L'INTERVISTA
giovedì 12 Ottobre, 2023
di Lorenzo Fabiano
«Non mi faccio tante storie, io vado giù a bala e basta», diceva un tempo Piero Gros prima di spararsi fuori dal cancelletto di partenza e divorarsi uno dopo l’altro i paletti. «Mola mia», mai mollare, è invece il mantra made in Berghem de hura e de hota che ci aggiunge una leonessa delle nevi come Sofia Goggia, il jet della Valanga Rosa. La campionessa bergamasca (trent’anni e un palmares da far venire i brividi: oro olimpico in discesa nel 2018, argento quattro anni dopo, bronzo e argento ai mondiali del 2017 e 2019, quattro coppe del mondo di discesa, la prima nel 2018 e le ultime tre di fila tra il 2021 e il 2023, 22 vittorie in Coppa del mondo per un totale di 48 podi) è ormai un’ospite fisso del Festival dello Sport di Trento: sabato è previsto con lei un duplice appuntamento, l’incontro «L’arte di vincere» col padrone di casa Urbano Cairo alle 10.30 al Teatro Sociale, seguito da un saluto al pubblico insieme a Dominik Paris e al re del chilometro lanciato Simone Origone in piazza Duomo alle 13.30.
Sofia, partiamo dall’arte di vincere…è qualcosa che si ha dentro o si apprende?
«Ce l’hai dentro e la sviluppi con la tua crescita personale di atleta. L’arte di vincere sta nelle fasi della preparazione alla gara, la vittoria non è poi che il frutto del tuo lavoro e di tutto quello che fai».
E invece, la sconfitta cos’è per lei?
«Non è strettamente legata al risultato. La sconfitta è semmai legata a non essere te stessa e a non seguire la tua vocazione, la tua essenza, e quello che hai dentro. Non c’è dolore o rinuncia più grande che rinunciare a te stessa per qualcosa che alla fine non ti appartiene».
Dieci anni fa, il 20 novembre del 2013, col settimo posto in un supergigante a Beaver Creek lei incassò i primi punti in carriera in Coppa del mondo. Che Sofia Goggia era allora, e che Sofia Goggia è oggi, dieci anni dopo?
«Quella fu la gara del mio debutto in un SuperG di Coppa del mondo. Arrivai ottava, ma poi un’atleta venne squalificata e salii al settimo posto. Ero giovane, con tanta voglia di arrivare al top e tanta grinta per riuscirci. La mia sciata poteva contare sulla potenza fisica e la brillantezza della gioventù. Dieci anni dopo c’è una Sofia che ne ha passate tantissime e ha vinto di più di quanto quel 20 novembre di dieci anni fa avrebbe mai pensato. È una Sofia più riflessiva e pacata, con più esperienza, anche con più dolori eh, ma sempre la stessa fame».
È appena rientrata dall’Argentina, com’è andata la preparazione?
«Molto bene, è stato un bel mese in cui abbiamo lavorato in gigante, superG e ovviamente anche in discesa, ma è anche stata l’occasione per provare e far girare i nuovi sci».
Un bilancio del 2023?
«Ho toppato ai Mondiali ma ho vinto la quarta Coppa del mondo di discesa. È stata un’annata di up and down emotivi e di situazioni non semplici da gestire fuori dallo sci».
Colgo la palla al balzo: quanto è difficile per un personaggio pubblico come lei, proteggere la propria vita privata dall’invadenza altrui?
«Quest’anno devo dire che è stato parecchio difficile. Ma la tua vita privata la devi difendere, perché se dai tutto agli altri a te cosa rimane? Sono convinta ci sia un centro di noi stessi che deve rimanere nostro e nostro soltanto».
Il primo podio della carriera lo ottenne in gigante, il 26 novembre del 2016 a Killington: ecco, in gigante come va?
«Sono migliorata. Quell’anno in gigante facevo faville, ma ero più giovane, agile e scattante. Ho puntato poi a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi, missione compiuta nel 2018 a Pyeongchang, ma per questo ho lavorato e trasformato il mio fisico».
Puntare alla Coppa del mondo generale è una pazza idea fuori dalla realtà?
«Nel 2018 sarei stata pronta a lottare per la Coppa del mondo generale. Ora con una Mikaela Shiffrin che vince in tre discipline e mezza su quattro, la vedo molto difficile. È un pensiero che non ho mai sentito troppo mio e che ora non sento proprio, anche se sarebbe un sogno».
A Trento si celebra il Festival dello Sport. Lo sport è da poco entrato nella nostra Costituzione, che ne pensa?
«Un grande traguardo e una grandissima conquista. Lo sport va promosso».
Una canzone per lei, «Vado al massimo» di Vasco Rossi. A chi la critica dicendo che lei si spinge troppo oltre il limite, cosa risponde?
«Di Vasco Rossi mi hanno anche accostata a “Vita spericolata” e “Sally” quando dice “Tutto l’equilibro sopra la follia”. A chi mi critica per queste cose non rispondo, semmai dico che sono una sportiva che ama regalare emozioni. Quando vado al cancelletto non so cosa potrò fare, vedo che altre ci vanno, fanno il compito ed emozionano meno. Il mio imperativo è di dare tutto ciò che ho e mi prefiggo di farlo ogni giorno».
L’ultimo libro che hai letto?
«“Succede sempre qualcosa di meraviglioso” di Gianluca Gotto».
La statunitense Claudia Goldin ha appena vinto il premio Nobel per l’economia 2023 per i suoi studi sulla disparità di genere nel mondo del lavoro. Diciamo che, grazie alle sue imprese sugli sci, qualcosa sta facendo anche lei per la parità di genere nel mondo dello sport. Che ne dice?
«Non scherziamo dai, non posso certo paragonarmi a qualcuno che ha vinto il Premio Nobel. Sarebbe francamente esagerato. Qualcosa ho dato, per tante ragazzine sono un esempio e mi cercano. E se ti cercano devi esserne orgogliosa perché vuol dire che hai dato qualcosa per essere ricordata. Poi, i conti li farò alla fine di questo bellissimo capitolo della mia vita; sarà in quel preciso momento che mi guarderò indietro a vedere cosa sarò riuscita a fare».
Mi dica…qual è l’aggettivo che le calza meglio?
«Sono testarda e volitiva, quindi direi caparbia ma anche ardita».
E invece quello che le dà più fastidio?
«Arrogante, perché è davvero qualcosa che non mi appartiene. Magari può succedere che quando sono stanca io dia delle risposte un po’ lapidarie che mi fanno apparire tale. Ma io di sicuro non sono certo così».
Sofia, per concludere, cosa si attende dalla prossima stagione ormai alle porte?
«Vorrei esprimere me stessa con la giusta calma sugli sci. Se sto bene fisicamente e sono serena tutto il resto arriva».
montagna
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