombardia. Che, per far fronte alla crisi idrica, ha promosso un incontro, in videoconferenza, con Provincia di Trento e Regione Veneto, alla presenza dei rappresentanti della Comunità del Garda, dell’Agenzia per il fiume Po, di Anbi Lombardia e del Consorzio del Mincio. Una vera e propria cabina di regia interregionale. Per la Provincia c’era l’assessore Roberto Failoni: «La riunione era per coordinarsi sia sull’acqua che sul turismo». Gli assessori lombardi erano Massimo Sertori, Risorse energetiche e risorsa idrica, e Alessandro Beduschi, Agricoltura. Per la Regione Veneto era presente l’assessore Gianpaolo Bottacin. «Abbiamo stabilito – dicono in una nota congiunta – che l’andamento della stagione irrigua e dei livelli lacuali sarà oggetto di monitoraggio periodico. L’obiettivo comune è quello di salvaguardare per quanto possibile l’agricoltura, tenendo in considerazione le esigenze gardesane, in particolare turismo e navigazione lacuale». La prossima riunione della cabina di regia interregionale per il Garda è prevista il 27 aprile.
Intanto le associazioni ambientaliste Cipra Italia, Cirf, Deafal, Dislivelli, Federazione Nazionale Pro Natura, Federparchi, Free Rivers Italia, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness e Wwf Italia lanciano un appello sulla crisi idrica e climatica per «un’azione politica che vada oltre l’emergenza». Serve «una strategia nazionale integrata e a livello di bacini idrografici» e «moderne pratiche e misure per ridurre la domanda di acqua ed evitarne gli sprechi».
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