Grandi carnivori
domenica 11 Febbraio, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
«Orsi liberi». «Fugatti criminale vergogna nazionale». Questi sono solo alcuni degli striscioni e degli slogan che il pomeriggio di sabato 11 febbraio hanno accompagnato il corteo delle associazioni animaliste per le strade di Trento. La manifestazione – organizzata da «Stop Casteller» – ha richiamato in città oltre 800 persone provenienti da tutta Italia: da Palermo a Torino. Tutte contro la Provincia e le politiche di gestione dei grandi carnivori. Si sono vissuti momenti di tensione quando la protesta è arrivata in piazza Venezia a pochi passi dalla deposizione delle corone in memoria delle vittime delle Foibe in largo Pigarelli. I manifestanti erano convinti che ci fosse anche Fugatti, ma il governatore trentino — anche per ragioni di sicurezza — ha deciso di partecipare in mattinata alla cerimonia prevista a Rovereto.
Un muro di agenti della Digos, schierati con casco, manganello e scudo, ha fatto desistere i manifestanti dall’avvicinarsi alla commemorazione. Il corteo è stato bloccato alla rotatoria di piazza Venezia. E da qui gli animalisti hanno rivolto insulti sia contro il presidente della Provincia sia contro il sindaco di Trento Franco Ianeselli, accusato di aver attaccato la regista programmista della Rai che ha deciso di sospendere un servizio sulla mobilità sostenibile in città dopo l’abbattimento dell’orso M90. La cerimonia è stata interrotta dai cori. Ianeselli era lì in quel momento: «Sarebbero bastati cinque minuti di silenzio e rispetto», ha detto.
Da Torino a Palermo per manifestare
La manifestazione era stata annunciata a metà gennaio dopo il ritrovamento della carcassa di Mj5. La notizia dell’uccisione di M90 ha gettato benzina sul fuoco degli animalisti. Il corteo è partito da piazza Dante. Dalle due del pomeriggio sono iniziate ad arrivare decine e decine di persone. I manifestanti trentini erano una minoranza. «Siamo venuti da Torino per contrastare la politica ammazza orsi — dicono due manifestanti, Sonia e Antonio — Non esistono animali problematici, ogni animale va rieducato, e se è problematico bisogna prelevarlo e portarlo in una zona più consona». Per Margherita, da Rapallo (Genova), è la sesta manifestazione a Trento: «Perché sono qui? Giustizia. Vengono uccisi degli orsi liberi. Da vegana poi, figuriamoci». Un’altra attivista, Ruth, da Firenze, si scaglia contro la Provincia: «Dove sono finiti i denari del progetto Life Ursus? I cassonetti e i percorsi non sono stati regolamentati. Le scuse portano solo alle fucilate. Fugatti va destituito». Valentina fa una proposta: «Creiamo una App collegata ai radiocollari per evitare gli incontri con l’orso». Fabiana, arrivata dal bresciano, non accetta la definizione di orsi «problematici»: «Non esistono. Sono animali selvatici, certo non parliamo di gattini, ma ci vuole buon senso». Gianmarco, da Milano, è preoccupato: «L’uccisione di M90 ha creato un precedente. Si rischia di sopprimere gli orsi per qualsiasi loro comportamento».
«Dal Trentino contro le bugie della Pat. #Fugattidimettiti». Questo lo striscione in testa al corteo, che si è snodato lungo le vie della città: da piazza Dante a piazza Venezia, da via Grazioli a Corso 3 Novembre, fino in piazza Duomo. «Questa è una battaglia che va oltre gli orsi: se cadono gli orsi non ci sarà speranza per lupi e cinghiali — ha urlato al microfono Paola di Stop Casteller — Basta a questo enorme merdoso villaggio turistico». E poi sono volati una serie di «vaffa» a Fugatti, Piero Genovesi di Ispra, allevatori, cacciatori «e anche ad Amadeus, che ha dato spazio ai trattori». La Lav ha annunciato una nuova battaglia giudiziaria: «Fugatti ha costruito una situazione in cui le valli sono abitate da bracconieri. Lo porteremo davanti alla Corte di giustizia dell’Ue».