Il riconoscimento
lunedì 21 Aprile, 2025
Sover, Mattarella premia il dottor Graziano Villotti: «Ha vissuto la professione come una missione»
di Alberto Folgheraiter
Il medico è stato nominato Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. La croce sarà portata a casa perché Villotti è immobilizzato dalla Sla

La notizia è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 9 aprile. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato il dottor Graziano Villotti «Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana». Il conferimento porta la data del 27 dicembre 2024, ricorrenza della promulgazione della Costituzione Italiana. Poiché il dott. Villotti è immobilizzato da una grave malattia che lo ha colpito tre anni fa, la pergamena e la croce di Ufficiale gli saranno portate direttamente a casa, a Sover dove abita, dal viceprefetto del Commissariato del Governo. La consegna è stata fissata per martedì pomeriggio alla presenza dei familiari e di pochissime altre persone, per evidenti ragioni di spazio.
L’alta onorificenza era stata sollecitata lo scorso anno da Elisa Villotti (omonima ma non parente). La fisioterapista in pensione, che vive a Segonzano, paese natale del medico Villotti, ha preso carta e penna e ha scritto direttamente al presidente Mattarella. «Carissimo sig. Presidente, sono una ragazza di 86 anni. Mi rivolgo a lei, che stimo moltissimo, per chiederle un grosso favore. Ecco il problema: desidero sia conferita la medaglia d’oro al Valore civile ad un medico molto bravo che ha vissuto la professione come una missione. Ha lavorato per più di 40 anni come medico di famiglia, sempre presente di giorno e di notte, un professionista di altri tempi. Arrivato alla meritata pensione nel giugno 2022, poco dopo si è ammalato di Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Ora è sulla sedia a rotelle, sta peggiorando velocemente, è una forma grave». Sollecitando l’onorificenza, la signora Elisa ha sintetizzato la biografia del dott. Villotti: «Persona impegnata moltissimo nel sociale: Direttore sanitario dell’associazione “Stella Bianca” di Segonzano-Valle di Cembra; nell’organizzazione dei corsi di formazione per i volontari del soccorso e nella progettazione degli aiuti umanitari in Africa, soprattutto in Togo. Ha fatto il sindaco di Sover per più legislature. Persona semplice, umana, restìa alla pubblicità. Questa la ragione per cui dovrebbe essere una sorpresa». La notizia, comunicata alla famiglia del medico nei giorni scorsi, è stata accolta con grande emozione. Graziano Villotti, nato a Segonzano il 5 giugno 1952, laureato in medicina e chirurgia nel 1978, vive a Sover con la moglie Anna e i tre figli. Nei primi mesi della pandemia fu colpito dal Covid-19. Pur con due vittime e qualche decina di contagiati, fino a quel momento la val di Cembra si era rivelata un’isola nel dilagare del virus a macchia di leopardo. Tanto che gli ospiti della Residenza sanitaria assistenziale, la casa di riposo di Lisignago, opportunamente «blindati», erano rimasti immuni. Forse fu anche questa la ragione per la quale, ai primi sintomi, il medico Villotti aveva continuato a negare a sé stesso la possibilità di essere stato contagiato. In quei giorni gli chiedemmo: che cosa passa per la mente di un medico quando si trova dall’altra parte della barricata? «Cominci a percepire la tua fragilità. Si sgretola una sensazione di invulnerabilità. Fino a questa esperienza ho avuto la fortuna di non essere aggredito da malattie o di subire traumi. E a quel punto ti pare di essere più forte degli altri, invece non è così. Quando sono stato colpito dal Coronavirus mi sono chiesto: perché a me? La risposta è molto semplice: perché a me, no? Poi ti rendi conto che stai entrando in quella fascia di età, i settant’anni, con la quale cominciano i distinguo anche per le terapie. Quando cioè, in mancanza di posti letto in rianimazione, qualcuno potrebbe fare la scelta di privilegiare i più giovani».
Guarito, sia pure a fatica, dal Covid, il dott. Villotti ha proseguito la sua attività. Fino al compimento dei 70 anni quando la Sla era già in agguato. Ed è cominciata in quei giorni la difficile lotta per la sopravvivenza. Il conferimento dell’alta onorificenza del Presidente della Repubblica lo ha colto nella fase più delicata della sua malattia. Non può più parlare, ma le lacrime che alla notizia hanno rigato le gote valgono più di mille parole.
Vaticano
Morte del Papa, cosa succede adesso? Il Conclave nella Cappella Sistina, la votazione dei cardinali, la fumata bianca e l'accettazione
di Redazione
Con la morte di Papa Francesco, nella Chiesa si apre una delle fasi più delicate: l'elezione del successore di Bergoglio. Ma come si elegge un nuovo Papa? Ecco tutte le tappe